L'avvocato di Sebastiano Strano, condannato a oltre quattro anni per avere avuto un ruolo nella tentata estorsione fatta a un socio della Erika srl, dichiara il proprio disappunto dopo il pronunciamento di questo pomeriggio e annuncia il ricorso in appello
Processo Aquilia, condannato l’ex consigliere Strano Legale: «Sentenza ingiusta, proveremo sua innocenza»
«Ritengo la sentenza profondamente ingiusta alla luce degli scarni elementi raccolti dall’accusa a carico del mio assistito». A parlare con una nota è l’avvocato Antonio Lattuca, legale di Sebastiano Strano, ex consigliere comunale di Aci Catena condannato questo pomeriggio a quattro anni, cinque mesi e dieci giorni nel processo in cui è coinvolto anche l’ex deputato regionale Pippo Nicotra.
Strano, che ha scelto il rito abbreviato, è stato ritenuto responsabile di tentata estorsione insieme allo stesso Nicotra, a Giuseppe Rogazione e a Mario Nicolosi, questi ultimi entrambi ritenuti legati al clan Santapaola. Il nome dell’ex consigliere catenoto – nel cui passato c’è anche la presidenza della locale squadra calcistica – è finito nell’operazione Aquilia per una vicenda privata legata alla Erika srl, società del settore edile di cui era socio insieme alla moglie di Nicotra.
Per la gup, che ha condiviso la tesi della procura, Strano avrebbe sostenuto le intimidazioni rivolte dai mafiosi a un terzo socio della ditta, anche lui con un lungo trascorso nella politica cittadina. Alle minacce sarebbe seguita anche una pesante aggressione fisica che portò la vittima, accusata di non volere restituire la somma di 16mila euro, a denunciare i fatti. «La sentenza è ingiusta anche a fronte della copiosa documentazione prodotta nel corso del processo, idonea a provare l’assoluta insussistenza della condotta fattuale ascritta a Sebastiano Strano, quale concorrente nel reato», commenta il legale. L’avvocato annuncia poi che verrà fatto ricorso: «In attesa di poter leggere le motivazioni della sentenza, posso fin d’ora dire che proporremo appello per provare l’assoluta innocenza del mio assistito».
Sulla vicenda della tentata estorsione è arrivato anche il commento dei legali di Nicotra, gli avvocati Orazio Consolo e Giovanni Grasso. «Riteniamo di aver dimostrato l’estraneità del proprio assistito ai fatti a lui addebitati, evidenziando i gravi comportamenti della sedicente persona offesa di cui ancora oggi l’onorevole Nicotra e gli altri soci della Erika subiscono le conseguenze».