Conto alla rovescia per il reddito di cittadinanza. Domani, infatti, sarà possibile presentare le richieste anche a Palermo e nell’Isola. Non solo online e alle poste ma anche nei caf, dove da tempo si lavora per essere pronti a ricevere dal 6 marzo le domande per l’ottenimento del sussidio. «Già da parecchi giorni abbiamo notato un’affluenza sopra la media per il modello Isee ma domani sarà una sorpresa anche per noi – afferma Gino Ridulfo, responsabile Caf della Cgil Palermo – Naturalmente ci auguriamo che non tutti si presentino proprio il 6 marzo, altrimenti sarà complicato gestire le domande». Si preannuncia un volume elevato di domande, come confermano alcune proiezioni del sindacato: «Tra le persone che hanno fatto domanda Isee nel 2018 rivolgendosi ai nostri sportelli – prosegue Ridulfo – circa 6500 sarebbero quelle potenzialmente interessate al reddito di cittadinanza».
E proprio per evitare disagi, tra le ipotesi al vaglio c’è anche quella per il potenziamento del personale. «Stiamo approntando un piano per fare fronte al picco di richieste – ammette – esattamente come avviene durante la campagna fiscale. Domani è prevista una riunione per valutare un piano di assunzioni: il personale già c’è, dobbiamo capire l’impatto». Al di là della ressa che potrebbe verificarsi agli sportelli, ciò che impensierisce sono le aspettative degli utenti, come sottolinea Ridulfo: «In molti immaginano di percepire da aprile il sussidio nella sua interezza, 780 euro. Ma non sarà realmente così. Oltre a rispettare tutti i parametri, dovranno avere anche un contratto di affitto, e non tutti saranno in questa condizione. Al di là della domanda in sé, quindi, temiamo ciò che accadrà nel momento in cui si percepirà una somma inferiore o la richiesta verrà respinta. Con gli uffici costretti a fare da cuscinetto e offrire consulenza a una serie di rimostranze».
Infine, rimane il nodo delle possibili scappatoie, di cui in questi mesi si è parlato tanto, per accedere al sussidio, anche rispetto alle voci di un boom di cambi di residenza. «In effetti, i giornali hanno raccontato di code agli sportelli delle varie delegazioni municipali – prosegue – Ma poi il governo ha modificato i paletti temporali, quindi tutte queste modifiche fatte per eludere la norma sono state vanificate. Semmai, l’aspetto anomalo è che si tratta di un provvedimento che è ancora un decreto legge. Partiamo da un impianto che può anche essere modificato e magari lo sarà in aspetti marginali – conclude – Finché non è legge può subire delle modifiche nei passaggi parlamentari».
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