PokémonGo, la nuova mania conquista Palermo Quando il Teatro Massimo diventa una palestra

Impossibile non notare negli ultimi giorni moltissimi giovani, ma anche meno giovani, camminare con il naso attaccato agli smartphone per le strade di Palermo e magari gridare di gioia di quando in quando, mostrando con orgoglio il telefonino agli amici.

Tutta colpa di una nuova applicazione che sta letteralmente spopolando già prima dell’uscita ufficiale in Italia. Naturalmente si tratta di PokémonGo, il nuovo gioco per smartphone prodotto da Niantic, basato sui celebri mostri tascabili di casa Nintendo e che da questa settimana è divenuto disponibile sugli store italiani.

Se il sogno della generazione di ragazzi nati negli anni ’80 e ’90 era quella di poter andare in giro per il mondo a catturare Pokémon, la nuova applicazione dà proprio questa possibilità, utilizzando il cellulare come piattaforma per la realtà aumentata, sfruttando anche i dati del Gps.

Il gioco, difatti, collegandosi al geo-posizionamento satellitare, colloca un avatar nella mappa di gioco, creata utilizzando le carte stradali di Google Maps, spostandosi in questo modo tra le vie della città. Appaiono così palazzi e monumenti di Palermo, ma anche altri punti di interesse con cui è possibile interagire all’interno del gioco.

Solo camminando nel mondo reale con il Gps attivo è possibile spostarsi nel mondo di gioco, nello stesso modo in cui funziona un navigatore satellitare per auto,e cercare di catturare i piccoli esseri colorati, i Pokémon appunto, che appariranno sullo schermo del telefono, oppure, utilizzando la fotocamera del cellulare, all’interno del mondo reale, grazie a quella che viene chiamata realtà aumentata. E così può capitare di camminare in via Libertà mentre, con gli occhi attentamente indirizzati verso il cellulare, potrebbe apparire un Charmander proprio dietro il chiosco del giornalaio all’angolo, oppure trovare un Rattata, cosa per altro più probabile, sulla spalla di un amico ripresa dalla fotocamera.

Avvicinandosi a uno dei punti d’interesse chiamati PokéStop, inoltre, è possibile, nel caso siano appositamente segnalati sullo schermo, attivarli per ottenere oggetti da utilizzare nel corso dell’avventura digitale. Ecco perché alcuni bar e statue si ritrovano al centro delle attenzioni dei fanta-allenatori e le chiese cittadine e le edicole dei santi diventano meta di pellegrinaggio, ma non di fedeli: i giocatori si devono avvicinare a questi luoghi per interagire e ottenere oggetti.

Questi sono i punti d’interesse segnalati dalle mappe di Google, ma all’interno della nuova app sono anche presenti tutti i monumenti più importanti. Palermo si trasforma in un dedalo di vie, sullo schermo di un telefono, che conduce alle grandi Palestre nel centro città, oppure alle ville, luoghi privilegiati per la cattura. In questo modo i giardini pubblici sono invasi da piccoli avventurieri, trasformando queste oasi di verde urbano in Zone Safari: Villa Giulia, Villa Trabia, il Giardino Inglese non hanno mai visto tanta affluenza, che si concentra intorno alle fontane trasformate in PokéStop o ad alcuni ingressi divenuti Palestre.

Perfino l’Orto Botanico si muta in Palestra, così come il Teatro Massimo, ma anche la Statua in via Libertà, oppure il Charleston a Mondello. Ognuno di questi luoghi particolari è appositamente segnalata nella mappa e possiede una foto che lo ritrae nell’app. PokèmonGo diventa anche un modo per uscire di casa e girare per la propria città per visitare monumenti e scoprire nuovi luoghi cercando nel frattempo un Dratini o un Gastly. Lo scopo del gioco è proprio quello di fare camminare il più possibile il giocatore, che non deve semplicemente stare seduto sul divano, ma scendere di casa per trovare fisicamente quello che cerca.

Alberto Palazzolo

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