Salgono le tasse e cresce il malcontento di tutti gli studenti dell’Ateneo catanese, senza distinzione di facoltà o reddito. Si sono ritrovati, il 28 Maggio, al Rettorato in Piazza Università, per ribadire la loro indignazione: “L’aumento c’è e non consiste in pochi euro. L’Ateneo ha bisogno di questa manovra economica per sopperire agli ingenti tagli nazionali. Nel 2008 il ministro Gelmini ha predisposto tagli pari a un miliardo e mezzo di euro per l’Università e ora ne stanno pagando le conseguenze il personale tecnico-amministrativo, che ha subito ingiusti licenziamenti, e gli studenti, costretti a pagare più tasse e a ricevere minori servizi”. Queste le parole d’introduzione alla protesta di Matteo Iannitti, studente della Facoltà di Scienze Politiche.
Il rincaro c’è e non è cosa da poco, se consideriamo che da una rata d’iscrizione pari a 300 euro circa si potrebbe arrivare ad una di 500. Questa, infatti, è stata la proposta portata dal Rettore Antonino Recca sul tavolo della Commissione Paritetica per la Didattica. E proprio sulla necessità di ridimensionarla si sono pronunciati gli studenti.
“Dobbiamo abbassare queste cifre. In questo ultimo periodo abbiamo organizzato molte assemblee e possiamo dirci soddisfatti della mobilitazione che si è creata, nonostante sia maggio, mese cruciale per la preparazione agli esami. Siamo giunti ad una richiesta di compromesso, l’abbiamo formalizzata e la proponiamo al Senato Accademico, affinché la prenda in seria considerazione”, prosegue Iannitti.
Ecco le proposte: che il Senato Accademico approvi una mozione di condanna dei tagli e del DDL 1905, che riduce la democrazia in seno agli Atenei e precarizza la condizione dei ricercatori; che il Rettore prenda posizione presso la CRUI e il MIUR contro i tagli; che il Governo Regionale intervenga sulla condizione economica degli Atenei siciliani, destinando parte dei fondi inutilizzati per la formazione professionale all’Università; che il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione valutino la possibilità di ridistribuire in maniera più equa e meritocratica il carico contributivo degli studenti.
Su quest’ultimo punto si è molto discusso: “Proponiamo di mantenere invariato il carico fiscale sulle prime due fasce di reddito, perché chi guadagna di meno deve pagare di meno. Vogliamo che alle fasce di reddito già esistenti se ne aggiungano altre due per i redditi superiori ai 53 mila euro, ponendo il massimale sui redditi superiori a 65 mila euro. Infine chiediamo che si lascino invariate le classi di merito previste per l’a.a.2009/2010, perché è impensabile che si paghino meno tasse per merito solo se si sostengono tutti gli esami con la media del 28 e mezzo”, dice Iannitti.
Ma la protesta riguarda anche la natura stessa del provvedimento e si rivolge anche al Rettore, accusato di scarsa coerenza.
“Sapevamo dell’aumento delle tasse, ma ci avevano detto che si sarebbe trattato di pochi euro e, invece, le cifre che abbiamo al momento sono vergognose e inaccettabili. Il Prof. Recca si preoccupa della crisi generale, ma non si è soffermato un attimo a pensare a noi e al disagio che viviamo ogni giorno. Pretendiamo solo più chiarezza, per capire come muoverci ed ottenere qualcosa di concreto”, afferma Francesco Marino, studente di Farmacia.
Due sono state le proposte che il Senato Accademico ha avanzato. Una, la prima della mattinata, prevede una tassa di iscrizione di 420 euro per tutti e una seconda rata a partire da 120 euro. Il collettivo rifiuto è stato accompagnato dal concitato invito a tutto il Senato riunito e, soprattutto, al Rettore, a non sottovalutare la richiesta degli studenti e a parlare chiaro.
La seconda proposta, quella della provvisoria risoluzione, consta di una prima rata, uguale per tutti, pari a 299,62 euro e di una seconda rata con base di 120 euro, cui si somma un ulteriore contributo, diverso per ogni fascia di reddito, che arriva per l’ultima fascia a 1.400 euro. Tirando le somme il totale delle tasse universitarie varierà da 420 a 1.700 euro circa.
Il Rettore, dunque, non ha accolto le richieste degli studenti e giorno 4 Giugno ci sarà l’approvazione definitiva in Consiglio di Amministrazione. Ma gli studenti non si arrendono e iniziano già a programmare nuove assemblee per i prossimi giorni.
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