I duri colpi ai clan storici di Cosa nostra a Catania, le aggressioni che hanno segnato l’opinione pubblica, ma anche la lunga stagione degli sbarchi di migranti sulle coste catanesi. Sono questi i punti centrali del dossier diffuso stamattina dal questore Salvatore Longo nell’ambito del consueto bilancio annuale. Oltre mille arresti, 109 dei quali per associazione a delinquere semplice e di stampo mafioso, 2668 denunce in stato di libertà con un incremento dei reati di furto e rapina. Molto importante anche l’attività di contrasto al traffico di droga con 430 chili di sostanze sequestrate, 254 persone portate in carcere e 79 deferite all’autorità giudiziaria. Per i reati legati all’estorsione, sono stati 34 gli arresti e tredici le segnalazioni, con un aumento registrato nelle denunce al racket. Oltre duemila le aziende controllate in tutta la provincia catanese.
Per descrivere al meglio le attività intraprese nel corso dell’anno, i vertici della polizia hanno anche segnalato le operazioni più importanti, a cominciare dall’arresto dei responsabili dell’aggressione compiuta a gennaio a Caltagirone, dove nel corso di un concerto in un locale tre uomini hanno lanciato dell’acido addosso a musicisti e spettatori. A febbraio a destare sorpresa è stata la scoperta delle estorsioni imposte a una nota catena di ottici in città, Angiolucci, per anni strozzata dal pizzo. Un colpo importante a Cosa nostra è stato l’arresto di tredici persone ritenute affiliate al clan dei Cursoti milanesi e responsabili dello spaccio di droga nel quartiere San Berillo nuovo, nei pressi di corso Indipendenza. La famiglia Cappello-Bonaccorsi è invece protagonista dell’operazione scattata a maggio che ha coinvolto 15 persone accusate di traffico di stupefacenti.
A partire da agosto l’impegno delle forze dell’ordine si è concentrato sui frequenti sbarchi di migranti susseguitisi sulle coste siciliane e catanesi. Grazie all’intervento degli inquirenti, è stato possibile individuare i presunti scafisti che avrebbero condotto sulle coste etnee un centinaio di migranti, mentre a settembre le forze dell’ordine hanno smantellato parte della rete responsabile degli sbarchi attraverso l’uso delle cosiddette navi madre, grosse imbarcazioni che senza sosta hanno trainato barconi e carrette del mare più vicino possibile alle acque territoriali italiane. In manette sono finiti anche 16 cittadini egiziani (tra i quali tre minorenni) accusati di essere gli scafisti di un peschereccio intercettato nel Mediterraneo nel corso dell’operazione Mare nostrum.
La struttura che ha dovuto affrontare l’emergenza è il Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Mineo, dal quale – secondo i dati diffusi – «sono transitati circa 4439 cittadini extracomunitari, per una presenza effettiva di 3829 ospiti alla data del 27 dicembre. Inoltre – prosegue il dossier – sono state avanzate 4403 richieste di asilo politico e sono stati consegnati 2190 permessi di soggiorno». In totale, i permessi per i cittadini extracomunitari rilasciati nel 2013 sono stati 17.932. Per quanto riguarda l’immigrazione clandestina, sono stati registrati 117 decreti di espulsione, 48 ordini del questore di lasciare il territorio nazionale, 111 decreti di trattenimento, dieci di respingimento e accompagnamento al paese dorigine e 38 di respingimento con trattenimento nei centri di espulsione.
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