Politeama, via i cantieri ma solo per poco  I negozianti: «Sollevati, ma basta ritardi»

Sentimenti contrastanti di sollievo e di dispiacere. Così i commercianti della zona di piazza Castelnuovo e piazza Sant’Oliva esprimono il loro stato d’animo alla notizia diramata dal Comune sul fatto che la Tecnis toglierà entro qualche giorno l’area di cantiere legata all’anello ferroviario che si trova sul marciapiedi lato piazzetta Bagnasco e ridimensionerà di molto quella davanti al Palchetto della Musica, lasciando recintato solo l’angolo tra la piazza e via Dante (ex zona parcheggio Taxi).

«È stata – commenta Susanna Cataldo, titolare dell’agenzia viaggi Coffee Travel – un’esasperazione. Avevamo le transenne fin davanti alla vetrina, e l’area di cantiere era diventata una discarica che il Comune doveva mandare periodicamente a ripulire. I clienti non riuscivano a raggiungerci e a parcheggiare, e visto che in condizioni normali siamo assediati dai posteggiatori abusivi, si figuri con molti posti auto in meno. Durante lo spostamento delle sottoreti c’era solo un piccolo passaggio pedonale, occupato parzialmente da bancarelle. Un disagio continuo».

Per questo a fine 2016 alcuni esercenti e residenti della zona hanno coinvolto l’VIII Circoscrizione per far sentire la propria voce. «Abbiamo discusso – continua Cataldo – delle problematiche esistenti e delle possibili iniziative, che sono sfociate nel volantinaggio e nella manifestazione dello scorso dicembre e abbiamo ottenuto una parziale vittoria con la riduzione del cantiere. Ora dobbiamo capire come muoverci in futuro. Di certo saremo pronti alle prime avvisaglie di una nuova cantierizzazione per rapportarci con i responsabili di cantiere e cercare di minimizzare i disagi».

Infatti, sebbene gli operai della Tecnis da qualche giorno stiano lavorando al ripristino dell’orlatura del marciapiede, ciò non vuol dire che la questione sia finita. Una volta che l’impresa avrà terminato le opere nelle altre zone dove è impegnata, via Amari in primis, il Comune concederà nuovamente l’area 7, ovvero piazza Castelnuovo, per consentire la realizzazione del tratto terminale (per questo stralcio dei lavori) della galleria sotterranea e della fermata Politeama. «Siamo contenti di questa disponibilità manifestata da Tecnis – sostengono il Sindaco Leoluca Orlando e l’Assessore alle Infrastrutture Emilio Arcuri – che è segno di una attenzione alle necessità della città e degli esercizi commerciali che indubbiamente hanno sofferto per la prolungata cantierizzazione delle aree. Ci auguriamo che tutto questo sia da preludio a che tutte le energie disponibili si concentrino sulla prosecuzione dei lavori nei tempi più rapidi possibili perché il completamento dell’Anello resta un obiettivo importante per la vivibilità e la mobilità a Palermo».

Vivibilità che è stata un tormento per molti negli scorsi mesi, come per l’edicolante della zona, che ad un certo punto era intrappolato dal cantiere. «Era ora – afferma – che levassero questo muro di Berlino. Per un periodo la mia attività era dentro ad una vera e propria area abbandonata. Dopo il polverone sollevato con le proteste di fine 2016 vedo un poco più di movimento di gente, ma prima era un deserto dei Tartari».

Però c’è anche chi è amareggiato che si sgomberi il cantiere, perché significa un prolungarsi (per ancora chissà quanto tempo) dell’attesa per il completamento dell’anello ferroviario: «Siamo dispiaciuti e contenti. Da un lato – spiegano dalla Farmacia del Centro – eravamo blindati da più di un anno e abbiamo riscontrato un calo del fatturato, ma fin quando i lavori proseguivano eravamo contenti, c’erano prospettive buone sulla realizzazione della fermata e sui vantaggi che avrebbe comportato. Ma era solo fumo. Con lo stop ai lavori abbiamo sperato che levassero questo muro, dato che il cantiere ci ha pure tolto il posteggio riservato agli acquisti urgenti dei clienti. Non eravamo neanche più visibili, abbiamo dovuto mettere uno striscione sulla recinzione del cantiere. Ma adesso cosa succederà? Che fine faranno gli alberi, li rimetteranno?».

Massimo Gucciardo

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