Quando anche le fermate del bus diventano solidali L’ideatore: «C’è povertà ma ci si vergogna a chiedere»

Da qualche giorno girano sui social le foto di una fermata dell’autobus particolare: nel posto solitamente
riservato alla cartellonistica pubblicitaria, è stato poggiato del cibo, corredato dalla frase «Se hai bisogno
prendi quello che vuoi». Su facebook l’immagine ha raggiunto nel giro di poche ore più di tremila
condivisioni
. Qualcuno riconosce la zona: Uditore. «A Palermo le fermate degli autobus sono disastrate – scrive Marcello – però i Palermitani sono buoni d’animo». 

In via Uditore, all’altezza del civico 12/S, alla fermata in effetti c’è e anche del cibo. Al posto del latte che si vede in foto una
scatoletta di mais, la salsa è sparita però qualcuno ha poggiato del tonno, una merendina e un pacco di
biscotti. Ci sono anche delle riviste. Per terra una scritta usurata «L’attesa non può essere solo
una perdita di tempo, approfittane», seguita da una firma: Fenfer. La panchina è stata verniciata di recente. 

«È una cosa bellissima» commenta un ragazzo. È appena uscito dal portone di fronte alla fermata, indossa
una giacca jeans sotto un giubbino nero in pelle: «Mi sono trasferito da poco, vivo fuori, vedere una cosa del
genere fa sperare bene
».
«In realtà è la prima volta che la vedo – ammette un altro passante – penso sia una bella iniziativa, si
dovrebbe fare un po’ ovunque per aiutare tutta la gente che è un po’ più sfortunata».
Una ragazza con i capelli raccolti in uno chignon passeggia con il cane, insieme a lei c’è un ragazzo con una felpa
verde. «Sinceramente non me ne ero accorto – dice – speriamo ne usufruisca qualcuno che ne ha
veramente bisogno e non la solita gentaglia che per scaltrezza passando distrugge tutto. Mi auguro che un
gesto così nobile venga apprezzato e replicato da più persone». Il tempo di salire a casa e, dopo qualche
minuto, i due ragazzi tornano alla fermata. Questa volta con dei pacchi di pasta in mano. «Quando sei giù
con il cane magari non ci pensi a lasciare qualcosa – commenta la ragazza – Ora che ne abbiamo avuto
l’occasione abbiamo pensato di posare un pacco di pasta». 

Una signora sulla quarantina, vestita in beige aggiunge: «Sono tornata a Palermo nel fine settimana. Ieri
passeggiando con il cane, mi sono fermata e sono rimasta piacevolmente stupita. Mi sembra una bella
iniziativa». Ha scattato qualche foto, ne parlerà con i suoi colleghi di Roma. «Mi chiedo chi sia stato l’autore – continua – se una persona del quartiere o invece qualcuno che viene da fuori».
Un ragazzo sulla trentina si sofferma a leggere il foglio che invita a prendere qualcosa: «Se hai bisogno
prendi ciò che vuoi – ammette di essere rimasto colpito – Finora non avevo mai visto una cosa del genere.
Ancora oggi ci sono delle belle persone. Chi ha fatto questa cosa ha cuore ed è tanto generoso». 

Anche lui,
come la signora in beige, è curioso di conoscere l’autore del gesto: «Sinceramente non so chi sia – dice – e
lo vorrei proprio sapere».
Sono in tanti a chiederselo ma nessuno, tra i passanti, sa chi abbia abbellito la fermata, ormai in disuso, di via
Uditore. «Ho visto un ragazzo che lavorava» spiega una signora appena uscita dal portone. «C’erano due
ragazze l’altro giorno – ricorda una giovane – però non so chi fossero».
«Potrebbe essere chiunque – commenta un’altra condomina – In questo momento credo che siamo tutti
molto sensibili a quello che sta avvenendo. Non ha importanza chi è, l’importante è che venga fatto».

L’unico indizio è una firma sbiadita, Fenfer sotto all’invito ad approfittare dell’attesa. Decidiamo allora di cercare
sui social, e lo troviamo. Fenfer è uno gnomo, lo pseudonimo dietro al quale si cela Marcello Fenoaltea,
da anni attivo nel sociale, ideatore della Città dei Ragazzi. «Da quando c’è questo lockdown prendo il
reddito di cittadinanza – spiega – mi sono sentito fermo. Allora mi sono guardato attorno e ho deciso di
rendermi utile al mio quartiere».

Marcello ha cominciato dipingendo le panchine, poi ha trovato per terra, accanto a un contenitore della
spazzatura un quadretto liberty. «Era un particolare degli affreschi del Basile di Villa Igiea – racconta – ho
deciso di utilizzarlo per abbellire la fermata. Quello è tutto materiale riciclato».
In un primo momento, Marcello aveva pensato di istituire nella fermata di via Uditore 12 un punto free
book
, poi però è diventata una fermata solidale: «Con questo lockdown purtroppo la povertà è aumentata
e la gente si vergogna pure a chiedere. L’idea – conclude – è quella di creare più punti del genere in città,
coinvolgendo volontari anche in altri quartieri».

Maria Vera Genchi

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