«Abbiamo provato tutto il possibile ma gli ostacoli sono stati insuperabili. Quindi, per senso di responsabilità, non possiamo fare altro che adeguarci alle scelte delle autorità sanitarie». La festa estiva di Sant’Agata 2020 impatta con la pandemia del nuovo coronavirus. Il prossimo 17 agosto saltano di fatto tutti gli eventi pubblici in programma. I fedeli, da settimane in fibrillazione, non potranno riabbracciare la patrona della città. «Il busto reliquiario non uscirà dalla cameretta e non verrà esposto», spiega a MeridioNews Riccardo Tomasello, presidente del comitato per i festeggiamenti agatini.
Il giorno decisivo è stato venerdì scorso, durante un comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato in prefettura. Per l’occasione il comitato aveva intenzione di presentare un progetto alternativo per provare comunque a non stoppare completamente i festeggiamenti. L’idea prevedeva l’esposizione del busto reliquario sul sagrato della cattedrale e, contemporaneamente, l’allestimento di un lungo cordone di transenne. Un serpentone come percorso obbligatorio per consentire ai fedeli di ammirare il busto rispettando la distanza di sicurezza e le altre prescrizioni anti contagio. «Purtroppo non c’è stata nemmeno la possibilità di vagliare questa ipotesi», continua Tomasello.
Insormontabili gli ostacoli legati alla diffusione del Covid-19. La Sicilia è la Regione italiana con il triste primato del più alto tasso di contagiosità. A questo si aggiungono i recenti fatti di cronaca. Su tutti il caso che ha avuto come protagonista un 17enne, risultato positivo all’indomani di una notte trascorsa in discoteca. I festeggiamenti estivi, in tono minore rispetto a quelli di febbraio, assumono però un grosso significato religioso poiché rimandano al ritorno delle reliquie della martire in città nel 1126. Il classico programma di agosto prevede la celebrazione della messa e una processione del busto e dello scrigno nei dintorni della cattedrale. Stando a quanto emerso in queste ore, mancheranno anche le candelore, simboli delle corporazioni e dei mestieri.
«Bisogna salvaguardare la salute pubblica», continua Tomasello, anche attraverso un video annuncio pubblicato su Facebook. Parole gonfie di rammarico che però sembrano avere trovato l’apprezzamento di molti devoti. Convinti dei rischi che potrebbero presentarsi durante un evento che ogni anno registra la presenza di migliaia di persone. In passato i festeggiamenti – quelli di febbraio – erano stati annullati durante la prima guerra del Golfo. Modifiche invece vennero apportate nel 2007, dopo l’uccisione dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, durante il derby calcistico tra Catania e Palermo.
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