Titolo: Pirati dei Caraibi La maledizione del forziere fantasma
(Pirates of the Caribbean: Dead Man’s Chest)
Soggetto: Teddy Rossio, Ted Elliot
Regia: Gore Verbinski
Sceneggiatura: Teddy Rossio, Ted Elliot
Fotografia: Dariusz Wolski
Musiche: Hans Zimmer, Mike Adams
Montaggio: Craig Wood, Stephen E. Rivkin
Interpreti: Johnny Depp, Orlando Bloom, Keira Knightley
Produzione: Walt Disney Pictures, Jerry Bruckheimer Films
Origine: USA
Durata: 150′
Come tanti altri film di successo, anche i Pirati dei Caraibi hanno avuto il loro seguito; e bello o brutto che sia, si sa che il primo episodio ha sempre un quid in più.
Stavolta il capitano Sparrow dovrà vedersela con il temibile pirata metà uomo e metà pesce Davey Jones, capitano della nave fantasma ‘Olandese Volante’, la quale è in grado di evocare un pauroso mostro marino. Naturalmente come nel primo episodio, la missione di Jack coinvolgerà i due innamorati Will e Elisabeth, che vedranno sfumare il loro matrimonio a causa di una cospirazione della Compagnia delle Indie Orientali.
Il grande successo d’incassi di questo sequel è merito in buona parte del personaggio interpretato dal versatile Johnny Depp, quel capitano Jack Sparrow dalle movenze dinoccolate e goffe e dalla mente vulcanica che riesce a far sorridere grandi e piccini. In questo episodio si assiste a una crescita degli altri due protagonisti, Will ed Elisabeth: lui è diventato più sicuro e coraggioso, mentre lei è più autonoma e meno resistente al fascino di Depp.
Con “La Maledizione del Forziere Fantasma” ritornano le atmosfere che avevano caratterizzato la prima pellicola, come le scene che rimandano a popolari attrazioni dei parchi di divertimento disneyani. I mari incontaminati e le leggende che coinvolgono i pirati descrivono un mondo avvolto da un alone di mistero e magia, questi sottolineati dalle musiche coinvolgenti.
Molto evocativo è l’equipaggio non-morto dell’Olandese Volante, maledetto per l’eternità a vagare per mare e il cui aspetto costituisce un forte legame con il mare e le sue creature, fino ad assumerne le fattezze. L’utilizzo della computer grafica rende possibile tutto ciò, donando grande credibilità sia ai personaggi che al mostro marino da loro evocato, e conferendo al film un alto tasso di spettacolarità. A tratti il film risulta esagerato nel voler sorprendere lo spettatore ma forse il suo successo è da ricercare proprio in questa voglia di essere sopra le righe e anche nell’umorismo dei personaggi.
Nonostante la durata (due ore e mezza) e il finale aperto tipico degli episodi di mezzo, lascia comunque la bella sensazione di essere stati immersi in un mondo fiabesco. I Pirati dei Caraibi vi danno quindi appuntamento a maggio 2007 per il terzo episodio “Pirates of the Caribbean: At Worlds End”.
I tombaroli hanno preso di mira nei giorni scorsi il parco archeologico di Gibil Gabib,…
A partire da lunedì 18 novembre e fino al 13 dicembre 2024, sull'autostrada A19 Palermo-Catania,…
Due padiglioni e un'area esterna, per un totale di circa 20mila metri quadrati, e 105…
È la capitale più piovosa d'Europa, una città moderna con un cuore medievale, oltre 2,7milioni…
La procura ha chiesto al gup di Palermo Lorenzo Chiaramonte il rinvio a giudizio dei presunti mandanti…
Una neonata è morta ieri subito dopo il parto nell'ospedale Garibadi-Nesima di Catania. A dare la…