Quando il Vicerè Caracciolo mandò in soffitta la Santa Inquisizione spagnola

NELLA RICORRENZA DELL’ANNIVERSARIO DELLA SOPPRESSIONE DEL SANTO UFFIZIO, L’FNS PROPONE CHE SI ORGANIZZI IN TUTTO IL TERRITORIO REGIONALE UNA GRANDE MOSTRA SULLA SICILIA DEL ‘700

Nel mese di marzo del 1782 (sette anni prima che avesse inizio la “Rivoluzione Francese”), nel Regno di Sicilia – su proposta del Vicerè Domenico CARACCIOLO – venne abolito il TRIBUNALE del SANTO UFFIZIO, che era quella “oscurantista” ed aborrita Istituzione passata allo storia come “SANTA INQUISIZIONE”.

Ovviamente, questo grande passo verso il progresso ed il rispetto dei Diritti dell’Uomo fu reso possibile dalla volontà dello stesso Re di Sicilia, Ferdinando III di Borbone (che era anche Re di Napoli con il titolo di Ferdinando IV).

La soppressione del “TRIBUNALE”, peraltro, restituiva allo STATO (leggi: Regno di Sicilia) la pienezza della propria Sovranità, continuamente insidiata dalle invadenze del “Potere” religioso dello stesso Santo Uffizio.

Si aggiunga che il Tribunale suddetto aveva un ingente “patrimonio” ed un bilancio di ben 3.530 onze. Era, inoltre, uno “STIPENDIFICIO” ante litteram, con 3.410 dipendenti veri e propri e con un seguito incalcolabile di persone che, in un modo o nell’altro, collaboravano all’esterno delle strutture, a vario titolo. E ne ricavavano compensi e favori.

Non ci allarghiamo ulteriormente se non per sottolineare che la “Nazione Siciliana”, nel secolo XVIII, attraversava un periodo di grande crescita culturale (e non solo), le cui testimonianze sono facilmente documentabili e “riconosciute” in tutta l’Europa. Tranne che, ovviamente, nella Sicilia di oggi, soggetta a quei “programmi” di DE-SICILIANIZZAZIONE, di Deculturazione e di Alienazione culturale, che l’FNS “Sicilia Indipendente” non si stancherà mai di denunziare e di contrastare.

Il coraggioso provvedimento fu, nello stesso tempo, attuativo e propulsivo di quei princìpi della cultura ILLUMINISTA europea, presenti anche in Sicilia più di quanto comunemente non si creda.

Per completezza di informazione, dobbiamo riferire che la quasi totalità dei fondi, dei beni e delle risorse del soppresso Sant’Uffizio, furono, contestualmente, destinate al finanziamento ed al mantenimento di nuove importanti Istituzioni culturali e sociali, fra le quali: l‘ORTO BOTANICO, l’OSSERVATORIO ASTRONOMICO e la benemerita ACCADEMIA DEGLI STUDI che, dal 1806, sarebbe diventata l’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI di Palermo.

La cultura siciliana primeggiava, comunque, nelle Scienze, nelle Arti, nell’Urbanistica, nella Letteratura (gran parte della quale in LINGUA SICILIANA) ed in tanti altri settori.

Per queste e per altre considerazioni, gli Indipendentisti FNS ripropongono che, in tutte le grandi e piccole Città siciliane, si realizzi una mostra seria, completa, generale, della Sicilia del 1700, nel suo insieme e nelle singole realtà territoriali.

Si darebbe, così, una immagine più veritiera della Sicilia del periodo “illuminista” e si smentirebbero i falsari ed i manipolatori della verità.

Inoltre – ed in modo determinante – si aprirebbero le porte della Sicilia ad un flusso turistico di grandi dimensioni. Fra gli altri obiettivi, si raggiungerebbe quello di portare in Sicilia almeno 100 milioni di TURISTI l’anno. Un obiettivo “possibile”, al quale la Regione siciliana non sembra tenere molto.

Sarebbe utile ricordare, in proposito, il grande successo che ebbe, qualche decennio fa, la mostra sul ‘700 NAPOLETANO, organizzata nella Città di Napoli dal Sindaco dell’epoca, BASSOLINO. Una mostra, quella, che ancora oggi viene citata come rivelatrice di tesori e di “primati” inimmaginabili,nonché per l’effetto “SORPRESA”.

In Sicilia, con un sano spirito di emulazione, si potrebbe fare di più e di meglio.

 

Giuseppe Sciano

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