¡Qué viva Step1!

Step into my office, baby

Quelli di Step1 – giornale online dell’università catanese di notevole qualità – raccontano delle loro fatiche a mandare avanti la baracca e del rischio di chiudere. Lo fanno senza menare scandalo, ma con dispiacere, a cui mi unisco.

Luca Sofri

Non mollate

Non mollate assolutamente, per nessun motivo. spero che la facoltà vi ascolti, non posso credere che Step1 venga fatto affogare così.

Giulio Scalia


“Qualcosa non funziona”

Cara redazione,
In tutta onestà non pensavo che si fosse, come si suole dire, “alla frutta”.
Mi dispiace davvero se l’avventura, l’esperienza, di Step1 dovesse avere fine, non solo per aver visto nascere e crescere Step1, ma perché mi toccherà prendere atto ancora una volta che qualcosa continua a non funzionare, e, per come vanno oggi le cose, sempre più non mi ritrovo nel nuovo.
Se come docente di questa Facoltà potrò esprimere un’opinione a favore di Step1 lo farò senz’altro.

Gaetano Lalomia


Le lacrimucce non mi piacciono

In questi ultimi anni ho avuto l’onore di coordinare gli sforzi degli studenti ragusani che hanno voluto far nascere Iblalab, come costola di Step1. Ho visto il loro palpabile entusiasmo, li ho visti crescere, ne ho condiviso le difficoltà e lo scoraggiamento più recente fino alla attuale fase di stallo. Non siamo mai stati “sulla notizia”, come vedevamo che i “cugini” della redazione catanese riuscivano a essere, abbiamo fatto qualcosa di diverso, quando e come era possibile farlo: recensioni, corrispondenze esterne, riflessioni extravaganti. Qualcuno, per incoraggiarci, ci ha definito una specie di magazine di Step1. Abbiamo anche fatto degli errori, forse all’origine della disaffezione di qualcuno. Non abbiamo neppure avuto una redazione, solo una redazione virtuale sotto forma di gruppo di discussione: in certi momenti vivacissimo, in altri molto meno. Ogni tanto ci arrivavano i suggerimenti catanesi, dal collega Granozzi o dai redattori (la nostra interlocutrice più attiva è stata Silvia Lo Re) e sono stati sempre utili.
Se questa è una fase di transizione o di chiusura, non so dirlo: mi auguro che sia “la prima che hai detto”. Le lacrimucce non mi piacciono, quindi mi associo alle parole sobrie del collega Lalomia. Da questa sponda iblea, con tutti i nostri evidenti limiti, cercheremo di esserci ugualmente.

Giuseppe Traina


“Step zero”

Ragazzi, una cosa del genere non può succedere. Step1 è la mia finestra sul mondo assieme a pochi altri quotidiani online, sarebbe l’oscurantismo il passo a step0.

Lorenzo


Al vostro fianco

Cari amici, avete fatto un gran lavoro e trovo le vostre rivendicazioni corrette; sono certo che saranno ascoltate. Provate a proporre di risparmiare qualcosa sul budget di quella terribile pagina che l’università paga a La Sicilia e destinarla a progetti molto più seri come quello vostro. Se non vi ascolteranno sarò con voi per trovare degli strumenti di autofinanziamento e ripartire alla grande.
Tenete duro e datemi informazioni. Arrivo alla prima chiamata.

Paolo Magnano


Solidarietà da Inchiostro

Cari amici di Step1,
questa notizia mi ha letteralmente atterrito. E non esagero se vi dico che per poco non ho pianto. Vi chiederete per quale motivo. Be’, solo pochi mesi fa a Perugia ho avuto la fortuna di conoscere alcuni di voi (per la precisione Claudia, Carmen e Olivia) e di realizzare, insieme alla vostra e ad altre redazioni studentesche, qualcosa di straordinario. Ve lo immaginate un gruppo di ventenni che prova a fare giornalismo e intanto tenta di superare gli esami e finire l’Università? Sembra strano, no? In fondo, a tutti noi, chi ce lo fa fare? Lo facciamo perché amiamo la libertà di poterci esprimere, di poterci informare e di poter informare, di poterci – perché no – anche solo trovare per discutere, per capire il nostro futuro. Non è un caso – ne sono sicuro – se a Perugia, di fianco a noi, c’erano i grandi del giornalismo internazionale. Abbiamo tanto da imparare, è vero: ma intanto ci mettiamo in gioco e non abbiamo paura.
Questa storia non può e non deve finire male. Step1 non deve chiudere. Anche Inchiostro ha passato momenti come questi: per ora li ha sempre superati. Ma sappiamo che sono sempre dietro l’angolo. Nel nostro maledetto Paese, in Sicilia come in Lombardia, non esiste sensibilità o attenzione alcuna. Finchè ce la caviamo siamo bravissimi, appena chiediamo qualcosa (non dico tanto, almeno quello che ci spetta di diritto) siamo i soliti rompiscatole. E intanto l’Italia cola a picco.
Ragazzi, vi sono vicino. Tutta la redazione di Inchiostro vi è vicina. Non mollate. Noi faremo di tutto per darvi una mano, faremo circolare la notizia. Per quanto possibile proviamo a combattere di fianco a voi.
Come ha detto Claudia: ¡Qué viva Step1!

Alberto

Non sono ottimista

Mi dispiace, in questi anni ho letto Step1 con piacere e ritengo abbiate svolto un ottimo lavoro. Mi e vi auguro che si tratti solo di un problema momentaneo ma, dato l’andazzo della facoltà e il poco ascolto prestato alle richieste ragionevoli (se non rivolte da pochi privilegiati), non riesco ad essere molto ottimista. Grazie comunque

Emanuela


Coraggio!

Il periodo è duro, lo sconforto e la delusione tanta.
Sono sentimenti che però devono essere abbandonati il più presto possibile per continuare la battaglia. Ho conosciuto tre di voi, quanto mi basta per sapere di che pasta siete fatti, quanto mi basta per sapere che ce la farete.

Siete un esempio della Sicilia che funziona e dei giovani italiani “non bamboccioni”.
Il vostro lavoro merita di andare avanti nelle migliori condizioni.

Con stima e solidarietà,

Andrea G.


GRAZIE

Gentile redazione,
proverò ad essere sintetico e, nei limiti del possibile, poco banale. Catania è sempre stata una città senza finestre, ciò che l’ha resa buia anche di giorno. La possibilità di parlare, scherzare, dialogare, discutere, imparare dagli altri, probabilmente è solo un timido spiraglio.
Step1 è una luce e, come tutte le luci, anche le più piccole, immensa quando c’è buio. Step1 ha dato a me, come ad altri, la possibilità di aprire luci impercettibili nel buio di ciò che non viene detto, perché non si può, non si sa o non si vuol dire.
Uno spazio libero, per quel che ho provato sulla mia pelle, con i suoi difetti sicuramente, ma irrinunciabilmente libero.
Non entro nel merito del contenzioso con l’Editore, che non conosco. Mi limito ad esprimere il mio dispiacere o, come è d’uso, la mia solidarietà. Non mi meraviglierei di non ritrovarvi più. Ma mi auguro di ritrovarvi presto. Un saluto. Mattia.

