Pioletti: «Mi meraviglio dei commenti su accordi trasversali»

Al termine della conferenza stampa, nel giorno dell’insediamento del nuovo rettore, abbiamo rivolto qualche domanda a Pioletti, nuovo pro-rettore dell’Ateneo catanese.

 

In conferenza Stampa è stata sottolineata la centralità dello studente nel nuovo progetto di amministrazione dell’Università. Cosa pensa che debbano essere le cose da fare in questa direzione?

 

«Per quanto riguarda la didattica, razionalizzare i corsi di studio, in linea con quello che sembra l’orientamento del Ministero; diminuire drasticamente il numero degli esami nei tre e nei cinque anni; evitare la polverizzazione delle discipline in moduli e modulini da uno o due crediti. Ripristinare la figura del tutor per il recupero didattico e seguire gli studenti. Significa mettersi nell’ottica di una razionalizzazione che preveda anche, laddove ne esistono le condizioni, corsi interfacoltà, per ottimizzare l’offerta dal punto di vista qualitativo e anche per risparmiare nelle discipline e nei docenti di ruolo.

Per quanto riguarda il diritto allo studio, che è estremamente importante, credo che ci siano tante questioni da affrontare, ma sono due quelle che secondo me devono essere affrontate in maniera immediata. La questione del mercato degli affitti che stringe le famiglie e i giovani in grandi sacrifici. La seconda questione riguarda le sedi decentrate. Gli studenti delle sedi decentrate devono avere dei servizi e un diritto allo studio pari a quelli che ci sono qui, se non migliori .

Infine, cosa che c’è nel programma sia mio sia in quello del rettore, istituire la consulta degli studenti, cioè avere un tavolo permanente con i rappresentanti che ci metta nelle condizioni di ascoltare, sentire e operare. Questo vuol dire mettere al centro gli interessi dello studente».

 

Si è parlato di razionalizzazione dei corsi di studio. Quindi smentisce la voce, apparsa stamattina su La Sicilia, dove viene scritto che il nuovo rettore si ripropone di aumentare i corsi di laurea?

 

«Io non ho mai letto nel programma del rettore né sentito nei suoi interventi parlare di aumento dei corsi di laurea. Qui non è una questione di aumentare o diminuire i corsi, ma di razionalizzarli. Ci devono essere i corsi di laurea che hanno una funzione, che rispondono a profili formativi ben precisi, che abbiano garanzie di qualità. Questo è il problema, quale aumento».

 

Sempre su La Sicilia di oggi si parla dei voti ottenuti da Recca al secondo turno, ben più di quelli portati da lei dopo la sua convergenza,  e di Pucci, definito “espressione della sinistra che non apprezza gli accordi trasversali con il centrodestra”. Come commenta queste affermazioni?

 

«Sì, ho letto anche io l’articolo. Un po’ mi meraviglio che la giornalista, immagino Pinella Leocata dalla firma, possa fare questi commenti. Innanzitutto per quanto riguarda i voti, che è storia passata, non c’è dubbio che la parte di colleghi e di personale che hanno votato per me il 21 settembre, non tutta ha poi espresso una convergenza su Recca, com’è normale, né io ho fatto particolare pressione. Certamente, una gran parte sì. Ma quello che più mi meraviglia, e lo dico senza alcuno spirito polemico, è questo fare riferimento alla sinistra che non accetta accordi con il centrodestra. Io in vita mia e neanche in questa occasione ho mai fatto accordi trasversali con il centrodestra, i cui partiti, come quelli del centrosinistra, non ho avuto modo di incontrare. L’Ateneo non può  non avere un colloquio con l’ambiente politico, ma a partire dalla sua autonomia, dalla sua totale indipendenza. Io non ho fatto alcun accordo con il centrodestra. Nei confronti della candidatura di Recca, che si candidava a rettore, io e tanti altri abbiamo individuato una serie di punti programmatici resi pubblici in conferenza stampa quali l’autonomia dell’Università e il fatto che gli interessi politico-partitici stiano fuori dagli interessi di chi gestisce l’Università. Su questo abbiamo fatto un accordo di metodo di gestione trasparente e collegiale al quale io intendo attenermi. Non c’è stato alcun accordo con il centrodestra, e continuare a ragionare in questi termini vuol dire continuare a ragionare così come accadeva nella vecchia gestione dell’Ateneo e mi meraviglio che vengano fatti di questi commenti».

Michele Spalletta

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