Il 2018 è stato l’anno in cui sono stati assegnati il maggior numero di beni immobili confiscati alle mafie, sia a livello nazionale che in Sicilia. E Palermo è la prima provincia nell’isola, e in Italia, con un totale di 3.422 strutture. Sempre più, insomma, la confisca dei beni può assumere valore economico e sociale. Su questo tema il gruppo consiliare del M5s ha presentato un’interrogazione, per fare chiarezza sui beni che il Comune ha destinato al terzo settore con specifiche finalità sociali. L’elenco degli immobili, aggiornato al 31 dicembre 2018 e pubblicato sul sito del Comune, conta oltre 400 strutture. Di cui, secondo l’assessore al Bilancio Roberto D’Agostino, «più di 190 al sociale».
Dopo la confisca la procedura prevede che il Comune può amministrare direttamente il bene o assegnarlo in concessione a titolo gratuito a comunità, enti e organizzazioni di volontariato. Quello che poi invece è meno conosciuto è l’uso che di questi beni si fa: a fronte di tanti esempi positivi di valorizzazione effettiva da parte di gruppi e associazioni, c’è chi invece ne fa una gestione personalistica. Non sono rari i casi, inoltre, di beni poco utilizzati. Un vero e proprio spreco, specie se raffrontato all’irrisolta questione abitativa che con l’arrivo del maltempo tornerà a diventare prioritaria.
«L’intento è quello di conoscere l’effettivo utilizzo che viene fatto dagli affidatari una volta ricevuto il bene e che tipo di controllo svolge il Comune per garantire il rispetto della convenzione – chiedono nell’interrogazione i consigliere pentastellati – L’incongruenza riscontrata tra le finalità sociali delle assegnazioni e le attività pubblicizzate su social e siti internet di riferimento ci impongono un approfondimento al fine di tutelare tutte quelle associazioni e cooperative del terzo settore, che certamente dedicano energia, attenzione e sensibilità, nel rispetto delle convenzioni e delle leggi. Abbiamo inoltre chiesto al Comune se esistono casi in cui l’amministrazione si sia trovata costretta a revocare anticipatamente la concessione, ad esempio a seguito di verifiche specifiche che hanno evidenziato una inadempienza da parte dell’assegnatario rispetto alle attività o finalità oggetto della convenzione».
Ai dubbi sollevati dal M5s risponde a MeridioNews l’assessore al Bilancio Roberto D’Agostino. «Da contratto ogni sei mesi chiediamo una relazione alle associazioni sulle attività svolte, che deve essere coerente col programma che ci sottopongono quando affidiamo loro il bene – afferma l’esponente della giunta Orlando – Dopodiché in modo estemporaneo facciamo dei controlli attraverso gli agenti di polizia municipale, per verificare che sia tutto a posto. Il controllo insomma è costante. A breve organizzeremo inoltre una presentazione complessiva delle attività sociali svolte nei beni confiscati, attraverso la redazione di un libro di concerto con le associazioni. Da quando mi sono insediato in assessorato non sono avvenute revoche della concessione, ma ciò resta comunque un’azione possibile».
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