Mattia Serpotta


È uno scandalo

La chiusura di Step1 sarebbe uno scandalo per tutto l’ambiente giornalistico catanese… Spero veramente che le divergenze si appianino e che una facoltà tanto dinamica come quella di Lingue si renda conto di quant’è importante un progetto così positivo e geniale!

Roberto Q.


Vi leggo da Firenze

Spero vivamente che le vostre richieste siano accolte, e che step1 continui a esistere poiché è un giornale che apprezzo molto, una voce libera e vitale indispensabile per Catania e di sicuro interesse per tutti i suoi lettori (anche quelli che come me vi seguono da lontano, nel mio caso da Firenze) un’esperienza esemplare riguardo a ciò che può nascere in ambito universitario e un ottimo esempio di giornalismo indipendente.

Vincenzo Bonaccorsi


Siete la voce degli studenti

Noi del c.u.i. ci rendiamo disponibili affinché questo problema venga risolto, perché non si può e non si deve cancellare uno spazio così importante come step1, spazio che da la voce a chi l’università la vive davvero: gli studenti.
www.circolouniversitario.blogspot.com

La vostra voglia di raccontare va sostenuta

Qualità, stile, passione, voglia di raccontare. Se chiude Step1 ritorniamo 5 anni indietro e dovremo ricevere passivamente una “informazione” nelle mani dei potenti. Voce a un giornale intelligente e giovane, voce a Step1. senza investimenti non si va avanti.

Alessandro D’Errico, Sci

In questa città non ci si stupisce più

Viviamo in un momento in cui sembriamo assuerfarci a tutto. Ciò che accade in questa città sembra che non ci stupisca più.
Eppure nonostante un callo di coscienza che ogni giorno ci indurisce, si rimane sbigottiti a vedere che una facoltà di scienza della comunicazione, non faccia nulla per mantenere il proprio giornale telematico. E consentitemi, senza che voglia incensare qualcuno/a, questo giornale.
Qui siamo nell’irrazionalità pure, che, paradosso, ci fa stupire di stupirci.
Quindi,  oltre ad una ovvia solidarietà, quello che posso dirvi è di tenere duro, ampliare al massimo questo tam-tam telematico. Step deve continuare ad esistere. Forza.

Goffredo D’Antona, portavoce degli avvocati di Foro Democratico


Un web-giornale non si fa da solo

Il ragionamento della lettera fila, penso che se una redazione mette in pubblico il mancato sostegno da parte dell’editore le omissioni devono essere state molto gravi. Ma forse il vero problema è che alcuni pensano che un giornale sul web, siccome è sul web, si fa da solo.

Auguri.

E naturalmente tenete duro.

Valerio


Come aiutarvi?

Se ci fosse la possibilità di versare un piccolo contributo in un conto corrente, lo farei.
Se Step 1 organizzasse una serata musicale a pagamento in qualche locale per raccogliere fondi, parteciperei.
Vi siete guadagnati (non solo voi, ma anche altre testate a voi affini) una reputazione di passione ed indipendenza che vi ha reso qualcosa di diverso da un semplice giornalino universitario: siete la nuova informazione a Catania.

Se avete bisogno di un supporto economico credo che si possano trovare i modi per chiedere ai lettori quotidiani di aiutarvi.

Credo però che i nodi irrisolti siano da ricercare nei rapporti con la facoltà e nella carenza di infrastrutture, oltre che nella mancata promessa di iscrizione all’albo dei pubblicisti. Qui purtroppo noi lettori possiamo fare poco, se non appellarci al buon senso dei vertici delle istituzioni universitarie.

P.S. Non conosco le vostre statistiche di accessi, ma immagino siano notevoli. Avete mai pensato di racimolare qualche euro con Adsense di Google?

Kaos


Non facciamo scherzi!

Si diceva giusto ieri in altro topic che un ateneo deve essere punta di diamante di una città e non uno specchio opaco. Ebbene, iniziative come step1 sono quelle che fanno la differenza fra le due cose. Se chiudesse step1 non si impoverirebbe solo la facoltà di lingue, ma l’intero ateneo catanese, cioè la cultura della città. Occorre che chi può influire su questa scelta ne tenga conto. Vorrei inoltre far presente che step1, pur essendo espressione giovane e brillante di un ambiente universitario, ha finito per diventare anche un occhio attento e intelligente sull’intera realtà catanese e non solo. A riprova di quanto  affermo potrei citare il numero crescente di lettori di tutte le età, a partire dal sottoscritto, che, vivendo lontano da Catania, hanno scelto  step1 come appuntamento quotidiano da non perdere, anche se non esclusivo,  con l’informazione della città dell’elefante.
Cerchiamo di non fare brutti scherzi. E’ sempre possibile trovare le soluzioni ai problemi se c’è l’intenzione. Mentre invece non è sempre facile trovare in giro molte altre iniziative di successo come questa. A chi di dovere dico: Pensateci! Ai giovani redattori e collaboratori: Tenete duro!

TMP


Girodivite.it è con noi

Un appoggio da tutta la redazione di Girodivite, vi abbiamo sempre visti come un giornale completo e competitivo nel panorama del giornalismo catanese. Speriamo che possiate riprendere le pubblicazioni e che Lingue vi dia il giusto e necessario sostegno. Sappiamo che vuol dire essere volontari del giornalismo, noi ci battiamo da 14 anni per fornire un informazione completa per tutti e a costo zero, voi come noi lavoriamo per passione e non per tornaconto.
Buona fortuna

saluti da Tano e dalla redazione di Girodivite.it 


Non ci credo!

Non esiste un’università italiana, almeno per quanto ne so, che abbia saputo mettere su un giornale paragonabile a Step1.

Non esiste una città italiana in cui il vuoto dell’informazione sia così gigantesco come a Catania.

Step1 dovrebbe essere un patrimonio dell’università, qualcosa di cui andare orgogliosi e da fare crescere. E dovrebbe essere un patrimonio della città, visto che praticamente è l’unico sprazzo di cielo limpido nel paesaggio plumbeo di un’informazione senza pluralismo.
Ma la Facoltà di Lingue che dice? Ancora non risponde?

Ma siamo diventati pazzi?


Attesa fiduciosa

Cari amici di Step1,
vi esprimo la mia sincera solidarietà. Step1 è una delle rare fonti cittadine di informazione accurata, non solo sull’ateneo, ma su tutta la città. Meriterebbe di ricevere cospicui incentivi per il servizio che offre ai suoi lettori, lettori che Step1 può vantare numerosi dentro e fuori l’università.
A tutta la redazione invio un abbraccio solidale, per una fiduciosa attesa.

