Il processo ai fratelli Lombardo appartiene ancora al procedimento Iblis. Le intercettazioni disposte in quell’indagine, pertanto, sono utilizzabili anche nei confronti del governatore siciliano Raffaele Lombardo e del fratello deputato nazionale Mpa Angelo. Il giudice Michele Fichera dà ragione all’accusa e non accoglie l’eccezione proposta durante la scorsa udienza dai legali dei due imputati per voto di scambio. «Uno stralcio di Iblis nato dalle esigenze di prescrizione», spiega Fichera. Posizione esposta dai procuratori aggiunti Michelangelo Patanè e Carmelo Zuccaro. Insieme alle intercettazioni – la cui trascrizione è stata affidata a un perito – a partire dalla prossima udienza cominceranno anche le audizioni dei testimoni, tra cui alcuni collaboratori di giustizia.
Un passaggio decisivo quello che riguarda una decina di registrazioni – sia telefoniche che ambientali – non direttamente effettuate sui due fratelli, ma nelle quali entrambi vengono nominati dagli intercettati. Tra questi, anche il boss di Ramacca Rosario Di Dio che, secondo quanto riferito dal pm Zuccaro nel corso della scorsa udienza, in una registrazione annuncia «di non voler più sostenere Lombardo (Raffaele ndr) in altre campagne elettorali, dopo alcuni suoi comportamenti». Della trascrizione delle intercettazioni si occuperà il perito Lucio Antonino Tamburello, nominato oggi dal giudice che ha anche fissato a trenta giorni il limite per effettuare il lavoro. Scadenza che decorre da oggi.
Per la prossima udienza, prevista per il 6 marzo, è stata anche fissata l’audizione in videoconferenza dei primi testimoni dell’accusa. A parlare saranno tre collaboratori di giustizia: Francesco Ercole Iacona, ex esponente di Cosa Nostra a Caltanissetta, il gelese Maurizio Saverio La Rosa e Maurizio Di Gati, capo della cosca agrigentina. Il primo marzo, intanto, il gip Luigi Barone analizzerà in un’udienza a porte chiuse la posizione dei due imputati Raffaele e Angelo Lombardo in riferimento alla loro posizione nell’indagine madre Iblis. Il giudice, infatti, non ha accolto la richiesta della procura di archiviare l’iniziale accusa nei loro confronti di concorso esterno in associazione mafiosa, poi derubricata in reato elettorale.
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