Ravanusa: tre morti, due donne salvate, sei dispersi «L’esplosione forse innescata dall’avvio di un ascensore»

Tre morti, due donne estratte vive e cinque dispersi che i vigili del fuoco stanno cercando tra le macerie delle palazzine esplose ieri sera, intorno, alle 20.30 a Ravanusa in provincia di Agrigento. Quattro palazzine crollate e tre sventrate in un’area di circa diecimila metri quadrati che è stata investita da una deflagrazione fortissima. «Sicuramente c’è stata una fuoriuscita di gas che ha creato una sorta di sacca di metano espansa – ha spiegato il direttore della protezione civile regionale Salvatore Cocina – La forza dell’esplosione, forse innescata dall’avvio di un ascensore, potrebbe essere stata potenziata da una stufetta a gas. Ma è ancora troppo presto per dirlo». Le vittime accertate sono Pietro Carmina, Enza Zagarrio e Liliana Minacori.

E, intanto, i vigili del fuoco continuano a scavare tra i detriti nella speranza di estrarre altre persone vive dalle macerie. «Per fortuna non ci sono bambini tra i dispersi – ha chiarato il sindaco di Ravanusa Carmelo D’Angelo – La notizia secondo la quale ci sarebbero stati due minorenni tra le macerie della palazzina crollata è stata smentita». A essere colpita è stata un’intera famiglia: nell’abitazione, in piani diversi, c’erano una anziana donna e i tre fratelli con le mogli. In uno degli appartamenti si trovavano anche il nipote della donna e la moglie incinta di nove mesi che erano andati a fare visita ai genitori. Al momento solo due donne, l’anziana e una cognata, sono state estratte vive dalle macerie, Rosa Carmina e Giuseppa Montana. Gli altri componenti della famiglia sono dispersi o deceduti. Nella palazzina attigua, pure crollata, c’era una coppia – lei assistente sociale e lui professore – entrambi dispersi. 

«È improvvisamente andata via la luce, poi sono venuti giù il tetto e il pavimento», ha detto quest’ultima superstite che adesso si trova ricoverata nell’ospedale di Licata. La donna di 80 anni ha raccontato di avere sentito le voci dei pompieri mentre era sepolta dai sassi di casa sua e di avere urlato fino a farsi trovare. Ha sentito anche la cognata, che abitava al piano di sopra, invocare aiuto. Anche lei si è salvata ed è stata recuperata poco dopo e adesso si trova nell’ospedale di Agrigento. Nessuna delle due è in gravi condizioni. In merito alle cause che hanno provocato l’esplosione e poi il crollo, Carmina ha aggiunto che «non ho sentito alcun odore di gas nei giorni scorsi».

La procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta per disastro colposo a carico di ignoti. Poco fa il procuratore Luigi Patronaggio è arrivato sul luogo del crollo delle palazzine, in via Galileo Galilei per un sopralluogo. Fin da subito dalla protezione civile hanno parlato di «una fuga di gas dalla condotta che ha saturato il sottosuolo e causato la deflagrazione». Uno dei responsabili ha ricostruito che «c’è stato un grosso accumulo di gas, anche se l’Italgas sostiene che solo pochi giorni fa sono stati fatti controlli e non è stata accertata alcuna perdita». L’impianto della zona ha almeno dieci anni e l’area è soggetta a frane e smottamenti. Intanto, già durante la notte, i tecnici della società hanno completato le operazioni di isolamento del tratto di rete e «messo in sicurezza l’area interrottando il flusso di gas», fanno sapere da Italgas

Marta Silvestre

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