Rosario Scafili, coordinatore del Laboratorio di ascolto musicale

Un peccato

È un peccato, soprattutto nell’ambito di una facoltà di scienze della comunicazione, non coltivare un progetto tanto importante per dei giovani. Un’esperienza sicuramente formativa, professionalmente anche, in grado di incentivare la passione degli studenti, spingerli a dare il meglio di sé con l’obiettivo di inserire dei giovani in un settore del lavoro tanto fertile quanto nevralgico per una società moderna.

Spero riusciate ad ottenere quanto (poco) richiesto e che la facoltà si riveli quantomeno seria nell’adempiere all’impegno preso e magari anche lungimirante dandovi ulteriore supporto.

Francesco L.

La storia si ripete

Purtroppo è così… la storia si ripete. Ogni volta che a Catania un gruppo di persone si mette insieme per cercare di dare dignità alla Libertà di stampa si trova sempre il modo di fermare tutto, di neutralizzare qualsiasi iniziativa, perché non conviene a nessuno che la gente sappia, perché è più semplice controllare un popolo che non sa. E’ meglio avere un popolo addomesticato e servile.
Ma voi, ragazzi, non dovete mollare. Dovete combattere fino all’ultimo e, anche allora, dovete trovare la forza di non arrendervi.
Dovete farlo per tutti noi, per tutti quelli che non sono riusciti a trovare la forza, per tutti quelli che per stanchezza hanno preferito mollare e che ancora oggi non si danno pace per questo.
Andate avanti sempre.
in bocca al lupo

Gisella l.


Fulmini di luglio

Ragazzi, siamo a luglio e i fulmini sono fuori stagione. Cos’è questa storia? Non ci posso credere!

Valentina I

Aridatece Step1!

Con stima solidale

Vincenzo La Monica


Sono sempre i migliori ad andarsene?

Cara redazione,
per quello che può servire, avete tutta la mia solidarietà.
Il lavoro fin qui svolto è ottimo, efficace ed essenziale come si conviene a un prodotto editoriale giovane ma non banale, nato dalle menti e dal cuore di giovani intellettuali quali ci fregiamo (!!) di essere.
Sono sempre i migliori ad andarsene per primi? Speriamo di smentirci almeno stavolta.
E speriamo di non vederci al funerale.

Con stima,

Letizia Cantarella

Da Radio Zammù

Anche se solo morale, il mio supporto c’è. Cerco di mettervi nei vostri panni e non posso non capire quanto la vostra situazione abbia bisogno di una mano. Chiudere Step1 sarebbe un grave colpo per l’università e per la nostra libera informazione. Forza ragazzi

Un cugino di Radio Zammù


Spero che si risolva tutto

Anche a me è dispiaciuto tantissimo apprendere questa notizia… Spero che la situazione si risolva, per continuare un progetto culturale interessante, giovane e formativo che va avanti da tanti anni. L’impegno dei giornalisti, la serietà e la continuità di Step1 sono un laboratorio di idee e progetti che non deve spegnersi!

Carmedioevo


FORZA!

Sono con voi (e – per inciso – con chi, senza piagnucolare ma con lucidità sconsolata, registra il fatto che una cosa ben fatto da queste parti non può mai andare avanti).

Sono pronto a sostenere qualsiasi iniziativa vogliate assumere, e sto cercando di far sapere la cosa ai miei conoscenti in altri Atenei

Emanuele Fadda


Step1 è di tutti noi

Cara redazione di Step1, mi stupisce che un giornale decida di chiudere nel momento in cui è all’apice della sua “audience”. Non sono una docente di Lingue, ma conosco bene la vostra Facoltà, tanto da permettermi di dirvi che il vostro allarmismo mi appare in realtà un po’ ingiustificato. «La passione per sorreggersi ed alimentarsi, ha bisogno di un adeguato supporto che, specie negli ultimi tempi, è mancato» dite nel vostro articolo, ma, se veramente di passione si tratta, come io credo fermamente, può forse esaursi alle prime difficoltà? Tanto più se le difficoltà cui voi fate riferimento sono dei normali incidenti di percorso a cui, a parer mio, non si può reagire chiudendo. Quella vostra non è più un’avventura, come la definite. Nell’avere dato vita a un giornale appassionato e serio avete preso degli impegni con i vostri lettori, avete fatto un salto di qualità che non vi consente più di considerarla una semplice avventura. Siete diventati dei “professionisti” e, in quanto tali, non potete che portare avanti quelle richieste che voi stessi definite semplici, ma questo potete farlo solo continuando, non tenendo il giornale parzialmente attivo.
Un’ultima cosa. Step1 è di tutti noi, ma è innanzitutto una vostra creatura, non permettete a nessuno di portarvela via.

Francesca Rizzo Nervo


Si andrà avanti

Ho scoperto da poco step1 e la trovo uuna risorsa preziosa: sono sicuro che si riuscirà a fare step2 🙂

Adrix


Non dovete mollare!

Ho conosciuto alcuni di voi in occasione della partita indimenticabile (steppini v.s. radio zammù) e ho visto quanta passione e disponibilità ci avete messo solo per pensar al relativo articolo che doveva essere pubblicato, cascasse il mondo, il giorno dopo. Chissà quante nottate, lezioni e ore di studio perse per far sì che Step1 non crollasse.

Non dovete mollare!il vostro lavoro è apprezzato tantissimo ed è giusto che venga in qualche modo “ricompensato”:il regolamento deve essere applicato…personalmente io penso che le richieste dei ragazzi della redazione siano più che giuste. Non lasciate che Step 1 crolli del tutto.

Complimenti a tutti!

FORZA STEP1!!

Francy


No alla chiusura! Si al potenziamento

Venuto a conoscenza della brutta notizia tramite paolo pavia, aderente come me al circolo universitario, che, tra l’altro, con orgoglio cerco di rappresentare in tutte le sedi, appena possibile mi sono sentito di mostrare la mia personale solidarietà a tutti coloro che in questi 4 anni e mezzo si sono impegnati per un fine nobile: l’informazione. Ma nn solo essa, ma anche la libertà di espressione incondizionata che oggi rappresenta un bene prezioso!
Quindi, fortemente contrario alla chiusura del giornale, partecipo alla vostra battaglia con un commento che, auspico, possa essere utile alla causa!
Se serve una mano in più fatemi sapere.
NO ALLA CHIUSURA!SI AL POTENZIAMENTO

Mario D’Asta


Sitosophia per Step1

Gli studenti di Sitosophia esprimono tutto il proprio sostegno e la propria solidarietà a Step1, periodico telematico di informazione legato alla Facoltà di Lingue e Letterature straniere, che il 30 giugno 2008 ha annunciato la sua imminente chiusura.

