Quando Max Schmeling finì KO

da sikeloi
riceviamo e volentieri pubblichiamo

L’incontro di rivincita del 22 giugno 1938, allo Yankee Stadium di New York, non fu solamente uno dei tanti incontri del secolo, fu “l’incontro del secolo”, anzi, “battle of the century”, “la battaglia del secolo” tra il male ariano ed il bene, vestito di nero in questo caso. Per la verità, più che essere stato, fu presentato, fu propagandato come tale! Doveva servire a contrastare e negare, se non addirittura ad umiliare, l’autoreferenziale e folle superiorità hitleriana. Un po’ come aveva fatto, due anni prima, Jesse Owens, alle Olimpiadi di Berlino.
In effetti, “brown bomber”, “il bombardiere nero”, Joseph Louis Barrow, meglio noto come Joe Louis, riuscì a vendicare la sconfitta del 19 giugno 1936, con una sonora vittoria per KO alla prima ripresa.
Tra i meno scontenti (forma eufemistica per dire “tra i più felici”!) di quell’epilogo, proprio Max Schmeling, accolto dal civile pubblico newyorkese con un ininterrotto lancio di immondizia dagli spalti! In un’intervista del 1975, così ricordava quella sconfitta: “Guardando indietro, sono quasi contento di aver perso quell’incontro. Provate a immaginare se fossi tornato in Germania con una vittoria. Non avevo nulla a che fare con i nazisti, ma mi avrebbero dato una medaglia. Dopo la guerra avrei potuto essere considerato un criminale di guerra”!
Ed in effetti, per quanto spesso strumentalmente utilizzato dalla propaganda nazista, avendo anche fatto parte dei fallschirmjäger, i paracadutisti della Luftwaffe, Schmeling non fu mai vicino al regime, da cui fu anzi messo da parte, accantonato, per il suo scarso entusiasmo nei confronti di Hitler, del reich, della guerra e, viceversa, per le sue idee pacifiste e liberali.
In realtà, era un uomo timido e di umili origini, fu un uomo buono! La notte tra il 9 e 10 novembre 1938, la “notte dei cristalli”, la notte del pogrom nazista, dei saccheggi e dei massacri contro gli ebrei, non ebbe tentennamenti nel salvare, nascondendoli in casa, i due figli dell’amico David Lewin.
Mi piace pensare che egli piacesse anche a tanti suoi compatrioti proprio per il suo essere così diverso dall’immagine stereotipata che di essi se ne aveva, in quegli anni. Non tutti, ovviamente, si sentivano ariani, superiori, o erano antisemiti. Non tutti, insomma, erano cattivi! Ma troppo spesso lo dimentichiamo!
Pare che di lui si fosse infatuata la stessa Eva Braun, compagna e, nell’ultimo giorno di vita, il 30 aprile 1945, moglie di Adolf Hitler. Nel suo diario, l’11 marzo 1935, così scriveva: “Vorrei essere gravemente malata e non sentire più nulla di lui per almeno una settimana. Perché non mi accade nulla? Perché devo passare tutto questo? Se solo non avessi mai messo gli occhi su di lui! Sono assolutamente miserabile”! Eva Braun era anche estremamente gelosa (più che altro, credo la invidiasse!) di Anny Ondra, una delle attrici predilette di Alfred Hitchcock, che Schmeling sposò nel 1933 e con la quale visse fino al 1987, anno della morte di lei.
Dopo la guerra, anziché essere considerato un criminale, come aveva ironicamente temuto, grazie proprio all’interessamento di Joe Louis, ottenne una licenza per l’imbottigliamento della Coca-Cola in Germania.
In seguito, stette egli vicino al suo vecchio avversario, mai nemico, negli anni dell’eroina, delle difficoltà economiche, della malattia. Max Schmeling è morto a 99 anni compiuti, il 2 febbraio 2005, tredici anni dopo essere stato inserito nella International Boxing Hall of Fame. La prestigiosa rivista The Ring lo ha inserito al 55-esimo posto, tra i migliori di sempre.

Mi si dirà: che ci ficca tutto questo con un presunto blog sulla memoria siciliana? Nulla, assolutamente nulla! Era solamente il doveroso tributo di un amante della boxe, della vecchia boxe (dal 1976, tredicenne, al 1990, anno del mio matrimonio, non perdetti un numero di Boxe Ring!), nei confronti di uno dei più grandi, secondo “il mio personalissimo cartellino” (come direbbe il buon Rino Tommasi), insieme a “cinderella man” James Braddock, al grandissimo e sfortunato Salvador Sanchez, a Pipino Cuevas, a Roberto “manos de piedra” Duran e tanti altri. Max Schmeling è stato anche un grandissimo uomo, una persona perbene.
Ecco, pensandoci bene, qualcosa potrebbe invece entrarci! In talune aree è invalsa la sgradita e sgradevole abitudine di disprezzare il meridionale! Se poi parliamo di siciliani, peggio di peggio! Per definizione, chi è nato al di sotto del 38-esimo parallelo è, come minimo, un mafioso! Oltre a tutto il resto. Ed invece le persone dovrebbero giudicarsi singolarmente, per quello che sono, una ad una!
Il lupo non è mai così cattivo come lo si dipinge! Tra l’altro, prima di parlare e di giudicare, sarebbe bene conoscere la storia, quella vera intendo. Sarebbe bene ci si impegnasse un po’ di più, in tal senso. Sempre! Tutti!Da parte mia, magari proverò ad essere un po’ meno intransigente e prevenuto nei confronti di chi dovesse provenire da più su del 44-esimo parallelo!

 

Redazione

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