Il dirigente allenatore del Randazzo blocca l’arbitro per le braccia, poi un calciatore colpisce quest’ultimo con una testata al petto. Si tratta solo dell’inizio del racconto dell’aggressione subita e descritta dal direttore di gara Sebastiano Galioto al termine di Randazzo-Calatabiano, partita di prima categoria vinta dagli ospiti con un gol al 98esimo minuto di gioco. Il giudice sportivo ha squalificato per cinque anni i due protagonisti: Paolo Mavica, attaccante 20enne, e Giuseppe Pillera, allenatore. Ma un’altra pena, più grave, è toccata solo al tecnico, che avrebbe continuato a malmenare l’arbitro: è stato radiato dal calcio. «Non ho visto cosa è successo ma le aggressioni all’arbitro non sono tollerabili, e mi dispiace che sia accaduto», commenta Giuseppe Caggegi, capitano della squadra di casa, coinvolto pure lui nella vicenda.
Accade tutto domenica scorsa, al termine di una partita che di regola avrebbe dovuto concludersi al sesto minuto di recupero. Ma che è durata tre minuti in più. Un extra durante il quale è maturata la rete del decisivo 2-3 valsa la promozione matematica al Calatabiano, primatista solitaria del girone E. Mentre gli ospiti festeggiavano il traguardo, al triplice fischio che decretava la fine della partita intorno all’arbitro hanno ripreso vigore le proteste per il gol avversario. Che erano già costate l’espulsione – e quattro turni di squalifica – a Caggegi: «C’era tensione in campo. Dopo la rete ho protestato e messo una mano sulla spalla dell’arbitro, che mi ha espulso – racconta a MeridioNews – Subito dopo mi sono girato ed era a terra. Ma siccome ero di spalle non ho visto chi lo abbia colpito o cosa sia successo».
Stando a quanto scritto dall’arbitro sarebbe stato Mavica, che fino a quel momento era entrato nel taccuino in quanto autore di una doppietta, ad avergli rifilato una testata in pieno petto con l’aiuto dell’allenatore Pillera. Lo stesso che poi lo avrebbe strattonato facendolo cadere a terra, dove Galioto avrebbe battuto la testa e il fianco. Colpi che all’ospedale sono stati giudicati guaribili in otto giorni. «Si è rialzato da terra con le sue gambe, mentre io allontanavo i miei compagni che gli erano attorno – ricorda il capitano del Randazzo – Poi l‘ho accompagnato, io insieme a un poliziotto intervenuto per calmare gli animi, fin dentro al suo spogliatoio e mi era parso sereno e senza acciacchi».
Il certificato dei medici dice altro, però, come riporta il dispositivo del giudice sportivo. E ben più lunga della guarigione dell’arbitro sarà il decorso delle conseguenze disciplinari a carico dei due protagonisti citati nel referto arbitrale. Il dirigente allenatore del Randazzo Giuseppe Pillera non solo non potrà sedere in panchina per cinque anni, inoltre mai più in futuro potrà ricoprire ruoli all’interno della Federazione italiana gioco calcio, in qualsiasi categoria. Si tratta della massima punizione che la giustizia sportiva prevede. Niente calcio fino all’aprile 2021 pure per il giovane attaccante del Randazzo. «Ci aspettavamo delle condanne esemplari ma non le immaginavano così pesanti», conclude Caggegi. Le punizioni potranno essere impugnate davanti alla Commissione disciplinare.
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