Siamo convinti che, al fine di far continuare a vivere uno dei migliori giornali (se non – in certi casi – il migliore) della nostra città, è necessario che la Facoltà di Lingue, che è l’editore, garantisca l’appoggio e l’attenzione che Step1 si merita.

http://www.sitosophia.org/2008/07/se-muore-step1-viva-step1/

Sitosophia


Sulle scuole di giornalismo

STEP1 è una scuola di giornalismo!
Le persone che si sono formate in questo giornale negli ultimi anni sono a un livello superiore della maggioranza dei giornalisti catanesi, e lo dico senza rischiare di essere smentito.
Quello che voglio dire è: senza supporto da parte dell’università, Step1 può continuare a vivere fuori con gli stessi risultati e la certezza di andare avanti. Quindi coraggio! Il futuro lo si è già costruito, la vostra lettera è un atto di Amore verso la Facoltà di Lingue più che una richiesta di aiuto, perdere Step1 (cioè i ragazzi che scrivono, che lo aggiornano quotidianamente) sarebbe un suicidio. E spero che lo capiranno.

Leandro


Mi spiace

Mi spiace. Avete tutto il mio appoggio (per quanto possa servire)

A Lias


Le realtà buone non possono essere abbandonate

Viviamo in una città violentata, insozzata e depauperata di tutto ciò che in una normale società civile dovrebbe esistere e che spesso, qui, é solo un privilegio.

L’Università é un cuore pulsante della nostra città. E’ un cuore pulsante fatto di idee, ricerca, novità, evoluzione e, soprattutto, cultura.

Esperienze come quella di Step 1 sono un esempio di quanto di bello possa nascere grazie all’entusiasmo di docenti e studenti. Magari con pochi mezzi, ma tantissima inventiva e tantissima voglia di fare, sperimentare, creare.

Sono esperienze che arricchiscono l’Università per intero, dando lustro e beneficandone l’immagine, dando l’idea di ciò che l’Università dovrebbe pure essere: moderna, giovanile, attiva.

Step 1 non può e non deve morire, né essere archiviata come un’esperienza fine a se stessa.

Step 1 é parte integrante non solo di una Facoltà, ma dell’Università intera. Lasciare morire Step 1 é come decidere di pensionare una parte attivissima dell’Università. Sarebbe un momento di declino, quando occorrerebbe tanta, ma tanta crescita ancora.

Tenete duro! Ce la farete!

Michele


Una chiusura sarebbe un vero peccato

Conosco poco la realta’ di STEP1, ma da quanto leggo oggi nella lettera e nei commenti credo che una chiusura sarebbe un vero peccato. In bocca al lupo.

Locandasulfaro


Solidarietà…e avanti!

Che c’è da dire? E’ Catania. Bavaglio, Ciancio e tutto il resto. Che c’è da fare? Ridergli in faccia e andare avanti, sempre più decisi e sempre più uniti. Qua siamo a vostra disposizione. Bravi per quel che avete fatto finora, e soprattutto per quel che farete ancora, alla faccia di tutti. Dai!

(“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” – G.F.)

Riccardo Orioles


Diventare editori di se stessi

E’ triste vedere come le nostre strutture universitarie arranchino di fronte a progetti innovativi come quello di Step1 che rischia (ma forse è un rischio da correre?) di non essere più supportata dall’Ateneo.

Tuttavia anche nella malaugurata ipotesi in cui l’Editore non riesca o non voglia accorgersi dell’importanza di sostenere questo progetto non credo che il vostro bagaglio di esperienza e le risorse umane accumulate in questi anni debbano andare sprecate.

Insomma, se l’editore diventa sordo si può sempre cambiare editore o diventare editori di se stessi.

In bocca al lupo.

Massimiliano Nicosia


Curagghiu

Non scadere nel banale e nel già detto, dopo tutte tutte la manifestazioni di solidarietà pervenute – e, soprattutto, dopo le sacrosante parole di Riccardo Orioles -, è impresa ardua.
Eppure nel, mio piccolo, provo a rendermi utile anch’io. In fondo, la solidarietà non è mai troppa (e spesso, purtroppo, non basta neppure).
Step1 non è un giornaletto universitario e punto. Step1 – insieme con Iblalab – è ben di più: un progetto. Originale, dinamico, in divenire – o, meglio, in crescendo. Per carità, con eventuali pecche e, può capitare, fasi di stallo. Ma rimane un punto di riferimento unico per la realtà universitaria e, senza esagerare, nel campo dell’informazione. Farne parte, in un modo o nell’altro, più o meno attivamente, da lettrice o redattrice, è davvero una bella esperienza (e mi rifiuto deliberatamente di usare i verbi al passato!)

«Mandare avanti un progetto, come indica la derivazione della parola, significa estrarre da sé un’ idea, in modo tale che essa acquisti una propria autonomia e sia realizzata non soltanto dagli sforzi di chi l’ha originata ma anche da quelli indipendenti del proprio Io.» (Czesław Miłosz)

Forza e coraggio!

Vittoria


Solidarietà

Anche Astratti Furori è solidale con Step1. Il loro impegno, la loro bravura, la loro passione sono un modello per i ragazzi e per una città che spesso sembra sconoscere la pluralità di informazione. Ci auguriamo dunque che la Facoltà realizzi le loro giuste richieste e che Step1 fossa presto fare Step2! Tenete duro!

Serena Ciranna e Gherardo Fabretti


Non è possibile

Non e’ possibile che Step 1 chiude, un webzine completa e di ottima fattura…gia’ sul nostro blog (voxpopulict.blogspot.com) c’e’ la vostra lettera di protesta…noi dell’associazione ci aggiungiamo a voi nel segnalare questa grave iniquita’ e cercheremo anke noi di salvarla….perchè l’informazione deve essere libera e plurale…e quella di step 1 lo era…

Andrea1085


Step1

I giornali come i vostri sono quelli che rendono un grosso servizio alla gente, informano e sono liberi, cosa sempre più rara in questo periodo, spero si riapra al più presto.

Ombra


Sempre a testa alta!

Ci lamentiamo della scarsa e distorta informazione del nostro Paese, quindi del lavoro superficiale svolto da molti giornalisti pagati per questo. Ma quando si legge un giornale come Step1 si tira un sospiro di sollievo a favore della trasparenza e della verità dell’informazione.

Non sono un lettore assiduo ma conosco bene il lavoro che questi redattori svolgono facendo sacrifici che un lettore comune non immagina. Questi ragazzi non sono pagati, non ricevono nessuna qualifica o attestato, nè rimborsi spese per le telefonate, le fotocopie e quant’altro; persino il viaggio a Perugia per l’Internazionale di Giornalismo è stato a carico loro!

