Redditest: ostacolo o aiuto agli evasori?

La soluzione definitiva contro gli evasori: il Redditest! O forse no… Nei giorni scorsi l’Agenzia delle Entrate aveva preannunciato la prossima inaugurazione del Redditest, il software per l’auto-diagnosi della coerenza fiscale. Questo utile (per chi lo vedremo dopo) strumento è stato illustrato ieri alle associazioni di categoria e ai professionisti in un incontro riservato.

Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, da una simulazione effettuata sulle famiglie italiane risultano 4,3 milioni di dichiarazioni non “coerenti”. Inoltre quasi un milione di famiglie dichiara redditi “molto vicini allo zero”, ma allo stesso tempo sostiene spese che il reddito dichiarato non dovrebbe consentire. Pensare che chi dichiara redditi “molto vicini allo zero”, ma spende molto non sappia che sta violando la legge e che dopo un’analisi fatta con il redditometro deciderà di ravvedersi e pagherà tutto il dovuto è, però, a dir poco ottimistico. (sopra, a sinistra, foto tratta da leggo.it)

Le voci di spesa del redditometro sono aggregate in sette macrocategorie: abitazione, mezzi di trasporto, assicurazioni e contributi, istruzione, tempo libero, cura della persona, spese varie, investimenti immobiliari e mobiliari netti e tiene conto di oltre 100 voci di spesa, dalle auto alle barche, dal possesso di cavalli al risparmio e ai movimenti bancari, dai contributi versati alle assicurazioni, ai mutui e ai lavori immobiliari, gallerie d’arte e tour operator.

Nel corso della presentazione, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ha precisato che “grazie al redditometro il «problema ce l’avrà chi è evasore, perché con i quattrini che evade danneggia la nostra economia”. A parte il fatto che chi evade le tasse sa sempre di farlo e lo fa volontariamente, il semplice fatto di avere a sua disposizione uno strumento informatico che gli preannuncia che, qualora il suo comportamento non dovesse cambiare, potrebbe essere soggetto a verifiche ed ispezioni da parte dell’Agenzia delle Entrate può servire solo a migliorare il proprio modus operandi, ovvero a trovare modi per evadere meglio le tasse ed evitare “spiacevoli” controlli.

Supponiamo, ad esempio, che una persona abbia un reddito medio basso, ma che avendo una grande passione per le auto sportive, dopo decenni di sacrifici e di risparmi, decida di acquistare un’auto di vecchia vent’anni, ma la cui cilindrata supera una certa dimensione e la cui potenza supera un certo numero di CV. Ebbene, per questa persona (anzi per tutta la famiglia visto che il redditometro funzionerà su base familiare non individuale) potrebbe scattare il “semaforo rosso” che avviserà il contribuente che l’Agenzia delle Entrate effettuerà dei controlli dettagliati e accurati sulla sua denuncia dei redditi e (visto che ormai

Serpico, il cervellone incaricato di rilevare i movimenti bancari di tutti i cittadini non è più solo una chimera, ma una realtà) andrà a verificare la congruità di tutte le spese sostenute etc. etc..

Supponiamo ora, sempre per esempio, che un’altra persona, invece, abbia sempre evaso le tasse, cercando di trovare tutti i sotterfugi, leciti e meno leciti, per pagarle il meno possibile o per non pagarle. Cosa accadrà dopo che questa persona avrà compilato il redditest inserendo i propri dati? Probabilmente niente e ciò per due motivi: il primo che chi evade le tasse, sa di farlo e, il secondo, che non sarà certo sapere che il suo tenore di vita lo mette a rischio di approfondite indagini a farlo ravvedere anzi, semmai, lo spingerà a fare maggiore attenzione e a trovare strade per evadere le imposte in modi più o meno leciti, ma la cui efficacia potrà essere testata quasi in tempo reale, grazie al nuovo servizio dell’Agenzia delle Entrate.

Supponiamo, infine, che una persona non abbia mai pagato le tasse, ovvero che sia un evasore totale, ovvero appartiene a quel milione di famiglie che, secondo l’Agenzia delle Entrate, dichiara redditi “molto vicini allo zero”, ma spende molto. Che effetto potrà fare su una persona che per anni ha evaso quasi totalmente le tasse che avrebbe dovuto pagare (e che, quindi, di certo non avrà bisogno del redditest per sapere che avrebbe dovuto pagarle) vedere un cartellino rosso accendersi nel momento in cui carica le spese sostenute dalla famiglia?

Chi avrà tratto beneficio dal redditest? Ancora un paio di considerazioni meritano, però, attenzione a proposito del redditest.

La prima è che alcuni hanno temuto che tale strumento potesse essere utilizzato dall’Agenzia delle Entrate per prelevare i dati degli utenti violandone in tal modo la privacy. Tali timori (ma di cosa deve aver paura chi non commette alcun reato?) hanno portato il Sole24ore (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-11-20/redditest-agenzia-entrate-memorizzare-144033.shtml) addirittura a far esaminare a degli esperti il software utilizzato dall’Agenzia delle Entrate.

Lavoro forse inutile, anche perché, già da tempo (come abbiamo fatto presente nell’articolo http://www.linksicilia.it/2012/10/come-il-governo-monti-mettera-il-naso-nei-nostri-conti-correnti/ pubblicato da LINKSICILIA), l’Agenzia delle Entrate dispone di uno strumento molto più potente (Serpico) e degli strumenti normativi per accedere ai dati finanziari dei contribuenti. E ciò, nonostante quanto ha affermato il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera : “Noi lo adopereremo con la massima cautela e soltanto per differenze eclatanti”, tra le spese e i redditi dichiarati. (a destra, Attilio Befera, foto tratta da targatocn.it)

Ma se è un software per l’ “autovalutazione” da parte dei “contribuenti della coerenza tra il reddito familiare e le spese sostenute nell’anno” e se, come dice il sito dell’Agenzia “le informazioni restano sul computer dei contribuenti, senza lasciare alcuna traccia sul web” come farà l’Agenzia delle Entrate ad utilizzarlo?

Ancora più interessante è il fatto che lo stesso giorno in cui il redditest veniva presentato venivano resi noti su alcuni siti web “i consigli del commercialista per essere pronti a al redditometro” e per “evitare di cadere nelle “trappole” del fisco”.

Sul web si riportano già “consigli” come il seguente: “È possibile che una persona, ad esempio, riceva dei soldi dai genitori, piuttosto che da altri parenti,” … o da benefattori (ogni riferimento a persone o cose è puramente casuale) …“ i quali, in situazioni di oggettiva difficoltà, abbiano deciso di erogargli delle somme. In questo caso è opportuno che il contribuente si annoti e tenga tra le proprie carte le entrate derivanti da questi aiuti. Va annotata, in generale, qualunque entrata ottenuta legittimamente, ma che non va dichiarata al fisco.“ Per la serie a buon intenditor…..

 

 

 

C.Alessandro Mauceri

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