«Palermo, come tante città del sud, ha questo tratto per cui quasi tutti siamo maschere. È un teatro continuo, ognuno si inventa nel proprio palcoscenico, e in questo caso il palcoscenico è quello di Ballarò». Il regista palermitano Salvo Cuccia non ha dubbi quando deve indicare il senso del film documentario Prospettiva Ballarò, girato a luglio 2018 durante la settimana di realizzazione di Cartoline da Ballarò, il progetto di riqualificazione urbana nato da un’idea di Igor Scalisi Palminteri e Andrea Buglisi e prodotto da Elenk’art che ha visto coinvolti cinque artisti della scena pittorica palermitana: Alessandro Bazan, Andrea Buglisi, Angelo Crazyone, Fulvio Di Piazza e Igor Scalisi Palminteri, che hanno affrontato altrettanti grandi muri dislocati nel quartiere storico dell’Albergheria, più noto come Ballarò.
«Sono stati gli stessi artisti a pensare a me come regista» racconta Cuccia, autore del doc insieme ad Antonio Bellia. «Eravamo immersi in un’estate torrida, nel pieno di Manifesta e, tranne Angelo Crazyone, gli artisti che hanno realizzato i murales di solito realizzano le proprie opere in studio, in solitudine – ricorda -Ballarò è una delle zone più pregnanti di Palermo, mi sembrava una buona occasione per tornare dentro il centro storico e rifarmi un’idea pure io. L’idea era di non realizzare qualcosa di patinato, ma di andare sulla poetica del momento, sulle persone e sui rapporti tra gli artisti e i residenti. Abbiamo seguito i cinque giorni di lavorazione dei murales fino all’inaugurazione. Credo che dal nostro lavoro venga fuori un quadro anche divertente, con una profonda ironia e un sarcasmo tutto palermitano. E soprattutto il rapporto diretto tra l’arte contemporanea e la popolazione, cosa che invece di solito non avviene».
Il film sarà presentato in anteprima venerdì 25 gennaio alle 20 e 30 presso l’ex cinema Edison, a piazza Colajanni. Ovviamente nel cuore del quartiere che fino a poco tempo fa era noto soprattutto per la convivenza tra i segni della seconda guerra mondiale e ampie sacche di degrado. E che da tempo ha (ri)scoperto la propria identità multietnica, grazie anche all’attiva rete di associazioni (confluite poi in Sos Ballarò) che ogni giorno portano avanti il riscatto del quartiere. Non è un caso perciò che l’evento di di domani sia organizzato dalla cooperativa turistica Terradamare. Da ciò parte la riflessione di Cuccia. «Mi sembra che sia importante lasciare traccia di un episodio significativo per la storia recente della città, un segno di cambiamento – afferma il regista – Cultura e arte dovrebbero essere il primo motore del cambiamento: un aspetto che invece non viene considerato, perché viviamo in un mondo di totale ignoranza, anche voluta, con la politica che spesso tende a navigare su questo mare. Il nostro è dunque un piccolo contributo per avvicinare l’arte alla gente. È una cronaca ma anche un piccolo film, perché i personaggi che appaiono sono molto cinematografici».
Si prevede dunque una grande partecipazione popolare, considerando anche l’ingresso gratuito (e fino all’esaurimento posti). «Sarà un altro momento di contatto col quartiere in tutta la sua varietà – dice – Ho avuto modo di conoscere le persone che ogni giorno vivono e lottano per il quartiere e devo dire che sono rimasto molto sorpreso e anche affascinato dal fatto che si possa dedicare la propria vita, in maniera così costante e strutturata, a una città. Palermo è fatta di cerchi concentrici, e man mano che si prosegue verso l’esterno ti accorgi che ci sono mondi molto più ampi e densi».
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