Tutti questi sacrifici scaturiscono da quella che si chiama passione con la ‘P’ maiuscola. Questi ragazzi per quattro anni hanno scritto, aggiornato giornalmente, seguito le notizie per tutti noi lettori (molte volte incontentabili) senza ricevere mai quello che il regolamento tuttora prevede per loro. Sappiamo benissimo che una situazione del genere non incoraggia nessun giornalista o “apprendista” ma Step1 è andato sempre avanti, è cresciuto insieme al numero di lettori, affrontando la critica e le grandi testate giornalistiche.

Con quale faccia e soprattutto su quale base si dice che il Step1 sia solo una spesa!?
Diamo voce alla loro voce e sostegno a questi ragazzi!

Sempre a testa alta!

ps: scusate se non sono stato molto “sintetico”

Hspazio


Consiglio sì, ma di Facoltà

Poiché da molti anni a questa parte ho smesso di credere nell’aiuto delle stelle o degli dèi, ritengo che, se si vuole risolvere un problema, questo debba essere chiarito e discusso in sedi istituzionali (che, guarda caso, sono anche collegiali e decisionali…) e con referenti istituzionali.

Perché non chiedere, per esempio, che del futuro di STEP1 si ragioni e decida, in tempi brevi, in uno dei prossimi Consigli di Facoltà, alla presenza di docenti, della rappresentanza studentesca e della redazione – o parte di essa – di STEP1?

Suerte!

Anita Fabiani


Piena solidarietà a Step1

Poiché in tutta sincerità mi capita non di rado di avvilirmi per una generalizzata apatia di cui la nostra società purtroppo mi pare affetta, trovo che sia una necessità imprescindibile difendere quegli spazi in cui dialettica, pluralismo, passione civile trovano espressione, soprattutto, poi, se si tratta di luoghi ‘universitari’, essendo a mio avviso uno dei compiti dell’università quello di formare cittadini dotati di una propria coscienza critica, e non contenitori di nozioni.

Step1 è un’ottima palestra per sviluppare ed esercitare la facoltà di pensiero. Sarebbe davvero un delitto permettere che questa esperienza dal bilancio oltremodo positivo naufraghi miseramente.

Esprimo tutto la mia solidarietà alla redazione e la mia disponibilità a sostenerla nelle battaglie necessarie alla sua sopravvivenza.

Enza Licciardi


Tutto online

Salve,

come spesso, sono d’accordo con Anita Fabiani.

Ora, scusate l’ingenuità, quale è (cito) lo “adeguato supporto che, specie negli ultimi tempi, è mancato. “?

Comunque, mettere tutto online – compreso il regolamento del Consiglio di Facoltà che non trovo (sarà io a non trovarlo o non c’è) – sarebbe un risparmio non solo economico per tutti.

facciamoci forza

Paolo Villani


Sdoppiamento di personalità

Sono stato – assieme ad Enrico Escher, a Gianluca Reale ed all’allora preside Pioletti – uno dei promotori del progetto Step1. Dopo aver salutato la partenza del vascello ho poi cercato di tenermi sempre informato sulla sua rotta, e qualche volta sono persino accorso per dare una mano ai naviganti se rischiavano di incagliarsi in una secca o di arenarsi nella sabbia degli anni. Adesso probabilmente qualcuno si aspetta che io intervenga con qualche proposta risolutiva. Questa volta, credetemi, non è così. Posso solo provare a spiegare perché le richieste accennate nella lettera mi sembrano molto sensate, come mi pare sensato sospendere gli aggiornamenti e preannunciare la chiusura del giornale se la facoltà (vale a dire la maggioranza di noi professori) non si affretterà ad accettarle tutte, nessuna esclusa.

Ma prima è giusto rivelare alcune imbarazzanti verità circa il mio stato di salute mentale. Sono pazzo di Step1, di Radio Zammù, di tutti gli altri embrionali strumenti di comunicazione studentesca che, per quanto effimeri, per quanto imperfetti, vedo comparire sul web o attorno al web. Nei loro confronti soffro di uno stato di sdoppiamento di personalità pressoché totale. Tale disturbo dissociativo della coscienza nel mio caso è molto grave. Chi sono io? Non lo so. Non mi è chiaro se a scrivere in questo momento è un docente della facoltà di Lingue dell’università di Catania, preoccupato del buon esito di un eccellente esperimento didattico, oppure uno degli apprendisti redattori dello stesso Step1. Ciascuna delle due personalità potrà assumere il controllo dei miei comportamenti ed interagire con voi senza riuscire a rendermene perfettamente conto.

In basso a destra dell’home page di Step1 c’è un link quasi invisibile dal quale si entra nel backstage della redazione: un posto incasinatissimo dove si discute sempre, fioccano ordini e contrordini, e qualche volta sembra che tutti sono diventati matti e allora bisogna solamente sperare che ogni cosa proceda secondo le consegne affidate. Lì dentro si parla di professori, di presidi e persino del rettore con una familiarità che sarebbe sconveniente rivelare, si accendono allarmi rossi per segnalare gli errori blu di un titolo, si alternano i suggerimenti e le critiche, si scrivono cose che nessuno si sognerebbe mai di pubblicare valutando le indiscrezioni ed avanzando dubbi sull’attendibilità di una fonte. Così è fatta la cucina di un giornale. Io che giornalista non sono, e che per ragioni anagrafiche ho un serio handicap nei confronti dei ragazzi che forse lo diventeranno davvero, l’ho scoperto curiosando nel backstage della redazione di Step1 perché ho il privilegio di avere una password (ce l’hanno settantadue persone, mica poche).

Il senso della vostra lettera mi pare chiaro: state chiedendo ai lettori di entrare in massa nel backstage della redazione. Lo ha colto perfettamente Luca Sofri. “Step into my office” è il titolo del primo singolo dei “Belle & Sebastian’s”, un raro esempio di band collettiva, e il testo fa riferimento al microcosmo del lavoro. La vostra lettera è un invito ad occuparci del vostro lavoro: “We need to talk, Step into my office” come dice la canzone.

Che si può fare per aiutarvi?

Comprendere meglio, credo, cos’è Step1, come funziona e quali sono i suoi problemi. Se è “scuola di giornalismo”, Step1 ha ancora moltissima strada da fare. E non è vero (mi dispiace, Leandro) che lo standard dei suoi redattori sia di un livello superiore a quello della maggioranza dei giornalisti catanesi. Magari fosse così! Avremmo fatto un miracolo. Ma i miracoli probabilmente non esistono e in ogni caso non siamo capaci di compierne. Perciò, finché Step1 rimarrà legato all’università, è indispensabile che il suo editore nomini e retribuisca un direttore, fornisca dei tutors. E, poiché stiamo parlando di un giornale telematico, è indispensabile che vengano messe a disposizione le competenze di un provetto webmaster e una sede per la redazione che sia una “sala stampa” del Benedettini, aperta anche a tutti i ragazzi dei magazine telematici e dei blog indipendenti, perché scrivere sul web non elimina la necessità di conoscersi, di guardarsi negli occhi, di parlarsi. Meglio ancora se la questione di questa “sala stampa” dei Benedettini venisse affrontata in una logica di collaborazione interfacoltà.

