Progetti di tre nuove linee tram, scelto il vincitore «È la più grande opera di rigenerazione pubblica»

Lo studio ingegneristico di Ruggero Cassata di Palermo è il vincitore del bando di concorso per la progettazione del primo stralcio della fase II del Sistema tram. La decisione, emanata oggi dalla commissione giudicatrice riunita presso l’ex chiesa di San Mattia ai Crociferi, sancisce la fine del primo step del lungo percorso che porterà Palermo a dotarsi di tre nuove linee tramviarie, ovvero le tratte “A” Balsamo-Croce Rossa, “B” stazione Notarbartolo-Libertà, e “C” Calatafimi-Orleans. Questi itinerari, quelli con priorità più alta e la cui progettazione e realizzazione sono interamente coperti dai fondi stanziati con il Patto per Palermo del 2016 (198 milioni di euro), fanno parte di un piano più ampio che prevede in totale sette tracciati che porteranno il tram a collegare il centro con zone quali Bonagia, Mondello e Sferracavallo. 

Per queste altre linee serviranno circa 440 milioni che il Comune spera di reperire tramite un bando del Ministero per le Infrastrutture che scade a fine anno. Palazzo delle Aquile conta di avere un piccolo vantaggio rispetto ad altri enti locali, ovvero il poter produrre lo studio di fattibilità, dato che il bando prevedeva che i partecipanti realizzassero questi documenti per tutte e sette le linee della fase II del Sistema tram. La proposta progettuale decretata come la migliore tra le quattro finaliste (82,13 punti su 100, 15 in più dei secondi classificati) e che è fruttata ai promotori i 100mila euro del primo premio (agli altri andranno invece rispettivamente 50mila, 30mila e 20mila euro), prevede soluzioni interessanti. 

Tra queste la pedonalizzazione della carreggiata centrale di via Libertà tra il Politeama e piazza Croci (sulla laterale di valle è prevista una pista ciclabile bidirezionale e su quella di monte i binari), la pedonalizzazione di un tratto di via Roma, un terzo deposito tram all’interno dell’ex stazione Sampolo, un sottopasso tranviario per connettere viale Regione laterale (monte) con via Ernesto Basile, l’abolizione del terminal Notarbartolo. «E’ – osserva il sindaco Leoluca Orlando – la più grande opera pubblica di rigenerazione urbana mai realizzata a Palermo, anche più del risanamento del centro storico. L’ottica è quella di guardare al futuro, non solo al presente. In fondo la vita di un bus è di sette anni, quella di un tram di 50». Anche se in realtà qualcuno, come il consigliere Fabrizio Ferrandelli, non è convinto che il tram debba far parte del futuro della città, e lo ha dimostrato esponendo cartelli fuori dall’ex chiesa.

Tutte le nuove linee saranno senza catenaria, e i tram saranno bimodali, ovvero potranno circolare senza problemi sia nei percorsi con i fili che in quelli senza, grazie a dei punti di ricarica, e la gran parte del tragitto sarà in sede promiscua (considerando l’estensione di tutte e sette le nuove linee, 18,8 km saranno in sede protetta, 48,4 km ad uso misto). Nello specifico la tratta “A”, che collegherà la stazione Centrale con piazza Giovanni Paolo II si snoderà lungo via Roma, poi all’altezza di via Cavour il binario in direzione Stadio proseguirà lungo via Roma nuova, via Marchese di Villabianca, piazza Leoni, viale del Fante e via De Gasperi, fino alla rotonda. Lì partirà quello in senso inverso, che percorrerà tutta via Libertà e via Ruggero Settimo, girando in via Cavour e quindi in via Roma fino alla Stazione.

Molto più breve invece la tratta “B”, che scenderà lungo via Notarbartolo fino all’incrocio con via Libertà, dove si collegherà alla tratta “A” e ancora giù lungo via Duca della Verdura fino a piazza Giachery. Interessante notare invece come la tratta “C” abbia subìto delle modifiche negli ultimi mesi, dato che inizialmente si pensava il percorso avrebbe dovuto prolungare l’attuale linea 4, partendo da viale Regione siciliana all’altezza del ponte Calatafimi, continuando sulle laterali per poi immettersi in via Ernesto Basile e attestarsi nei pressi della fermata ferroviaria Orleans. Ora invece quello non sarà il punto finale, ma solo una tappa intermedia, dato che i binari scenderanno lungo corso Tukory e arriveranno a piazza Giulio Cesare, dove andranno a riconnettersi col terminal Balsamo, chiudendo così un grosso anello e permettendo la comunicazione diretta tra i due depositi tranviari di Brancaccio e Leonardo da Vinci.

«Tutte le proposte – sottolinea il presidente di commissione, l’architetto Mario Li Castri – sono state di elevato spessore. Hanno espresso anche un buon livello di dettaglio, ma dal canto nostro come commissione abbiamo emanato alcune prescrizioni nei compiti dei soggetti vincitori per migliorare ulteriormente l’impatto sulla città, come la realizzazione contestuale al primo stralcio di parcheggi, l’inserimento della cura e manutenzione degli spazi verdi inerenti ai percorsi, l’approfondimento degli studi sui sottopassi tranviari, sul sistema di smaltimento delle acque meteoriche e sul cronoprogramma con riferimento anche al conteggio del tempo di occupazione delle aree pubbliche, compresi i sottoservizi. Inoltre pensiamo sia necessario il ripristino dei filari e degli alberi preesistenti e la redazione di un bilancio arboreo, nonché il puntare al ridimensionamento dei tratti con la catenaria».

Adesso – eccetto eventuali ricorsi degli altri partecipanti – inizieranno i colloqui tra il Comune e lo studio vincitore per il conferimento dell’incarico relativo alle fasi progettuali successive, che riguardano uno studio di fattibilità più approfondito (quello tecnico-economico), il progetto definitivo, la direzione dei lavori e il coordinamento della sicurezza. Le indagini, che saranno effettuate con dei droni, dovrebbero concludersi entro fine 2018, poi l’anno prossimo si terranno due conferenze di servizi con tutti gli enti interessati. L’obiettivo del Comune è quello di predisporre il bando e indire la gara d’appalto per i lavori entro la fine del 2019: una volta assegnata l’opera, serviranno tre anni di cantieri per realizzare le tre nuove linee prioritarie.

Massimo Gucciardo

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