Piazza Lanza, fuochi d’artificio di fronte al carcere Esplosi accanto alla scuola. «Omaggio a detenuto»

«Sarà stato qualche compleanno». «Vuol dire che era qualcuno che se lo meritava, sa che sono stati belli?». «Da là dentro s’è sentito un casino! Gli sono piaciuti». Poco dopo le 13.30 per qualche minuto nella zona di piazza Lanza si sentono solo i rumori dei fuochi d’artificio. Durano parecchio ed esplodono nello specchio di cielo di fronte al carcere cittadino. Nella zona è l’argomento del giorno: da una parte c’è chi sorride e apprezza il momento. Dall’altra ci sono residenti e commercianti che, invece, la rabbia fanno fatica a nasconderla. L’ipotesi comune è una soltanto: un tributo a qualche detenuto del carcere. Eppure le forze dell’ordine intervenute sul posto – quando i fuochi erano finiti ormai da una ventina di minuti, ma le trenta batterie rimaste per terra ancora bruciavano – dicono che dalla casa circondariale non ci sarebbero state segnalazioni di compleanni. Forse un altro genere di festeggiamento. Un ambulante che ha assistito alla scena dall’esterno racconta anche di un’ovazione proveniente dall’interno del carcere. Ma questa voce viene categoricamente smentita da fonti di polizia penitenziaria che hanno effettuato un controllo incrociato in tutti gli edifici della struttura.

Intorno alle 13.25 un’automobile avrebbe scaricato i fuochi d’artificio, ancora imballati, sul marciapiedi di via Enrico Ferri che costeggia la scuola media Quirino Maiorana di via Cesare Beccaria. Attorno al veicolo si sarebbero mossi almeno due scooter, a bordo dei quali viaggiavano diversi uomini adulti. Quarantenni, forse poco più grandi, dice chi li ha visti. Su due motorini di grossa cilindrata – immortalati in uno scatto che MeridioNews ha visionato – si vedono tre persone senza casco. Una ha addosso una maglia di un blu piuttosto acceso, l’altra coppia è vestita di scuro. Non è possibile, però, riconoscere i numeri delle targhe. «Hanno strombazzato davanti ai fuochi, quando sono finiti, e poi sono andati via – dice un cittadino che li ha visti -. Ma non sono in grado di dire se fossero stati insieme a chi ha sistemato il materiale pirotecnico».

Altri due uomini che lavorando proprio di fronte al carcere aggiungono di avere visto più di una persona scavalcare la cancellata della scuola Maiorana e usare le scale antincendio per chiamare qualcuno all’interno del penitenziario. Una scena che, stando a quanto racconta chi vive nei pressi del muro esterno di piazza Lanza, si ripete spesso. Di giorno e di notte. «Si fanno grandi discussioni, qualcuno sale anche sui tetti delle macchine, porta bambini piccoli da mostrare. Chissà come fanno, visto che da così lontano si vede poco e niente». Si scorgono le piccole finestre scure, in lontananza, chiuse con le inferriate. «Io su YouTube me li cerco i video dei fuochi d’artificio per i carcerati, ma come a piazza Lanza non se ne vedono mai», racconta un altro frequentatore abituale dell’incrocio tra via Cesare Beccaria e via Enrico Ferri.

Nel frattempo, circa mezz’ora dopo la fine delle esplosioni, sul posto arriva una volante della polizia. Seguita, dopo altri venti minuti, da un’autobotte dei vigili del fuoco. A chiamare quest’ultima è stata una residente, preoccupata per il mancato spegnimento dei blocchi di fuochi artificiali. A telefonare al 112, invece, è stata la dirigente scolastica dell’istituto Maiorana. La preside ha fatto sapere di essere «troppo scossa» per parlare con i giornalisti. Dai racconti dei cittadini, però, pare che l’edificio scolastico venga usato spesso per quello scopo. Dicono anche che in passato è accaduto che i fuochi provenissero proprio dall’interno dell’istituto. Di questo, però, non è stato possibile avere conferma. Il personale ausiliario della scuola smentisce categoricamente l’ingresso di estranei, ma scavalcare – vista l’altezza della recinzione – non sembra complicato. 

Salvo Catalano

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