Tutte queste cose hanno un costo. Si tratta, ritengo, di costi perfettamente abbordabili. Ma ciò richiederebbero (e qui torno a parlare da docente) una rivisitazione della gestione del Medialab, da ricondurre alle sue finalità originarie di luogo di sperimentazione didattica di qualità e di cerniera con le esperienze professionali esterne all’università.

Fino a che punto il preside di Lingue è consapevole di questi problemi? Fino a che punto ne è consapevole la maggioranza dei professori? Esiste la volontà politica di scommettere sul ruolo sociale che le facoltà umanistiche sono chiamate ad adempiere? Sono faccende di cui, all’interno della facoltà di Lingue, dovremo discutere, perché ritengo che il silenzio sui problemi che avete posto comincia a farsi imbarazzante e non potrà durare troppo a lungo.

Se la facoltà deciderà di continuare a fare orecchie da mercante e di sbarazzarsi di Step1 come di uno scomodo fardello, non è difficile prevedere che esso risorgerà altrove, e in altre forme, in un mondo, qual è il web, che per fortuna è ancora, in buona parte, il “dominio” della libertà e della partecipazione. Avremmo perso tuttavia l’originalità dell’esperimento di una facoltà universitaria che si fa portatrice di un’importante esigenza della città.

Concludo osservando che i numerosi attestati di stima nei vostri confronti sono una bellissima cosa. Dimostrano che tra i blog e i web-magazine degli universitari catanesi esiste un clima di solidarietà veramente fraterno. Vi invito però a stare in guardia: si sta parlando troppo bene di voi, come si fa dei defunti. Step1 non è ancora morto, speriamo. Se continuerà a vivere e a rinnovarsi avrà bisogno di lettori partecipi ed esigenti, non di lodi.

Luciano Granozzi / Red Horse


Bhiiii

Sono troppo abituato a considerare le cose per come sembrano prima ancora di soffermarmi ai problemi di sostanza, soggiacenti. Step 1 mi è sembre apparsa come la parte più colorata, effervescente, dinamica, aperta e, perchè no, esportabile della nostra facoltà.
Laboratorio,palestra, luogo di cazzeggio e sperimentazione; impegno e curiosità. Credo di poter rilevare, fuor di retorica, che contiene la vera essence dell’essere (o del mantenenersi) giovani.
Una sorta di fisioterapia dello spirito. Non lasciamola morire, per carità. Facciamo tutto quanto è nelle umane possibilità della facoltà per appianare tutte le difficoltà (anche se non le conosco
immagino che da qualche parte ci siano). Credo che Step 1 sia una risorsa da incentivare e proteggere.
Troviamo sponsor, operazioni di co-marketing, pubblicità;inventiamoci un mercatino che preveda inserzioni a pagamento (minmo);facciamo sevizi stampa a pagamento su problematiche di pubblica utilità. Sto parlando a ruota libera ma sono disposto a fermare la ruota e a dare il mio contributo.
Sto parlando senza essermi confrontato con il preside ma anche su questo sono disponibile, se può servire. Sarebbe un peccato se Step 1 non ci fosse più, proprio ora che ero entrato nell’ordine di idee di concordare con la redazione la possibilità di una mia collaborazione. Pensavo alla possibilità di commentare on line delle campagne pubblicitarie particolarmente significative facendone delle stuzzicanti case history. Pensavo..ma non sarebbe meglio dire penserei?
Un abbraccio a tutti, affettuoso e fresco al contempo.

Salvo Scibilia


Siate duri e siare chiari

Non credo affatto che Step 1 sia arrivato al capolinea. Siate duri e siate chiari: le parole sono ancora un’arma. Nonostante tutto.

Rosa Maria Di Natale


Sostegno a Step1

Sono con voi e con chiunque abbia ancora il coraggio di fare del giornalismo libero. Non arrendetevi.

Terzostato


Un pizzico di spirito goliardico nel senso migliore del termine

Adesso finalmente ho capito meglio. La redazione non sta chiedendo soltanto di “salvare” step1. Ci chiede sostegno d’opinione contro l’indifferenza degli organi accademici affinché step1 sia messo in condizione di sviluppare il suo progetto di giornale-scuola e di giornale-vero. Leggendo tutti questi post colpisce il contrasto tra i complimenti e gli apprezzamenti di diversi lettori e la modestia dei redattori e dei collaboratori, ciascuno dei quali ci ha raccontato la propria storia senza darsi troppe arie. Se posso aggiungere un complimento mio, mi è sempre piaciuta la propensione di step1 per l’ironia. Guardando le vostre foto adesso ho compreso che al vostro interno c’è anche un pizzico di spirito goliardico nel senso migliore del termine. Tutto ciò vi rende simpatici. Del resto la durata della vostra impresa, quattro anni non sono pochi, fa comprendere che la continuità, oltre che dalla vostra perseveranza è frutto della necessità che si avverte di un giornalismo meno paludato, più spigliato. Noi, i lettori, ci siamo. Speriamo che anche la vostra facoltà ci sia.

Gi.Ale


Solidarietà a Step1 sul Forum della facoltà di Lettere

Segnalo i due messaggi dedicati a Step1 che sono comparsi sul Forum della facoltà di Lettere.

http://www.flett.unict.it/internals/forum/viewtopic.php?f=10&t=203
____________________
A. Di Grado il 1 luglio 2008, 12:17

Una triste notizia, per chi abbia a cuore l’informazione e il dibattito all’interno delle nostre Facoltà: step1 chiude.

http://www.step1.it/v2_open_page.php?id=4469

Noi del Forum della facoltà di Lettere non possiamo che augurarci che step1 viva e il confronto continui.

A. Di Grado
____________________
marina.mongiovì il 2 luglio 2008, 14:32

Davvero una brutta notizia. In una città come Catania pare che le belle realtà tendano a svanire, quasi sciogliersi a causa di un clima insopportabile.

Mi associo a quanto scritto dal prof. Di Grado, mi auguro che Step1 riprenda la propria attività, con l’impegno e l’entusiasmo che ha dimostrato finora.

Marina Mongiovì


Adesso e da qui si resiste

Stimati redattori e redattrici di step1
sono sicuro che l’esperienza non morirà, qualsiasi forma prenderà Catania, quella vera, quella libera, quella che pensa, quella che non si arrende ha bisogno di voi Catania, quella dei burattinai (e di tanti “per bene” burattini), delle clientele, del “meglio che non ti informi veramente prima che ti metti a pensare”, o vi ignora o vi teme. E se rischiate di chiudere, vuol dire che vi teme, vuol dire che avete fatto un buon lavoro, vuol dire che è arrivato il momento di dire e di sentire soprattutto dentro di voi: “adesso e da qui si resiste”.

con stima

Toti Domina


D’accordo ma non esageriamo

Certamente vanno ringraziati tutti quelli che solidarizzano con step1, alcuni toni tuttavia mi sembrano eccessivi. Qui si sta parlando di ottenere i mezzi per rilanciare un’attività universitaria che potrà contribuire a migliorare il “vivaio” dell’informazione a Catania. Sbaglio?

