Nel giro di pochi mesi, il governo nazionale dirà se il Ponte sullo stretto è un’opera su cui puntare. Ad annunciarlo è stata la ministra dei Trasporti Paola De Micheli, durante il question time al Senato. La valutazione si baserà su un’analisi costi-benefici che terrà conto degli input che proverrano dal territorio.
Si riapre così, ancora una volta, il dibattito su un’opera che ciclicamente è entrata nell’agenda politica dei governi italiani, dividendo l’opinione pubblica tra chi considera il ponte imprescindibile per il rilancio del Meridione e chi invece ritiene che gli interventi infrastrutturali da fare sarebbero altri. A partire dalla viabilità interna, sia siciliana che calabrese.
De Micheli parlando ai senatori ha detto che l’approfondimento «richiede un’attenta e aggiornata valutazione delle problematiche tecnico-costruttive, delle ricadute in termini occupazionali, ambientali e trasportistiche e, più in generale, degli esiti di una puntuale analisi costi-benefici prevista dall’articolo 23 del Codice dei contratti, oltre che di una compiuta verifica e valutazione dell’opera da parte di tutte le forze politiche e dei territori interessati».
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