Le prime quattro famiglie del campo rom di Palermo saranno trasferite dal campo entro 10 giorni e le baracche non utilizzate saranno immediatamente abbattute con la contestuale messa in sicurezza dell’area. È quanto emerge dall’incontro tecnico, che si è svolto ieri sera, coordinato dal sindaco Leoluca Orlando e dall’assessore alla Cittadinanza solidale, Giuseppe Mattina, per l’attuazione dell’ordinanza sindacale inerente alla dismissione del campo nomadi della Favorita ed alla garanzia di condizioni di sicurezza per le persone che lo abitano. Erano presenti i rappresentanti delle Attività sociali, del Servizio dignità dell’abitare, del Patrimonio, della Polizia Municipale, della Rap, di Reset, di Amg, di Amap, del Coime.
Già nella giornata di ieri alcune squadre di Amg sono intervenute per alcuni interventi di messa in sicurezza degli impianti elettrici nell’area. Sulla base delle informazioni raccolte dagli operatori dei servizi sociali sulle famiglie che risultano residenti nel campo alla data del provvedimento di sequestro da parte della Magistratura – in tutto 16 famiglie – le aziende partecipate e gli uffici del Comune hanno predisposto un cronoprogramma stringente per attivare tutti i passaggi necessari. Tutte le procedure attivate non saranno in deroga, bensì in attuazione dei regolamenti comunali in atto vigenti a tutela dei diritti delle persone ed in ossequio alle direttive della Magistratura. Per tutte le famiglie interessate si sta predisponendo un progetto ed un piano personalizzato di accompagnamento alla fuoriuscita dal campo.
Per il Sindaco e l’Assessore Mattina «l’Amministrazione comunale dimostra di rifiutare la cultura e la logica della presunta guerra fra poveri e rigetta con forza ogni tentativo di dividere le persone fra cittadini di serie A e serie B. L’impegno dell’Amministrazione deve essere ed è a 360 gradi a tutela delle persone fragili o in difficoltà, di superamento dell’emergenza abitativa, di tutela dei diritti e della dignità di tutti e di ciascuno. Questo intervento è stato programmato nel tempo per superare una situazione più che ventennale e fa parte di un complesso ed ampio progetto di sviluppo sociale e strutturale della nostra Comunità, di tutta la nostra Comunità».
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