Positiva e sintomatica, la storia di Maria Chiara «Così sono riuscita a non contagiare nessuno»

Maria Chiara è una sportiva, fa l’allenatrice di pallavolo, gioca in prima divisione e gestisce lo storico frantoio di famiglia. Ormai da due settimane è chiusa in camera: nonostante tutti gli accorgimenti presi da marzo, ha contratto il coronavirus. «Da persona civile e da sportiva, ho sempre rispettato e cercato di far rispettare le regole – spiega – purtroppo è capitato, non lo vorrebbe mai nessuno. Questo virus è veramente subdolo, invisibile e silenzioso». Una domenica come le altre, una mangiata con gli amici all’aperto, la vita che va avanti tra lavoro e allenamenti. Dopo cinque giorni i primi sintomi e il risultato del tampone: positivo.

Adesso è in isolamento nella sua stanza, ma sta meglio, solo un po’ di tosse. La cosa che la rende felice è che nonostante abbia contratto il virus i suoi cari sono tutti negativi; rispettando le regole è riuscita a non contagiare nessuno. E lo scrive sui social per lanciare un messaggio di speranza: «Sono fiera di dirvi che queste misure precauzionali che ho personalmente rispettato da marzo, hanno dato dei buoni frutti: a casa, rispettando un minimo di igiene delle mani dopo essere rientrati, e stando attenti a non stare troppo vicini agli altri componenti della famiglia, è possibile evitare il contagio così come è stato nel mio caso».

Nessuna, tra le persone che ha incontrato nei giorni che hanno preceduto i sintomi, ha contratto il virus. «A partire dalle persone con cui sto più a contatto a lavoro – continua – in ufficio, fino ad arrivare ai clienti con cui parlavo sempre indossando mascherina, a più di un metro di distanza e con una parete in plexiglass in mezzo».

Era stata proprio lei a spronare per l’acquisto dei dispositivi di protezione «Quanti soldi abbiamo speso in queste cose – racconta a MeridioNews – meno male! Fino al giorno prima (della febbricola ndr) ero a lavoro, in giro, a fare le mie cose normali. Se non avessi messo la mascherina o se l’avessi messa male come fanno alcuni, possibilmente avrei contagiato qualcuno». La prudenza e il rispetto delle norme hanno evitato il diffondersi del contagio nella catena di contatti stretti.

«Una volta saputo il risultato, la prima cosa che pensi è: porca miseria sono andata da mia nonna – spiega ancora Maria Chiara – c’è mia madre a casa, mio padre, oppure qualche compagna di squadra all’allenamento, la prima cosa che si pensa è: sicuramente ho contagiato qualcuno». Invece così non è stato. «Anche tutte le altre persone, amici e compagne di squadra – scrive nel post – sono risultate negative al tampone e questo non può che farmi tirare un sospiro di sollievo».

Dei primi giorni di malattia ricorda: «stavo bene avevo soltanto un po’ di febbre, a 38, per il resto non ho avuto grandi complicazioni. Stavo sempre coricata, per la stanchezza. Ero sempre stanca, stanchissima come se avessi fatto maratone di non so quanti chilometri, quando in realtà ero semplicemente stata a casa coricata». Due settimane trascorse in camera tra videochiamate e serie tv, gli amici e i familiari sempre pronti a darle sostegno, la mascherina e i guanti per spostarsi in casa (il meno possibile) e il cibo dietro alla porta.

«Dal primo secondo, quando mi è venuta la febbre, mi sono rinchiusa nella mia stanza e ho detto “non entrate qua dentro per nessun motivo al mondo” – spiega – per fortuna abbiamo due bagni e uno lo uso solo io. Per mangiare mia mamma mi porta il cibo dietro alla porta, faccio tutto qua. Mi sono rinchiusa esattamente da giorno 9 e non sono più uscita». A Caccamo, il paese in cui vive Maria Chiara, sono in 6 i casi di positività, la maggior parte ragazzi. Le voci corrono in fretta, ma lei ci tiene a sottolineare: «Il virus non è una colpa. Se “A” rispetta le regole ma B-C-D-E-F-G-H-I….Z fanno i campioni di turno non indossando la mascherina, o indossandola in modo errato senza coprire il naso, purtroppo “A” con una sola mascherina chirurgica sarà quello più a rischio che probabilmente verrà contagiato. Però “A”, con quella sola mascherina chirurgica indossata sempre fuori casa, può evitare la diffusione del virus».

Maria Chiara invita a stare attenti soprattutto nelle situazioni in cui ci si sente più al sicuro, in casa, tra amici, in macchina perché è proprio in queste occasioni che «il virus transita con più facilità. Quello che ho capito è che è più facile contrarlo che trasmetterlo, se si rispettano le regole. Il mio consiglio è di indossare sempre la mascherina. – conclude – Ho avuto la dimostrazione che spendere 50 centesimi al giorno in mascherine, è servito a proteggere moltissime persone!»

Maria Vera Genchi

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