Processo trattativa, da carte spunta nuova ipotesi Avvocato Milio: «Nessuna minaccia a Berlusconi»

«Ho trovato questo documento tra una montagna di carte consegnate nel 2009». E per quelle carte, come le chiama lui, adesso l’avvocato Basilio Milio chiede una nuova perizia. Lo fa il 12 maggio durante l’udienza del processo sulla presunta trattativa fra Stato e mafia. Solo dodici giorni, e saranno quattro anni esatti dall’inizio del processo. Quattro anni per stabilire se veramente Cosa nostra e i suoi maggiori boss negli anni ’90 abbiano stretto un patto con uomini delle istituzioni, ricattati da un documento denominato papello che ne elencava le richieste per porre fine al periodo stragista. Tutto, o quasi, ruota intorno a una figura chiave, quella di Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco di Palermo, don Vito. E anche la richiesta avanzata dall’avvocato Milio, legale degli ex ufficiali del Ros Mario Mori e Antonio Subranni, riguarda proprio il teste chiave e una famosa lettera destinata a Silvio Berlusconi, vergata forse da Bernardo Provenzano e da consegnare per tramite di Marcello Dell’Utri.

«Facendo un enorme danno al partito a cui lei appartiene: Forza Italia. Questo mio atteggiamento deriva dal fatto che andando di questo passo voi finirete per cedere voti ai vari partiti comunisti che per ora sono in grande affanno. Ed io che sono sempre stato anticomunista e che ho patito anni di carcere per questa mia…». Si interrompe così il primo foglio, quello che Ciancimino jr consegna alla Procura di Palermo durante l’interrogatorio del 29 settembre 2009. Un comunissimo foglio A4 tagliato però sopra e quindi mancante della parte in alto. Esiste però un secondo foglio, che viene ritrovato nel 2005 dagli inquirenti durante una perquisizione nella casa di Ciancimino all’Addaura. «Per questa mia posizione politica, intendo portare il mio contributo (che non sarà di poco) perché questo triste evento non ne abbia a verificarsi». Anche questo documento, in formato A4, viene ritrovato tagliato e mancante della parte sottostante.

«Non due parti dello stesso foglio – suggerisce l’avvocato Milio – Ma due parti di due fogli uno precedente all’altro. In questo modo il senso complessivo torna». Messe una in consecuzione dell’altra si può avere, secondo il legale, una lettura d’insieme in grado di gettare luce sul significato dello scritto. «Il triste evento che per Ciancimino sono pericoli di morte per Berlusconi e il figlio, in realtà è la vittoria dei comunisti», ipotizza Milio, che a MeridioNews precisa: «A me sembra che tale documento smentisca la ricostruzione della famosa lettera all’On. Berlusconi. Ovviamente aspetto l’esito di un accertamento tecnico che ho chiesto all’organo giudicante e che spero verrà accolto, anche perché io potrei anche sbagliarmi. Poi ne riparleremo». Non ci sarebbe stata nessuna minaccia, quindi. Nessuna intimidazione affinché «Berlusconi rispettasse i patti», per usare le parole dello stesso Ciancimino, e cioè gli aiuti che avrebbe dovuto garantire a Cosa nostra, che in cambio avrebbe appoggiato il nascente partito di Forza Italia per avere poi, dal gradino più alto del Governo, solide garanzie.

Una mossa, quella dell’avvocato Milio, che punta il dito contro la credibilità del teste chiave del processo trattativa. Credibilità già fortemente messa in dubbio dalle motivazioni depositate a novembre scorso dalla giudice Marina Petruzzella, a seguito della sentenza di assoluzione nei confronti dell’ex ministro Calogero Mannino, accusato di essere proprio l’ispiratore della presunta trattativa. Nelle oltre 500 pagine la gup ne sottolinea «l’assenza di coerenza» e la «strumentalità del comportamento processuale», finalizzato solo a «tenere sulla corda i pubblici ministeri» con la promessa di consegnare il famoso papello, che a sua volta definisce una «grossolana manipolazione». Un punto forse a favore della tesi sostenuta dal generale Mori, che ha sempre negato con forza l’esistenza della presunta trattativa Stato-mafia e, ancora di più, di aver ricevuto nelle sue mani il documento con le richieste di Cosa nostra proprio da Ciancimino.

Silvia Buffa

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