Precari, Crocetta difende legge su stabilizzazione «Spese a carico della Regione, aiutiamo i Comuni»

«Si è concluso un processo che finora non aveva visto uno scatto di dignità da parte della Regione». Ne è convinto Rosario Crocetta, che ha convocato questa mattina la stampa per commentare la legge sulla stabilizzazione dei precari, rispondendo anche alle polemiche degli scorsi giorni sul comma 3 del terzo articolo della norma, che apre alla possibilità per i Comuni, Regione e enti della Sanità di avvalersi di figure professionali esterne, ove non presenti tra i dipendenti dell’amministrazione. Una norma che, secondo Crocetta e l’assessore al Bilancio, Alessandro Baccei, «poteva anche non essere inserita perché la normativa vigente lo prevedeva già».

A chi invece ha fatto notare al governatore che senza il decreto milleproroghe la norma potrebbe naufragare, Crocetta replica: «Per scrivere questa norma ci siamo allacciati a due leggi nazionali. La D’Alia in materia di stabilizzazione dei precari e la legge sulle ex Province, che consente la mobilità per i lavoratori degli enti di area vasta. Il tema – continua il governatore – non è la proroga, ma il processo di stabilizzazione. L’accordo col governo nazionale prevedeva che loro facevano la proroga e noi la stabilizzazione. Il dato storico è che abbiamo creato gli strumenti per stabilizzare i precari». Iter che non graverà sulle casse dei Comuni. «Facciamo uscire questa platea dal precariato senza spese aggiuntive per i Comuni – sottolinea Crocetta -. La vecchia legge prevedeva che dopo cinque anni l’ente che stabilizzava dovesse sostenere i costi, con questa legge il lavoratore resta a carico della Regione».

I nodi da sciogliere, comunque, restano ancora tutti e non è un caso che lo stesso Baccei sottolinei che «qualcosa potrebbe essere rivisto o impugnato». Sul fronte dei destinatari di sussidi e contributi, il governo ha voluto chiarire: «Abbiamo inserito volutamente chi è destinatario di un sussidio per riconoscere il diritto alla malattia, alla maternità, alle ferie pagate». Anche sui numeri, Baccei ha chiarito che la norma riguarda circa 14.500 precari, di cui 2700 ex pip, 3200 destinatari del reddito minimo d’inserimento, e circa seimila tra lsu e personale Asu.

«Naturalmente – precisa l’assessora alla funzione pubblica, Luisa Lantieri – la stabilizzazione avverrà soltanto dopo la mobilità per i funzionari delle ex Province». La vicenda anche in questo caso è nota: la legge prevede che per il 15 per cento dei funzionari a tempo indeterminato degli enti di area vasta sia attivata la mobilità verso gli enti locali. Soltanto quando i circa 450 funzionari provinciali avranno ottenuto la nuova destinazione, si potrà procedere alle stabilizzazioni dei precari.

Miriam Di Peri

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