Playa, parte il processo per la sparatoria Il Comune di Catania si costituirà parte civile

Cinque colpi di pistola sparati davanti ai bagnanti. Il caso dell’imprenditore Franco Carlino, ferito il 30 maggio alla spiaggia libera numero uno della Playa catanese, oggi è arrivato in aula davanti al giudice per le udienze preliminari etneo Anna Maggiore. Sul banco degli imputati c’è Maurizio Borzì, anche lui imprenditore, già in carcere per la sparatoria dovuta, secondo la ricostruzione dei magistrati, alla concorrenza tra i due uomini per la gestione delle spiagge libere del capoluogo etneo affidata dal Comune di Catania. L’amministrazione intanto ha fatto sapere che si costituirà parte civile nel processo, accanto a Carlino: «Il Comune di Catania si costituirà certamente parte civile, lo ha annunciato pubblicamente l’avvocatura nei mesi scorsi», fa sapere l’addetto stampa Nuccio Molino. Che ricorda come già l’amministrazione fosse stata sensibile al caso, devolvendo «ai Briganti Rugby e al centro di volontariato Talitakum i fondi derivanti dal 20 per cento degli introiti che il Comune e la società Sostare hanno ricavato dalla gestione diretta dei parcheggi della Playa».

Una decisione che, questa estate, era diventata necessaria dopo il ferimento di Franco Carlino e i continui attacchi vandalici alle spiagge gestite dalla sua Italia grandi eventi. «Con tutto quello che è successo e che succede, in queste condizioni non si può lavorare», diceva a giugno Nicola Gentile, responsabile pro-tempore della società. A stabilire adesso le responsabilità di Borzì sarà il tribunale etneo. E lo farà con un rito abbreviato. Non condizionato a una perizia richiesta dal legale dell’imprenditore che ha premuto il grilletto, rigettata oggi dal giudice Maggiore. A beneficiare di un eventuale risarcimento sarebbero così il Comune di Catania – qualora la costituzione di parte civile venisse accettata – e la stessa vittima Franco Carlino, oggi fuori pericolo ma che, dopo due mesi di coma, porta ancora i segni dei colpi di arma da fuoco che lo hanno raggiunto e gli rendono difficile camminare come prima.

Nei mesi successivi alla sparatoria, l’imprenditore aveva lamentato la totale assenza delle istituzioni. In una intervista pubblicata a novembre dal quotidiano La Sicilia dichiarava: «Lotto per rimettere in piedi l’attività. Le banche e i clienti mi stanno massacrando. Il sindaco non mi ha chiamato e il Comune mi deve pagare per i lavori del 2011, circa 140 mila euro. Oggi mi è arrivata una lettera dalla federazione italiana tennis che mi chiede, dopo 14 anni di organizzazione degli internazionali al Foro Italico, il rimborso di 20mila euro spesi per liberare le aree dalle strutture dell’ultima edizione, mentre io ero in coma all’ospedale e altri 75mila euro di penale».

Redazione

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