Raffele Lombardo show oggi al Festival della politica, l’iniziativa inserita nella cornice del Festival della legalità, di scena in questi giorni a Villa Filippina, a Palermo. Intervistato dal direttore responsabile di Live Sicilia, Francesco Foresta, e dal giornalista della stessa testata Salvo Toscano, il governatore dimissionario ha parlato a raffica. Qualche ammissione di colpa, il lancio di un paio di sassolini che aveva nelle scarpe e, ovviamente, una difesa dei suoi anni al governo.
Cominciamo dai mea culpa: i consulenti. “Alcuni esterni sono stati preziosissimi. Penso a Biagio Bossone, Patrizia Monterosso, e Giada Li Calzi. Certo, magari non tutti i consulenti erano indispensabili. E forse qualche volta ecco l’ammissione qualcuno è stato scelto, magari, solo perché era il più ‘vicino’ e non perché era il più bravo dice Lombardo. Lo riporta LiveSicilia che ha fatto la cronaca dell’evento.
In effetti ci risultano casi di consulenti del tutto inutili o di consulenti i cui affari di famiglia si intrecciano con l’ editoria e con i fondi pubblici della Regione siciliana, quelli della Formazione professionale, ad esempio, che magari non hanno dato prova di bravura e di correttezza, ma hanno saputo, con ogni probabilità, spremere ed adulare. E tanti altri casi anomali di cui ha abbondantemente parlato la stampa, oltre che la Corte dei Conti.
Si passa poi ai sassolini nelle scarpe: la replica a Ivan Lo Bello che ha rimproverato il Pd di essersi alleato con il peggior governo della storia, cioè il suo.
Lombardo non esita nella replica: “Non so a che titolo parli Lo Bello, un imprenditore che non fa l’imprenditore. Non ricordo un investimento da lui favorito. L’ho visto perorare cause che col lavoro non hanno nulla a che vedere. Penso agli investimenti sull’eolico dell’imprenditore Salvatore Moncada”. Il riferimento è all’imprenditore agrigentino, non proprio amico di Lo Bello, che ha lasciato Confindustria in polemica feroce con i vertici.
E poi ancora lo Stato italiano “reo di indugiare per la concessione di una deroga al patto di stabilità, condizione necessaria per sbloccare un po’ di somme in cassa alla Regione”.
La risposta a chi ha puntato l’indice contro la Regione siciliana, affollata da ventimila dipendenti è la seguente: Mica li abbiamo assunti noi, li abbiamo trovati lì- dice Lombardo. Che aggiunge: ” Anzi, durante il nostro governo questi sono diminuiti, visto che qualcuno è andato in pensione, e noi non abbiamo assunto nessuno.
Non poteva mancare il figlio, Toti, candidato all’Ars: ” Se la candidatura di mio figlio era opportuna lo decideranno i siciliani. Toti ha scelto da solo, ha carattere e intelligenza per farlo”. Cuore di papà.
E ancora, ecco Gianfranco Micciché: Il Partito dei siciliani lo sostiene con lealtà. Lui ha rotto col passato in maniera clamorosa e inoppugnabile, addirittura mettendosi contro il Pdl. Tra l’altro, con la sua candidatura ha ‘aperto’ la competizione, con tre pretendenti in grado di concorrere. E ha dato vita, per la prima volta nella Sicilia, a un polo con partiti sicilianisti, che nulla hanno a che fare con i partiti tradizionali”.
Insomma un Lombardo a tutto gas. Un’intervista, riportata nei dettagli da LiveSicilia, che potrete seguire anche in tv, domani alle 21,15 su Trm13 e alle 23,45 su Trm14.
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