Il consiglio comunale di Augusta ha approvato, ieri sera, la mozione di indirizzo presentata dal consigliere di minoranza Marco Niciforo per impegnare l’amministrazione a «predisporre azioni e procedure nei confronti del ministero della Difesa e di MariSicilia Augusta allo scopo di evitare la riattivazione del poligono di tiro di Punta Izzo». Dopo una discussione durata circa tre ore, all’unanimità, i 22 consiglieri comunali presenti hanno votato a favore. Gli attivisti di Punta Izzo Possibile, che da anni lottano per la tutela di quel lembo di costa augustana, avevano chiesto già in estate la convocazione di un consiglio comunale tematico.
«In questo modo l’amministrazione comunale si impegna a impedire il ripristino del poligono di tiro con azioni amministrative, politiche e giudiziarie», commenta a MeridioNews Gianmarco Catalano, uno degli attivisti del coordinamento Punta Izzo Possibile che, in aggiunta alla mozione approvata, avevano messo sul tavolo la proposta di fare di Punta Izzo un parco naturalistico, archeologico e letterario chiedendo anche l’apposizione di un vincolo culturale per il valore del luogo. «Questo non è rientrato ma abbiamo comunque fatto un passo avanti importante nella direzione più urgente. È vero anche però – lamenta Catalano – che la posizione dell’amministrazione comunale ci lascia comunque perplessi: non è stato chiarito se si intende fare ricorso né quali sono le azioni concrete da mettere in campo per impedire il ripristino del poligono di tiro. L’impressione – aggiunge – è che l’amministrazione non si sia ancora resa conto del ruolo politico e tecnico che può avere in questa situazione».
A palazzo San Biagio non erano presenti rappresentanti della Regione, del libero consorzio, dalla Sovrintendenza, del genio militare dei ministeri dell’Ambiente e dei Beni culturali che erano stati invitati. «Ma soprattutto – sottolinea Catalano – l’assenza in aula più pesante è stata quella della Marina militare che non ha nemmeno fatto pervenire una nota». C’era invece un componente del comitato misto paritetico della Regione, Daniel Amato, che «ha confermato le nostre obiezioni in merito alla validità dell’autorizzazione paesaggistica della Sovrintendenza sulla conferenza dei servizi che – ricorda il promotore del coordinamento – non si è mai fatta, optando invece per una procedura ordinaria». E questo è uno dei motivi del ricorso presentato in seguito al diniego di accesso della Marina ad alcune informazioni ambientali che, per legge, sono soggette a obbligo di pubblicazione.
La battaglia contro i progetti militari sul tratto della costa di Augusta, soggetto a vincolo militare e che fino ai primi anni ’90 è stato utilizzato come poligono per le esercitazioni a fuoco della Marina e delle altre forze armate italiane e Nato, va avanti da mesi. Tra sopralluoghi, denunce pubbliche, richieste formali di accessi agli atti negate, ottenimento di documenti da cui si è riusciti a scoprire i dettagli della riattivazione del poligono militare. Oggi risulta inattivo, ma l’intero promontorio continua a essere negato alla comunità. Inoltre, l’area in questione non è mai stata bonificata né messa in sicurezza. Circa un mesa fa si è avuta la conferma del progetto da 4 milioni di euro che prevede la «demolizione e ricostruzione del poligono di tiro per le forze armate con il rifacimento della strada di accesso e la realizzazione del piazzale ad esso antistante».
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