Joan Perez


Non mollate!

Step 1 ha rappresentato in tutti questi anni non solo una meravigliosa palestra per tutte le giovani penne di questa università, ma ha anche provato ad essere una voce dissonanante nell’asfittico e monocorde panorama dell’informazione in questa città. Una città che continua a mostrarsi oramai sempre più assuefatta ad una squallida situazione di sfacelo morale e materiale, piuttosto che voler dare segnali di vitalità gioiosa e costruttiva.

Per queste ragioni, oltre che per esserne stato un saltuario collaboratore, mi sembra semplicemente assurdo che l’esperienza di Step 1 possa concludersi proprio in questo momento in cui i mezzi d’informazione “alternativa” potrebbero risultare così utili a tenere desta l’attenzione sulle problematiche spesso occultate dall’informazione “ufficiale”. E mi sembra ancora più assurdo che ci sia chi non voglia continuare più a supportare una voce che anzi dovrebbe essere rilanciata. Più alta e più forte.

Forza ragazzi, non si può e non si deve mollare!

Fabio Chisari

Altro che allarmismo…

Non c’è allarmismo, affatto, nell’appello di Step1. Ed è un errore grave a mio parere considerarlo tale.

Le piccole, ma grandi e vitali, cose che bastano a far crescere e consolidare il progetto di Step1 (e che sono assurdamente mancate) sono il segnale – quanto meno – di una grave sottovalutazione culturale di quella esperienza.

Sono un segnale anche della tragicomica autoreferenzialità – spesso – degli accademici.

Chi scrive, nel suo piccolo, non si assolve affatto, anzi. 

Correggere questo errore è necessario. Ma presto. Altrimenti saremo ridicoli assai.

Concordo con la necessità che tutti gli atti della vita della facoltà – regolamenti, verbali di sedute di commissioni e consigli di facoltà – vengano quanto prima (in tempi realistici ma celeri) messi in rete. Per una questione di trasparenza ed efficienza – non rinviabili – della vita della facoltà. E’ un bene per tutti, e credo che oggi tutti ne siano consapevoli.

senza Step1 la nostra facoltà – ma anche l’Ateneo in fondo – sarebbero ancor più grigi. Sono daltonico, ma non amo il grigio.

Attilio Scuderi

E che non abbia fine

Frequento quest’università da diversi anni ormai, tra laurea triennale e laurea specialistica. In questo lasso di tempo ho avuto modo di conoscere diverse persone che hanno fatto o che fanno parte della redazione di step1. Talvolta perchè un mio o una mia collega è entrato a far parte di questo gruppo, talvolta perchè, da studente o da Consigliere di Facoltà, mi ci sono trovato a discutere per questioni di materie in comune oppure per problemi universitari o comunque legati ad un tema specifico affrontato dal giornale.

Come diversi di loro sanno, ho sempre avuto un bel dialogo con i redattori che conoscevo o che mi capitava d’incontrare, anche se non sono mancati i punti di scontro, soprattutto per questioni politiche (ma il confronto si è sempre mantenuto entro toni pacati e piacevoli); a maggior riprova, spesso, soprattutto negli ultimi tempi, non è mancata la mia disponibilità per eventuali iniziative e collaborazioni, soprattutto in ambito istituzionale.
Tuttavia, ricollegandomi proprio a quest’ultima parola, il motivo del mio commento non è e non vuole essere di carattere personale: non mi va di parlare della bontà di questa o quella persona, delle simpatie nei confronti di Tizio o delle antipatie nei confronti di Caio.

Scrivo questo messaggio per sollecitare chi di dovere a non porre fine a quello che è un laboratorio di formazione per chi decide d’intraprendere la strada del giornalismo, come passione o professione. Perchè, seppure in una situazione di profonda crisi, una situazione che fino a qualche ora fa ha visto il rinnovo della possibilità, piuttosto forte, di attivazione del numero chiuso in tutti i Corsi di Laurea del nostro Ateneo, le risorse per il mantenimento di una struttura come quella di Step1, con tutto ciò che questa comporta, si possono e devono trovare, a prescindere dai finanziamenti esterni di sponsor o altro.

Scrivo quindi questo messaggio, in qualità di Rappresentante degli Studenti, oltre che di semplice studente di questo Ateneo, non solo per esprimere la mia solidarietà alla redazione di Step1, ma anche per rinnovare, così come già feci in occasione della riunione generale prima della lettera di protesta ed in momenti precedenti, la mia disponibilità per eventuali azioni nell’ambito universitario e non.

Claudio Piticchio
Rappresentante degli Studenti della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Catania
Rappresentante per la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Catania presso la Consulta degli Studenti d’Ateneo

Solidale

A tutta la redazione di Step 1

innanzitutto grazie per esserci stati ed esserci ancora nonostante tutto e grazie per aver dato voce non solo alla vita universitaria ma anche a tante altre esperienze culturali fuori dall’Ateneo!

Non demordete e cercate di farvi sentire in alto loco: al prossimo Consiglio di Facoltà dovete portare la vostra, ma è anche nostra, situazione perché il Preside possa e debba risolverla.

Sono sicuro che riuscirete a vincere una battaglia che non dovete ritenere persa in partenza: i tempi saranno lunghi, le menti poco elastiche, ma la forza delle idee e la loro realizzazione concreta devono essere pesanti come massi e sfondare ogni porta chiusa!

A volte sembra inutile, ma va fatto!

Sono solidale con voi e con la vostra causa

Marco Longo

Pro Step1

Sono con voi, continuate a difendere il vostro lavoro e ciò in cui credete.

Coraggio!

Gogo


Cordi-al-mente

Cari studenti lettori e redattori di Step1,

vi scrivo con affetto e simpatia. Ho letto saltuariamente, lo riconosco, sia gli articoli di Step1 (e Iblalab) e ascoltato volentieri sulla via di Ragusa Radio Zammù – a volte un po’ troppo rumorosa ma di buon livello, musicalmente parlando.

La possiblità che avete di esprimere liberamente opinioni  e di continuare ad essere voce degli studenti e commentatori di eventi e fatti è indiscutibile, e va ribadita e continuata.

Non tutti gli studenti di tutte le facoltà hanno questa possibilità, e se così è non rinunciate a proseguire.

La burocrazia italiana impastoia sempre tutto ciò che vale, ma districarsi dal bandolo sia il vostro viatico.

Buon lavoro, e non spegnete i giovanili furori!

