Ragusa, truffa a 19 malati talassemici Indagati due avvocati palermitani

Volevano far valere i loro diritti, essendo vittime di trasfusioni infette, rese necessarie a causa della loro talassemia. Ma per più di dieci anni, 19 malati di Ragusa, riuniti nell’associazione Pro Thalassemici, sarebbero stati truffati da un avvocato palermitano e da un collega, sedicente legale in realtà mai abilitato. A loro, a partire dal 1998, hanno consegnato 300mila euro, dai 5 ai 25mila euro ciascuno. Senza ottenere mai quel risarcimento da parte dello Stato a cui ambivano e che è previsto dalla legge 210/1992, come indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze a causa di vaccinazioni obbligatorie o trasfusioni. Soltanto nel 2013, vista l’assenza dei risultati, le vittime si sono rivolte alla polizia e sono scattate le indagini della squadra mobile di Ragusa che hanno portato oggi a un sequestro del valore di 155mila euro a carico dei due presunti avvocati, M.D., 44 anni e B.L., 48, che dovranno rispondere di truffa aggravata continuata

Tutto ha inizio nel 1998 quando l’associazione si affida allo studio legale di Palermo che si presenta come affidabile e credibile, raggiungendo le 19 vittime quasi sempre a Ragusa. All’avvocato M.D. viene quindi affidato, tramite una procura speciale, il mandato esclusivo di rappresentarle contro il ministero della Salute. Il legale e il presunto collega cominciano a incassare decina di migliaia di euro. Fino a 250mila euro. Ma al di là delle promesse, non sarebbe arrivato nessun risultato concreto. E, di fronte alla paventata possibilità da parte di alcuni dei clienti di rivolgersi ad altri avvocati, i presunti truffatori avrebbero sottolineato il rischio dei perdere le somme già versate. 

La speranza di ottenere dallo Stato il risarcimento del danno biologico stimato intorno a 400mila euro e un indennizzo di 1.200 euro ogni due mesi spingono i membri dell’associazione Pro Thalassemici ad andare avanti. Fino al 2013, quando si rivolgono alla polizia per un consiglio. Gli agenti capiscono la possibile truffa e li convincono a presentare querela, assistititi stavolta davvero da un legale di fiducia. A rafforzare le vittime nella loro decisione anche il confronto, soprattutto sui forum online, con altre persone nella stessa situazione che raccontano di aver pagato appena mille euro ai propri avvocati, o addirittura di essere riusciti ad avere l’indennizzo senza ricorrere a studi legali. 

Le indagini della Mobile hanno permesso al pubblico ministero di Ragusa Francesco Puleio di chiedere la misura cautelare del sequestro di tutti i conti correnti, conti depositi e titoli dei due indagati. Se i due indagati venissero condannati, la somma congelata, pari a 155mila euro, potrebbe essere usata come risarcimento per le vittime.

La redazione, in data 21 novembre, ha ricevuto la seguente precisazione dal legale dell’avvocato M.D.:

L’avvocato M.D. subiva un sequestro preventivo pari ad 155mila euro, poiché in concorso con altro soggetto, secondo l’ipotesi accusatoria, «avrebbe percepito somme di denaro da clienti senza svolgere alcuna attività». Tuttavia, a seguito della pronuncia da parte del Tribunale per il Riesame di Ragusa, che ha deciso in data 20 novembre 2015 sulla sussistenza dei presupposti per il mantenimento della misura cautelare reale, tale decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip del Tribunale di Ragusa su richiesta del pm è stato annullato; il Tribunale per il Riesame ha ordinato, conseguentemente, l’immediata restituzione di quanto in sequestro (circa 140mila euro) all’avvocato M.D., avendo peraltro dimostrato, attraverso la copiosa documentazione prodotta ai giudici, come non solo fosse sempre stata espletata l’attività professionale in favore di tutti gli assistiti, ma anche come molti dei risultati fossero stati già raggiunti.

Redazione

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