Un giro d’affari medio mensile di 25mila euro, 43 auto rubate per un valore complessivo di 500mila euro. Sono i numeri di un’attività criminale messa in piedi da sei persone residenti nelle province di Ragusa, Siracusa e Catania che avevano incentrato il loro business nel furto di auto e nella rivendita dei pezzi da ricambio sui siti e-commerce più conosciuti.
La Polstrada di Ragusa, a seguito di indagini avviate nel febbraio 2016 dopo la denuncia presentata da un cittadino che aveva riconosciuto su un sito internet i pezzi della propria vettura che gli era stata rubata, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Rosario Migliore, Gianluca Ricciardi, Salvatore Vaccaro, Filippo Maltese, Patrizia Roccasalvo e di un cinquantenne incensurato di Rosolini. Altre due persone, un 38enne di Ragusa e un rosalinese di 44 anni, risultano invece indagati per aver agevolato il gruppo.
I dettagli dell’operazione, denominata Ricambio sicuro, sono stati illustrati stamattina in conferenza stampa indetta negli uffici della Questura di Ragusa alla presenza del procuratore Carmelo Petralia. Gli arrestati organizzavano nel dettaglio tutta la catena della truffa: un gruppo individuava le auto da rubare, un altro le smontava e l’ultimo si occupava della commercializzazione e spedizione che avveniva unicamente sul web. Le provincie dove venivano rubate le macchine erano sostanzialmente quelle di Ragusa, Siracusa e Catania. Anche il luogo dello smembramento delle auto cambiava di volta in volta «per evitare di avere una base logistica ed essere più al sicuro da eventuali controlli».
Tra le officine più attive c’era un negozio di autoricambi a Pozzallo di proprietà di uno degli indagati. La svolta alle indagini è avvenuta quando la polizia stradale ha intercettato un carico sospetto di pezzi da ricambio. Dalle verifiche fatte sul sito di e-commerce sono stati trovati circa quattromila annunci in rete. Gli acquirenti dei pezzi sono stati individuati non solo in Italia, ma anche in Europa, con particolare concentrazione in Belgio. Per il questore di Ragusa, Giuseppe Gammino, le indagini potrebbero estendersi anche a livello nazionale per casi analoghi.
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