Cinzia Emmi 

Pensieri e prudenza

Non voglio soffermarmi sui meriti di step1 né sul suo valore o sulla giustezza della sua presenza in Facoltà prima e in Ateneo poi.
Non vorrei neanche commentare la scelta dei redattori di ‘fermarsi’ o ‘sospendersi’ in attesa che qualcosa succeda; e qualcosa sta succedendo, per lo meno a giudicare dalla partecipazione al Forum di chi, come me, normalmente legge i forum ma raramente, molto raramente, vi partecipa.

Vorrei con prudenza suggerire che, pur nell’efficacia appena ricordata, l’attesa pura a che tutto ritorni com’era o migliori forse non è sufficiente se il risultato che si vuole ottenere non sono soltanto dimostrazioni di solidarietà, piacevoli e incoraggianti, per carità, ma non risolutive.

Come ha detto prima di me anita fabiani perché non si porta tutto in una sede istituzionale come il Consiglio di Facoltà e se ne discute? Se ne può parlare prima, ci si può preparare alla discussione ma ritengo che sia quello l’unico luogo in cui si possa avviare un vero e proprio percorso di sostegno, recupero ecc.

Molti di noi non si sono mai tirati indietro nel sostenere studenti e studentesse nelle loro richieste e talvotla battaglie, e non lo faremmmo neanche queta volta, tanto più che la questione non è ‘meramene studentesca’ ma credo sia più propiamente di Facoltà.

Agite quindi, e agiremo con prudenza ma, spero, efficacia.

Francesca Vigo

Un senso di comunità che va oltre Step1 com’è

Intervengo ora, dopo il post di Sara Mostaccio per dire che, se la “vertenza” dei redattori di Step1 in questo momento è con l’editore-facoltà, l’idea di un web-magazine universitario aperto a tutti è stata fatta propria non soltanto da studenti di Lingue. Ci sono ragazze e ragazzi di altre facoltà, ci siamo noi già laureati, ci sono dieci e cento e domani mille forum, blog, magazine indipendenti: c’è il bisogno di un cantiere sull’informazione a Catania. La vostra “tribù di zammù”, pur avendo più di mille iscritti, non aveva mai visto tanti interventi in un topic, non credo che fosse mai successo. Questi post dimostrano l’esistenza di un senso di “comunità” che va oltre Step1 com’è stato finora. Vi auguro che le vostre richieste siano accolte. Penso che all’interno della facoltà di Lingue non ci siano soltanto docenti “autoreferenziali”, come ha scritto qualcuno. Saranno stati distratti e indifferenti, ma non credo che siano così stupidi da mollare il progetto. Perciò, cari redattori, prevedo che al più presto la palla tornerà a voi e allora dovrete dimostrarci di aver meritato tanta fiducia. Il mio augurio è questo.

Isa

Sono sorpreso

Non pensavo che dietro step1 ci fosse tutto questo gran po’ po’ di persone, però!

Dodo


Lettera aperta a…

Chi deciderà le sorti di Step1, di fatto e al di là delle formule di circostanza.

Buongiorno, scrivo questa mia che mi auguro spoglia di ogni retorica.
Lasciamo da parte l’aspetto umano, ovvero la passione ( c’è altro termine da usare quando un redattore si paga di tasca propria il viaggio per andare alla convention dei giornali universitari?), il tempo, l’energia e quant’altro chi vi lavora mette in campo.
Lasciamo da parte l’incrementante professionalità di queste persone e pure quanto conti questa attività nel percorso formativo di chi (e non solo) frequenta una facoltà dove la comunicazione è parte essenziale.
Lasciamo da parte i confronti qualitativi o di professionalità rispetto ad altre testate, quotidiane o meno che siano.
Lasciamo da parte queste e ogni altra voce che esuli dal risultato raggiunto, e veniamo al punto.

Può piacere o meno, trovare o meno condivisione di punti di vista, possono esserci molti fattori soggettivi di valutazione, ma ciò che conta è che, al fin delle danze, oggi Step1 è di fatto una testata che si è conquistata una sua totale dignità in quanto tale e un numero di lettori che quotidianamente ne fruiscono anche AL DI FUORI della cerchia universitaria, con ciò che di buono per l’Ateneo ne consegue.
Ovvero Step1 è a tutti gli effetti una delle testate siciliane, ben più in là di quel laboratorio iniziale da cui partiva.

E’ quindi questa la palla che si trova in mano chi deciderà REALMENTE delle sorti di Step1, ovvero mettere in atto le azioni necessarie per la vita ed il mantenimento del livello ora raggiunto (senza che chi vi lavori debba “cantare e portare la croce“) oppure decretarne, di fatto, la fine (che poi sia lenta agonia o pallottola al cuore non cambia).
E della scelta fatta dovrà assumersi onori ed oneri.

Da cui, la mia semplice domanda: chi deciderà, qualora optasse per la seconda ipotesi che ho paventato, è sicuro che sia cosa per la Sua immagine (e conseguente tornaconto) produttiva ?

Può sembrare domanda cinica, di fatto non la ritengo da trascurare, anche perché sarebbe paradossale sancire la fine di Step1 e nel contempo dover ricorre ad acquistare pagine di giornale per divulgare l’attività dell’Ateneo; o quantomeno così credo.

Personalmente mi spiacerebbe molto, per l’aver fatto parte, seppur a distanza, di quest’esperienza, per averla vista crescere e raggiungere l’attuale livello e – come dicono gli inglesi – “ last but not least “ perché non avrei più la possibilità di vedere cosa succede a Catania e in Sicilia, scritto dal di dentro né di leggere più questa voce, cosa che, a oltre 1000 chilometri di distanza (Trieste), faccio quotidianamente.

Concludendo, lascio l’indirizzo del mio sito internet www.tonipiccini.it ove tra i links preferiti compare Step1, e credo ciò sia dimostrazione di quanto scritto nella presente.

Con rispetto
Toni Piccini

 
Si discuterà nel consiglio di facoltà se…

Con riferimento al suggerimento, molto di buon senso, della prof.ssa Vigo, mi permetto di osservare che spetterà allo stesso preside, ai docenti o ai rappresentanti degli studenti portare la discussione nel consiglio di facoltà, se ne discuterà in quella sede se saranno loro a chiederlo…

 
Dell’aprire e chiudere porte, e spalancare finestre

Dato che è una vita che apro e chiudo porte, sebbene mi stia facendo le ossa, o meglio i muscoli, preferirei spalancare finestre. Preferibilmente con vista sul mare. Sebbene abbia scricchiolato parecchio, spero che questa finestrella sul mondo che è Step1, così particolare e soprattutto funzionale, si riesca a riaprirla.

Non mollate

Sono qui grazie alla cara blogger Valeria in arte Aira.
Sarei grato se questa bella iniziativa continuasse a coltivare questo progetto tanto importante per dei giovani. Un’esperienza sicuramente formativa per tutti.

Con stima a tutti coloro che collaborano per Step1 e specialmente per la Valeria.

In bocca al lupo.

Marco

Redazione Step1

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