«Non è successo nulla. Il problema è proprio questo, che da anni nessuno pone rimedio». Nella piscina comunale di Nesima, dove si allenano almeno un centinaio di persone diversamente abili, si ripetono ogni giorno i disagi dovuti alle infrastrutture ormai obsolete sia nella zona vasche che in quella spogliatoi. La denuncia viene da Salvatore Mirabella, presidente dell’associazione Come Ginestre: «Gli interventi sono stati effettuati solo sulle zone dedicate ai normodotati. La pazienza è finita».
Per entrare nelle due vasche della piscina, sia quella piccola che quella olimpionica da 50 metri, come pure per uscirne, le persone con mobilità ridotta hanno necessità di essere assistite con un seggiolino che, collegato a un argano, le cala o le issa. «È da anni che nessuno fa manutenzione. Il pistone idraulico è rovinato, il cavo che regge il peso logoro – lamenta Mirabella – La conseguenza è che i tempi di spostamento sono infiniti e il rischio di un crollo è ogni giorno più concreto». Un disagio che non ha impedito all’associazione di confermarsi per la quarta volta – nel 2015 – campione regionale di nuoto paralimpico. «Ma faremmo volentieri a meno di doverci allenare anche a superare questi ostacoli, che potrebbero essere risolti con un minimo di interesse da parte delle istituzioni comunali».
Il presidente di Come Ginestre tira in ballo l’assessora allo Sport Valentina Scialfa e pure il collega di giunta che si occupa di Lavori pubblici Luigi Bosco. E non solo per i problemi riguardanti la zona vasche. I disagi, almeno per i diversamente abili, continuano pure una volta finito l’allenamento. La zona docce è stata da poco rimodernata, «ma solo nella parte dedicata ai normodotati. Perché? – domanda Mirabella, che si risponde – È la dimostrazione del disinteresse della politica verso le persone che hanno difficoltà motorie». Negli spazi doccia allestiti appositamente per i diversamente abili – che prevedono un seggiolino ribaltabile – i tubi flessibili nei quali scorre l’acqua sono monchi, manca la pistola diffusore. «Una condizione indecorosa che crea una disparità di trattamento con gli altri utenti della piscina», conclude il presidente.
Un sopralluogo dei tecnici comunali, per accertare la gravità dei disagi, potrebbe essere compiuto già domani. «Apprendo del problema in questo momento – dice l’assessore Bosco, contattato telefonicamente da MeridioNews – Darò mandato ai funzionari di fare le opportune verifiche per stabilire gli interventi da effettuare». Tempi e costi dovrebbero essere contenuti: «Per le docce la colpa è dei furti dei flessibili, in piccolo è quel che accade in strada coi cavi di rame. Mentre per l’argano ci segnalano spesso dei malfunzionamenti, che però vengono riparati nel giro di una mezz’ora. Ma è già in progetto la sostituzione dell’apparecchiatura», conclude il rappresentante della giunta di Enzo Bianco.
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