L’aria di Sanremo è ancora abbastanza densa e sulle note dell’ultima edizione del Festival la mente non può che andare a quella famosa esibizione in cui si consumò la frattura tra Morgan e Bugo. Quando quest’ultimo abbandonò la scena e nel silenzio dell’Ariston echeggiò l’ormai famosissimo «che succede?», in un momento che rimarrà nella storia. La stessa domanda, con risposte che potrebbero essere date a fatica, se la stanno ponendo gli osservatori della politica regionale. Il presidente Nello Musumeci va avanti con una ricandidatura annunciata. Ma il suo Diventerà bellissima rimane declinato al futuro. Il presente parla dell’ormai irrimediabile distanza con Forza Italia, nonché con il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, che esce allo scoperto con l’ipotesi di una sua candidatura come governatore della Sicilia. Poco prima del battesimo via nota stampa di Miccichè, il tema è stato affrontato con Gaetano Armao, vicepresidente della Regione e assessore all’Economia, durante la trasmissione Direttora D’aria su Radio Fantastica. Con il politico, anche lui in quota Forza Italia, che non nasconde le distanze interne al partito, invitando però a consumare le dinamiche elettorali in stanze diverse da quelle in cui si dovrebbe lavorare ai punti in agenda per la Sicilia.
«Questa mattina sono andato al bar e il mio barista mi ha detto che non ce la fa più – dichiara Armao – Per questo periodo avevamo previsioni più positive, invece ci ritroviamo sempre in mezzo a una pandemia, sebbene in miglioramento, con degli effetti economici che vedono tutti: primi fra tutti i rincari delle bollette, delle materie prime e le difficoltà dei siciliani che sicuramente reprimono la spinta verso la crescita». Ed è per questo che Armao – insieme agli altri assessori forzisti e ad alcuni deputati – dopo le scaramucce all’interno dell’aula dell’Ars, aveva inviato una nota in cui invitava i colleghi ad andare compatti e, per i mesi che restano a questa legislatura, pensare alle priorità. Perché per le polemiche, seppure «indispensabili in politica», ci sono altri spazi e momenti. In aula, a Palermo, bisogna piuttosto «pensare a programmare il piano per gli anni 2021-2026 oltre che essere capaci di gestire i fondi del Pnrr – prosegue il vicepresidente della Regione – Io ad esempio sono a Roma per delle interlocuzioni istituzionali e per portare delle risorse alla Sicilia».
«Ci sono state polemiche su chi sarà il prossimo candidato, comunicati, controcomunicati – prosegue – Ma la rielezione del presidente Sergio Mattarella credo sia la cartina al tornasole di ciò che vogliono i cittadini: persone serie e una normale dialettica politica, perché quello che conta è dare risposte ai cittadini. Abbiamo ridotto l’indebitamento e portato risorse per chiudere il bilancio: adesso più che mai non abbiamo bisogno di polemica». Anticipando di qualche minuto la nota ufficiale con cui Gianfranco Micciché scopre carte già sbirciate un po’ da tutti, Armao non si sottrae a commentare le contrapposte candidature sul piatto del centro destra: il coordinatore forzista, appunto, e l’uscente Musumeci. «L’ambizione politica è legittima e la candidatura di Miccichè credibile, come potrebbe esserlo la mia d’altronde – precisa – Di contro, che un presidente uscente si voglia ricandidare è prassi politica, a meno di governi disastrosi. E questo non lo è stato. In ogni caso andrebbe evitato di fratturare la proposta politica: come ho fatto io stesso quando ero un papabile candidato alla scorsa tornata e invece si è scelto insieme il nome di Musumeci».
A proposito di governi fallimentari, Armao non risparmia un esempio: «Il Pd e Crocetta devono ancora spiegare cos’è successo durante la loro amministrazione (facendo riferimento alla vicenda del cosiddetto sistema Montante, con alcuni membri dell’allora giunta accusati di essere manovrati dall’ex presidente di Confindustria). Nessuno di loro, nemmeno gli ex assessori, oggi ancora protagonisti della politica d’opposizione, ce lo hanno ancora spiegato». Armao, in conclusione, rivendica la sua vicinanza a Raffaele Lombardo, oggi assolto, con cui condivise l’esperienza politica in Regione. «Sono orgoglioso di aver fatto parte del governo Lombardo, un’esperienza interrotta per una vicenda giudiziaria oggi risolta con un nulla di fatto (con l’assoluzione dell’ex governatore, ndr), così come lo sono di avere fatto parte di questo governo», conclude.
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