«Solo per un’opera in Sicilia è stato nominato il presidente della Regione». Slide quattro, nota a piè di pagina. Il documento è quello con cui, venerdì scorso, il ministero delle Infrastrutture ha ufficializzato la nomina dei commissari per la realizzazione di 57 interventi ritenuti di interesse nazionale. Tra le figure a cui spetterà l’accelerazione degli iter burocratici c’è anche Nello Musumeci. Il governatore, così come preannunciato il mese scorso, è stato scelto dal ministro Enrico Giovannini per seguire la nascita dell’autostrada Catania-Ragusa. Un’opera che l’area sud-orientale della Sicilia aspetta da decenni e la cui progettazione era in mano alla Sarc, società della famiglia Bonsignore, di cui Vito è stato esponente della Dc di area andreottiana. Dall’affare i Bonsignore – e con loro tutti i soci della Sarc, tra i quali, seppur con l’un per cento, la Tecnis un tempo di Concetto Bosco Lo Giudice e Mimmo Costanzo – se ne sono usciti in cambio di circa 40 milioni di euro, ovvero la somma che Anas ha sborsato per acquisire il progetto definitivo della Catania-Ragusa. Un passaggio fondamentale per chiudere il capitolo della finanza di progetto, con il coinvolgimento del privato, e superare lo spauracchio di un pedaggio che, per una settantina di chilometri, sarebbe postuto costare ai siciliani anche venti euro.
Adesso invece la strada, a doppia carreggiata e con quattro corsie complessive, sarà totalmente gratuita. Il progetto esecutivo, che entro giugno dovrebbe essere completato, prevede il collegamento tra lo svincolo di Chiaramonte della ss514 e lo svincolo della ss194 Ragusana anche se il percorso è stato leggermente modificato per assolvere le prescrizioni del ministero dell’Ambiente in materia di vincoli. «Siamo andati avanti spediti e se tutto procede come nei programmi – commenta a MeridioNews il sottosegretario alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri – ritengo che tra fine 2021 e l’inizio del nuovo anno le gare potranno essere tutte aggiudicate e si potranno avviare i cantieri. Questa è una strada che da bambino sentivo dire che era necessaria e che finalmente sarà realmente costruita».
Ad avere la possibilità di mantenere il piede sull’acceleratore sarà, come detto, il presidente della Regione. Musumeci è l’unico politico tra i 29 commissari nominati dal governo Draghi, gli altri sono tutti funzionari interni ad Anas o al ministero. A coadiuvarlo – nelle vesti di sub-commissario – sarà Raffaele Celia, da molti dato prossimo responsabile della struttura territoriale di Anas in Sicilia al posto di Valerio Mele, che in estate dovrebbe lasciare l’isola. Proprio Celia, a gennaio, era stato indicato come commissario nell’elenco di nomi che l’allora governo Conte aveva inviato al Parlamento. Seppure con l’indicazione: «Da verificare con il presidente Musumeci». Un appunto dietro cui si celava la lunga trattativa tra governo nazionale e regionale sulla gestione dell’opera, con il secondo che per, lungo tempo e complice l’avversità non mascherata nei confronti di Anas, si è fatto avanti per avere un ruolo di primo piano per vigilare sull’avanzamento dell’iter.
Una richiesta che, nel corso del passaggio da Sarc al pubblico, ha preso le forme anche di un coinvolgimento diretto della Regione Siciliana all’interno di una società di scopo, dove Roma avrebbe partecipato tramite Anas e Palermo tramite una proprietà società pubblica, tipo il Cas. Quest’ultima ipotesi, tuttavia, è stata scartata anche per questioni di opportunità, se si considera il discorso ancora aperto al ministero delle Infrastrutture inerente la possibilità di revocare le concessioni all’ex Consorzio per le autostrade siciliane. Così alla fine si è deciso per la scelta del commissariamento siculo con la condizione che il ministero ponesse un proprio uomo di fiducia – Celia, appunto – a seguire l’iter.
Posti i paletti sulle competenze, adesso, toccherà superare tutti i prossimi test fino ad arrivare all’avvio dei cantieri. Sul piatto ci sono circa 754 milioni di euro, provenienti perlopiù dalla rimodulazione di fondi europei assegnati alla Sicilia, e la possibilità che l’opera venga suddivisa in più lotti. A proporre questa soluzione è stata anche Ance Sicilia, l’associazione che riunisce i costruttori. «Per noi sarebbe la soluzione più corretta – dichiara a MeridioNews il presidente regionale Santo Cutrone – perché consentirebbe anche alle medie imprese di prendere parte alla gara che altrimenti sarebbe riservata soltanto ai colossi. Così facendo eviteremmo che alla maggior parte degli imprenditori resti soltanto la possibilità di ottenere al più dei subappalti». L’idea di dividere la tratta in lotti nelle settimane passate era stata sposata dall’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone. Ma ad avere l’ultima parola sarà Nello Musumeci. Nelle vesti ufficiali di commissario, finché sarà a palazzo d’Orleans. La nomina, infatti, riguarda il presidente della Regione pro tempore e il cronoprogramma prevede quattro anni di lavori.
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