In passato ha disputato i playoff cinque volte, due in serie B e tre in Lega Pro, e dunque conosce dinamiche e insidie di questa appendice del campionato. Tuttavia, pur sapendo che i playoff sono diventati una prospettiva molto concreta per il Palermo dopo i risultati maturati nell’ultimo turno, Alberto Pomini in questo momento pensa ad altro. Come se, inconsciamente, volesse esorcizzare un fantasma che ancora non si è materializzato. La mente del portiere rosanero è assorbita dal match con la Salernitana valido per l’ultima giornata della regular season. «È inutile pensare adesso ai playoff perché non ci sono ancora verdetti scritti – ha spiegato il trentasettenne estremo difensore veneto durante la conferenza stampa di ieri al Tenente Onorato – pensiamo solo a giocare la gara contro la Salernitana e a vincere per ritrovare fiducia e dare anche a noi stessi delle risposte. Poi vedremo cosa succederà. In ogni caso, se dovessimo andare ai playoff ci faremmo trovare pronti. So che sono come delle finali. Che noi affronteremmo con entusiasmo e la voglia di dimostrare che la A è ancora lì, alla portata».
L’ambiente è rimasto deluso dalla mancata vittoria con il Cesena ma, facendo tesoro del suo bagaglio di esperienza, l’ex Sassuolo prova a mandare un messaggio di positività: «La squadra ne ha ancora e lo spogliatoio ci crede. Pensare ai punti persi per strada non serve, significherebbe sprecare altre energie e non ci aiuterebbe a risolvere i problemi. Dobbiamo guardare avanti e dare il massimo fino alla fine per non avere alcun tipo di rimpianto. Carenza di personalità contro il Cesena? Io in realtà ho visto un Palermo in crescita e secondo me la prestazione è stata fatta alla grande. Per il numero di occasioni create avremmo meritato di vincere e, a mio avviso, quella di sabato è stata la nostra partita migliore da quando è arrivato Stellone. Al termine del match ho sentito cori di incitamento da parte della Curva Nord e da qui dobbiamo ripartire. Vuol dire che la gente ha ancora fiducia in noi e faremo il possibile per rendere felici i nostri tifosi. Non credo che la squadra abbia sofferto la pressione del pubblico – ha aggiunto – la gente ci ha sempre supportati, anche nei momenti difficili».
È innegabile, però, il fatto che i rosanero hanno mostrato ancora delle lacune. Soprattutto dal punto di vista della condizione atletica: «Bisogna ammettere che arriviamo a fine partita con il fiato corto ma io sono l’ultima persona che può dire se è stata sbagliata qualcosa nella preparazione. In ogni caso, tutto è migliorabile. Siamo monitorati e seguiti da persone esperte e preparate. Che lavorano più di noi per farci correre di più e metterci nelle migliori condizioni e noi ci affidiamo a loro». L’importante è rimanere sintonizzati sulle stesse frequenze di Stellone: «Tutti noi, soprattutto nel momento in cui c’è stato il cambio in panchina che è anche un fallimento per i giocatori, ci siamo fatti un esame di coscienza e abbiamo intrapreso un nuovo percorso. Cambiare allenatore significa avere nuovi metodi di lavoro e una nuova parentesi all’interno della stagione. Stellone, che aveva voglia di ripartire dopo essere stato fermo per un periodo, ha portato entusiasmo e voglia di ottenere un risultato importante. Ci martella con sedute video e tattiche e noi lo seguiamo con attenzione. In questo momento abbiamo bisogno di una guida che ci dia una mano». E che trovi la soluzione giusta per evitare il ripetersi di determinati errori: «Siamo stati troppo sicuri di noi stessi e nel momento in cui abbiamo attraversato un periodo difficile non abbiamo avuto la forza per uscirne immediatamente. Non abbiamo raccolto sempre i frutti del nostro lavoro e non abbiamo reso al meglio ma abbiamo ancora la possibilità di giocarcela fino alla fine».
La voglia di riscatto di Coronado, protagonista in negativo sabato con l’errore dal dischetto al 38′ del primo tempo, può essere un valore aggiunto nel rush finale: «È un ragazzo intelligente e sa che considerazione abbiamo nei suoi confronti. Finora è stato molte volte il nostro trascinatore. Ha fatto nove gol, uno score di tutto rispetto, e avrà ancora tanto da dire. Comprendo la sua delusione ma deve avere la forza di reagire e sono sicuro che si riprenderà». Si riprenderà – e in questo caso il riferimento è ad un giocatore, l’ennesimo, costretto ad entrare in infermeria – anche Rolando. Ma ci vorranno circa due settimane prima di rivederlo in campo. Il numero 14 rosanero, che nella gara contro il Cesena ha accusato un risentimento, ha effettuato oggi una risonanza magnetica alla gamba sinistra che – informa il sito ufficiale del club di viale del Fante – ha evidenziato una lesione di primo grado al muscolo adduttore lungo.
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