Il primo anno dei corsi di primo livello di Mediazione linguistica alla facoltà di Lingue di Ragusa non sarà attivato. A renderlo quasi certo è un pronunciamento del collegio dei revisori dei conti dell’università di Catania sull’accordo che avrebbe dovuto ripianare il contenzioso tra il consorzio ibleo che gestisce la facoltà e l’ateneo etneo al quale dovrebbero andare circa dieci milioni di euro in dieci anni.
La convenzione che lega l’università di Catania a consorzio ragusano, Comune e provincia di Ragusa è datato 21 giugno 2010. L’obiettivo era quello di risanare progressivamente i debiti accumulati negli anni di gestione dei corsi di laurea tenuti nella sede di Ragusa fino all’anno accademico 2009-2010. Ma le cose non erano andate come previsto e nel 2011 l’ateneo aveva inviato al consorzio un’ingiunzione di pagamento del valore di 650mila euro. E aveva ottenuto un pagamento di 150mila euro. Un secondo decreto ingiuntivo era stato notificato nel 2012, per un importo di 959.315,75 euro. Anche in questo caso, il pagamento era stato parziale, cioè 200mila euro. Il debito, nel frattempo, è salito e ha superato il milione di euro. Una situazione inaccettabile che ha spinto più volte il rettorato di Catania a minacciare la chiusura della facoltà di Lingue. In ordine di tempo, l’ultimo scossone era stato dato a giugno 2012 dal Manifesto degli studi, all’interno del quale non compariva il corso di Mediazione linguistica.
La discussione, poi, si era fatta serrata. Ragusa e Catania avevano alternato proposte di convenzioni per salvare la situazione. Fino ad arrivare a quella formulata all’inizio di agosto, che doveva essere approvata dai revisori dei conti per diventare operativa. Ma ieri Antonio Caruso, presidente dei revisori dei conti, ha «rappresentato forti perplessità in ordine a una eventuale accettazione, da parte dell’università, dell’accordo transattivo». Secondo Caruso, «la proposta, così come formulata, contiene un piano di rientro debitorio ulteriormente ed eccessivamente dilatorio». In altre parole, il patto, per il momento, è saltato. E con lui l’attivazione del primo anno di Mediazione linguistica. Così il sindaco di Ragusa Nello Dipasquale e il commissario straordinario della provincia Giovanni Scarso hanno deciso di agire tramite i loro avvocati. «Il rettore non può prendersi gioco di due enti pubblici e di un consorzio dicono Prima ci impone il diktat della firma dell’accordo transattivo come unica condizione per inserire il primo anno del corso di Mediazione linguistica, per poi farci avere alla vigilia di ferragosto, un parere negativo del presidente dei revisori dei conti. Crediamo che a questo punto l’unica soluzione sia la strada giudiziaria».
«Le ragioni per le quali la trattativa è saltata non sono quelle dichiarate dai revisori dei conti», sostiene Paolo Pavia, rappresentante degli studenti della facoltà di Lingue a Ragusa. «La provincia di Ragusa ha ridotto i fondi da destinare all’università afferma Pavia ed è venuto meno il finanziamento regionale al consorzio». Queste due evenienze porterebbero l’università di Catania a non avere abbastanza garanzie sul pagamento dei debiti: «Si sono tirati indietro per questo». «Del resto conclude da anni denuncio il dissesto del consorzio ibleo, adesso sono gli studenti a pagarne le conseguenze».
[Foto di dottorpeni]
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