La nave Open Arms torna a disposizione della Ong spagnola Proactiva. A deciderlo è stato il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Ragusa Giovanni Giampiccolo, che ha rigettato la richiesta della procura iblea, secondo la quale andava riconfermato il provvedimento di sequestro preso a metà marzo dalla procura di Catania e successivamente convalidato dal gip etneo Nunzio Sarpietro, che però, non riconoscendo l’ipotesi di reato dell’associazione a delinquere, ha disposto il trasferimento dell’inchiesta a Ragusa, procura competente per Pozzallo, nel cui porto un mese fa era sbarcata la nave con a bordo oltre duecento migranti.
È attorno a quell’approdo che si sviluppa l’inchiesta. Per la procura catanese guidata da Carmelo Zuccaro, Proactiva sarebbe stata mossa da una precisa volontà di portare i migranti in Italia. La valutazione dei magistrati deriva da due episodi: in primo luogo, il rifiuto di cedere ai militari libici le persone salvate nel Mediterraneo, in un’operazione dai contorni confusi con la centrale operativa della guardia costiera italiana che aveva dato l’incarico alla Ong e la Marina militare italiana che poco dopo invitava il comandante della nave a lasciare campo alle forze del paese nordafricano; e successivamente la mancata richiesta al governo maltese di accogliere tutte le persone a bordo e non solo la neonata sbarcata, insieme alla madre, a causa delle gravi condizioni di salute.
A queste accuse i legali degli indagati, gli avvocati Alessandro Gamberini e Rosa Emanuela Lo Faro, hanno replicato ripercorrendo quelle che a loro dire sarebbero le falle di un’inchiesta alimentata anche da motivazioni di carattere politico. Dal canto suo, la procura di Catania, dopo avere incassato la decisione del gip Sarpietro, ha comunque manifestato la volontà di volere continuare a seguire la pista dell’associazione a delinquere, in quanto a detta dello stesso giudice meritevole di approfondimenti. Al momento, però, rimangono solo ipotesi. L’unico fatto certo è che l’Open Arms è stata dissequestrata e potrebbe presto tornare a navigare nel Mediterraneo.
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