Scusate l’attesa cari lettori di Step1, ma l’ultima promozione è durata un po’ più del previsto.
Sapete com’è, no? Nel periodo natalizio le promoter sono sommerse di lavoro… A proposito, del fatto che la promoter lavora soprattutto quando tutti gli altri sono in vacanza magari ne parliamo un’altra volta.
Ma torniamo a noi. Dove eravamo rimasti? Ah sì, avere a che fare con le persone, anzi con i clienti. Mettiamo in chiaro fin dall’inizio che persone e clienti agli occhi di chi fa questo mestiere non sono assolutamente la stessa cosa. Quando infatti una persona varca la soglia di un qualsiasi tipo di negozio si trasforma in quell’entità sociale chiamata cliente, caratterizzata da una serie infinita di stranezze.
Come vi ho anticipato nella scorsa puntata, l’unico modo che la promoter ha per sopravvivere allo stretto contatto con i clienti, è capire con chi ha a che fare al primo sguardo.
Insomma, una volta identificato il tipo, la promoter capirà subito come dovrà comportarsi. Per fare questo bisogna suddividere i clienti in diverse categorie, semplicemente in base a come reagiscono quando si cerca di vendere loro la merce in promozione.
Le categorie più esemplificative sono sostanzialmente tre. Vediamole una per una.
La prima è composta dai Simpaticoni. Per lo più uomini, questi soggetti, nelle lunghe ore della promoter tra scaffali, gadget e tacchi alti, sono “il meno peggio” che possa capitare. Ma attenzione ad alcune sottocategorie abbastanza fastidiose: Quelli Che Ci Provano, i Ho L’età Di Tuo Nonno Ma Faccio Il Piacione, e il tipo indigeno dei Faccio Battute Sghezzose Perché Cia Fazzu Troppu Forti Ma Rido Solo Io.
Un esempio tra tutti basterà a farvi capire di che cosa parlo:
Promoter: Salve signore. Abbiamo la bevanda x in promozione. La vuole provare?
Cliente: No grazie signorina, io bevo solo il sangue di mia moglie… perché è dolcissima.
Moglie compiaciuta: Lo lasci perdere signorina, è che gli piace scherzare.
Promoter (che pensa a bocca aperta): ma che caz..?!
Comunque, nonostante piccoli inconvenienti come questo, i clienti sono da apprezzare per l’impegno che ci mettono (dato che “per farti contenta”, comprano quello che vendi), ma soprattutto per le risate, stavolta vere, che ti fanno fare.
La seconda categoria, quasi tutta composta da donne, è quella delle Io Odio Le Promoter.
Nello specifico sono le mogli / fidanzate / compagne dei Simpaticoni che, prese da attacchi assolutamente ingiustificati di gelosia, fulminano i compagni con uno sguardo, e polverizzano la povera promoter con l’altro, colmo di disprezzo. Queste tipe, non solo sono totalmente inutili perché non comprano niente, ma anche dannose perché ti riportano indietro anche quello che aveva preso prima il marito / fidanzato / compagno. Famose anche per distruggere qualitativamente qualsiasi prodotto proponi loro.
Frasi tipiche: “Assolutamente no! Non ne consumiamo di questa roba!” Oppure: “Nooo! L’ho preso una volta e mi sono trovata malissimo. E per giunta costa carissimo! Nooo!”
Ultima categoria: Quelli Che Non Sono Interessati E Te Lo Fanno Capire In Tutti I Modi, anch’essi suddivisi in alcune sottocategorie molto esemplificative.
Primi tra tutti, gli Indifferenti, i quali hanno la capacità di farti sentire la donna invisibile. Ti ignorano e fanno finta di non sentirti come se la tua voce fosse il ronzio di una mosca.
Poi ci sono i Non Voglio Essere Disturbato, che di solito ti zittiscono alzando una mano a mo’ di schermo per difendersi non appena apri bocca.
Dulcis in fundo troviamo i Coraggiosi o Cuor Di Leone. Sono coloro che quando ti vedono da lontano, tirano fuori un’espressione tra lo sconvolto e il terrorizzato e cambiano immediatamente strada, accontentandosi di fare il giro di tutto il supermercato piuttosto che passare davanti a te. E se non possono farne a meno perché gli serve qualcosa nello scaffale accanto al tuo, al posto loro mandano i bambini.
In una giornata di promozione di cose del genere ne capitano davvero tante. Succede di avere a che fare con persone simpatiche e divertenti, gentili e disponibili, ma capita anche di incappare in gente che magari non ha voglia di fermarsi a parlare con te, e spesso ti risponde in modo non proprio cortese…
Ma poi finisce tutto, e quando mancano 5 minuti alla fine della giornata e stai lavando la tua griglietta elettrica che hai usato per fare 16 ore di degustazione di carne, pensi che in fin dei conti questo lavoro non è poi così male.
Una volta fattaci l’abitudine diventa quasi divertente. Impari a vincere la timidezza, impari a stare a contatto con la gente, impari ad essere paziente, impari nozioni di marketing e comunicazione pubblicitaria, impari ad osservare chi ti circonda con occhi diversi.
E poi ti fornisce una quantità enorme di aneddoti assurdi da raccontare agli amici. Vuoi mettere?
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