«Non ho voluto fare l’eroe, non lo sono. Me lo sono ritrovato davanti con la faccia rabbiosa, sembrava una bestia». La vittima della rapina andata in scena questo pomeriggio in via Enrico Parisi è un uomo alto e robusto, ma davanti alle minacce non ha opposto resistenza. Sono passate da poco le 19 quando l’imprenditore è uscito dal parcheggio sotterraneo al numero 39 della traversa di via Libertà a bordo del suo suv. Il rapinatore lo stava aspettando e appena l’auto si è fermata si è avventato contro il finestrino puntando dritto all’orologio della vittima. «Ho cercato di difendermi – racconta l’uomo – ma lui ha tirato fuori un coltello e ha iniziato a urlarmi “ti tagghiu tuttu“. A quel punto non ho avuto scelta».
Preso il bottino, un Rolex del valore di diverse migliaia di euro, il rapinatore è corso verso la vicina via Principe di Villafranca, dove ad aspettarlo c’era un complice a bordo di uno scooter, un Honda Sh blu con il motore acceso. A quell’ora per strada c’è molta gente e l’autore del colpo, prima di salire a bordo del mezzo e darsi alla fuga, non ha esitato a puntare il dito con aria minacciosa all’indirizzo di due persone che avevano assistito alla scena dall’altra parte della strada. Dopo pochi metri, però, un poliziotto libero dal servizio, allarmato dalle urla della vittima, ha inseguito e raggiunto i due e ha scagliato un calcio contro lo scooter. Il ciclomotore ha traballato ma i rapinatori, anziché cadere, sono finiti contro un’auto parcheggiata, riuscendo così a mantenere l’equilibrio e a scappare, facendo perdere le proprie tracce.
«Lui, quello che ha compiuto la rapina – racconta un testimone – era un uomo sui 50 anni, robusto e con in dosso il casco, mentre alla guida dello scooter c’era un ragazzo molto più giovane». Sull’episodio indaga la polizia. Una volante con due agenti è infatti giunta sul posto pochi minuti dopo la rapina. «Devono avermi seguito – racconta ancora la vittima, che ha riportato alcune escoriazioni al braccio – Sanno che a quest’ora, chiuso il mio negozio, passo da qui a trovare mio figlio. Sono andati a colpo sicuro sull’orologio».
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