Regionale

Si riaccende la polemica sul ponte medievale demolito per i lavori sulla Palermo-Agrigento

Tornano a farsi sentire tra gli scranni di palazzo dei Normanni gli echi della polemica per la demolizione del ponte Garziolo, opera risalente al XIV secolo per consentire l’attraversamento del torrente Azzirolo tra i Comuni di Mezzojuso e Ciminna, nel Palermitano. Il ponte è stato buttato giù dall’Anas nel novembre scorso, per consentire la costruzione di una variante nell’ambito dei lavori di ammodernamento della strada statale 121, inizialmente non prevista.

A riportare in auge il tema è stato Fabio Venezia, deputato del Partito democratico, di professione storico, che ha presentato un’interrogazione all’attenzione dell’assessore ai Beni culturali Francesco Paolo Scarpinato. Scarpinato che ha risposto con le motivazioni inoltrate dalla Soprintendenza palermitana, che spiega come il ponte «non costituisce un esempio né unico, né integro di architettura del paesaggio rurale». Motivo per cui le autorizzazioni concesse «non espongono profilo di responsabilità tenuto conto dell’irrilevanza della struttura demolita, non assimilabile al più noto vicino ponte denominato “della Leonessa“».

Scarpinato ha comunque rassicurato che gli uffici e le soprintendenze lavorano a una sorta di censimento delle strutture di valore storico in Sicilia. Parole che tuttavia non hanno soddisfatto Venezia. «La risposta all’interrogazione che abbiamo posto – dice il deputato Dem – ci sembra un tentativo postumo di porre rimedio a una disattenzione che si è registrata nel momento in cui è stato espresso il parere di variante che nella sostanza ha consistito nell’abbattimento non di un qualunque manufatto, ma di un ponte medievale risalente al XIV secolo. E il fatto che il ponte non fosse tutelato dai Beni culturali è un ulteriore segno di non curanza da parte di chi dovrebbe valutare, censire, effettuare delle ricognizioni su ciò che ancora esiste nel territorio e sottoporlo a vincolo. Credo – conclude Venezia – che questa sia una brutta pagina nella gestione dei beni culturali in Sicilia e ci auguriamo che non accadano più episodi come questi».

Gabriele Ruggieri

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