In questi giorni a Palermo le temperature hanno raggiunto livelli davvero estremi. Giovedì l’apertura del Pride ha inondato le vie cittadine scatenando gli animi di molti trasudando emozioni e affrontando, nel mentre, il clima bollente che ha colpito l’Isola. Protagonisti tra i tanti, gli organizzatori di parte del calendario di questa calda settimana: i ragazzi del Popshock con cui siamo riusciti a scambiare due chiacchiere. «Il lavoro è stato duro considerata la quantità di eventi e di attività previste a Casa Pride e lo scirocco ci ha messi in ginocchio. Giovedì abbiamo trovato alcuni gazebi crollati per il vento e mentre rimontavamo tutto, il termometro è arrivato a 45 gradi. Abbiamo lavorato duramente e alle 18:00 era tutto in linea per aprire».
A raccontare le ultime ore trascorse è Marco Basciano che, insieme a Marco Agnello è il fautore, il creatore di questo forte collettivo, una famiglia produttrice di eventi, il Popshock Palermo, ormai da tempo in prima linea per ciò che concerne coinvolgimento, arte e musica. «Il Popshock nasce dall’incontro fra me e Marco Agnello nel 2012. Io da anni facevo il dj mentre lui si occupava di party ed eventi. Siamo partiti quasi per caso e subito si è creata un’alchimia unica. Abbiamo creato un collettivo ampio e variegato, creando un progetto che avesse al centro lo spettacolo e non una semplice serata in discoteca. Ormai di fatto siamo come fratelli. Non abbiamo segreti e se ci fossero non li svelerei mai, ma posso dirti quale è stata la ricetta che finora ci ha permesso di arrivare a realizzare eventi così grandi: è un mix fatto da innovazione musicale, accurata gestione dei social e un team di ragazzi e ragazze che si divertono, che credono nel progetto ma che soprattutto si vogliono bene e si rispettano. Essere arrivati a chiudere il Cous cous fest lo scorso anno o riempire il Castello a Mare con oltre 15 mila persone è stato per noi il coronamento di un piccolo grande sogno».
Concentriamoci sul Pride: non un semplice raggruppamento di attività musicali, di street art e performance stravaganti, ma la pura trasposizione di concetti forti come l’orgoglio sessuale e la grande personalità che contraddistingue una presa di coscienza simile, un valore aggiunto, vita, semplicemente vita. È la forza di una comunità universale, una forza morale sicuramente spolverata oggi giorno da un pizzico di politica anche. I ragazzi del Popshock hanno ricoperto un ruolo di responsabilità nello svolgimento dell’edizione di quest’anno. «Cercherò di essere conciso – prosegue Marco – Il mio socio è gay, da sempre vicino alla comunità Lgbtqi ed io ho sempre avuto a cuore la questione dei diritti per gli omosessuali. Il Pride ha in se una componente politica importante, ma non sta a noi occuparcene, noi facciamo il nostro, curando la parte ludica della manifestazione. Per noi è il momento più importante dell’anno, per affetto nei confronti del Pride stesso».
Di sicuro Palermo non ha mai lasciato gran spazio a chi ha cercato di sviluppare delle idee, a chi ha creato dei progetti artistici validi, a chi ha tentato di lanciarsi nel mondo della produzione. La storia del Popshock ha dimostrato però, che la strada è ardua ma non impraticabile, tralasciando le difficoltà, tentando anche se a fatica di superarle la luce si riesce sempre a raggiungere. «Palermo è una città difficile ma non impossibile. Piano piano le cose migliorano, cambiano, ci sono momenti in cui vorresti mollare ma poi contro tutto e tutti ricominci. Per noi lo show è una passione, dalle passioni non ti puoi staccare mai».
Bene, la prima settimana del Pride volge al termine ma gli eventi proseguono inesorabili fino alla chiusura definitiva, per questo vi ricordiamo che Venerdì 24 e Sabato 25 giugno il Popshock tornerà al Castello A Mare di Palermo insieme ai compagni di Unlocked per le due giornate conclusive. Per qualsiasi informazione e aggiornamento sui prossimi eventi è possibile visitare la loro pagina Facebook.
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