Piazza Ariosto, miracolo sottoterra?

Milletrecento firme: queste, ad oggi, le adesioni al comitato che gli abitanti e i commercianti di piazza Ariosto hanno organizzato per protestare contro il progetto del Comune che vuole realizzare un parcheggio sotterraneo di cinque piani nella zona. I manifestanti temono che durante il tempo necessario a svolgere i lavori, circa 22 mesi, la zona possa subire una «ghettizzazione», con conseguente perdita di valore degli immobili e chiusura delle attività commerciali. Di fronte alle proteste dei cittadini il Comune sembra però fare orecchie da mercante: del resto il progetto è stato varato direttamente dal sindaco Scapagnini utilizzando i poteri speciali di “commissario delegato per il traffico e la sicurezza sismica” (poteri che sono scaduti il 30 aprile 2007).
Il responsabile del progetto del Comune, l’ingegner Tuccio D’Urso, e l’imprenditore edile Seby Costanzo, che ha vinto l’appalto dei lavori, hanno incontrato i cittadini di piazza Ariosto il 2 luglio, durante un consiglio di quartiere. Un incontro polemico: gli abitanti della zona non solo non vogliono il parcheggio, ma accusano il Comune di scarsa chiarezza, dato che il progetto originario prevedeva che i lavori avrebbero dovuto riguardare la zona sottostante via Asiago, e non la piazza.  Ma dal canto suo il Comune, rappresentato dall’ingegner D’Urso, non riconosce i diritti legali del comitato, perché manca un atto notarile che ne riconosca la costituzione.
 
«È vero: c’è stata una mancanza di comunicazione tra i cittadini e le autorità», ammette l’architetto Costanzo; ma la colpa, a suo parere, è proprio dei manifestanti, che accusa di «una serie di aggressioni sopra le righe», come la protesta organizzata nella piazza il 30 aprile (proprio il giorno in cui scadevano i poteri del sindaco) durante la posa della prima pietra. Una protesta in cui uno dei manifestanti avrebbe finto di mettersi un cappio al collo pur di non far iniziare i lavori.
 
Le autorità, però, non demordono: ai cittadini offrono semplicemente «un tavolo di incontro costante e intenso per tutta la durata dei lavori». Del resto, il progresso non si può fermare: «A Madrid – ha raccontato D’Urso – vi sono ben 90 parcheggi, a Barcellona 166». Nella capitale spagnola addirittura ne sarebbe stato costruito uno sotto il Palazzo Reale. E al mattino, sostiene D’Urso, «il re Juan Carlos, la Regina e l’Infanta si affacciavano alla finestra e vedevano a che punto erano i lavori». Forse sarà vero, ma Catania – ha osservato qualcuno – non è una capitale europea. «Ma anche a Bitonto, in Puglia, è stato realizzato un parcheggio sotterraneo». Per l’ingegnere D’Urso è ora di smetterla con le discussioni. «A Catania ormai sembra di essere tornati ai tempi dei mondiali: come guardando le partite della Nazionale tutti gli italiani diventano allenatori, così di fronte al progetto del parcheggio tutti a Catania sono ingegneri».
 
Nell’ottica dell’amministrazione il parcheggio è un modo per rilanciare la zona: oggi, nelle città affollate di auto, trovare dove posteggiare la macchina è problema di non poco conto. Come si spiegherebbero, se no, le fortune dei centri commerciali di provincia, dove – spiega ancora l’ingegnere – «la gente arriva, azzicca la macchina e fa shopping?». La costruzione del parcheggio, quindi, non deve essere vista come una minaccia: i nemici dei commercianti non sono i parcheggi, ma i grandi centri commerciali come Le Zagare, Etanapolis, ecc. Quanto alla preoccupazione degli abitanti di restare, per la durata dei lavori, «agli arresti domiciliari», l’architetto Costanzo tranquillizza, descrivendo nei dettagli le modalità di scavo: «Il parcheggio verrà realizzato a partire “dal tetto”, o meglio dal solaio, realizzato inserendo prima una serie di pali che saranno lo scheletro della costruzione sotterranea, tramite un cantiere che si muove». L’apparecchiatura centrale dei lavori, larga quanto un’auto e lunga quanto due, nell’arco di 6 mesi girerà lungo tutto il perimetro della piazza, “infilzando” di volta in volta questi pali (la “palificata”), a una distanza di circa 50 centimetri. «Il flusso di traffico su via Leopardi – promette Costanzo – non sarà mai interrotto», se non per due notti durante le quali verrà realizzato parte del tetto del solaio sotto il manto stradale. Per il resto del tempo non si lavorerà mai a cielo aperto, e la piazza sarà restituita alle sue originarie funzioni nell’arco di 6 mesi circa. Dopo, il cantiere proseguirà nascosto.
 
«Abbiamo un progetto non solo per un parcheggio, ma per un’intera area», dichiara Costanzo. E la piazza, giura l’appaltatore, risorgerà: «Filippo e il suo caro amico Giorgio potranno sedersi su una panchina e ricordare i vecchi tempi», conclude l’architetto, proiettando una slide nella quale l’idillico quadretto di due vecchietti su una panchina nuova fiammante nella piazza evoca gli uccellini che cinguettano. I commercianti, però, non demordono: guardano le diapositive, rumoreggiano, protestano di fronte a uno «spot elettorale». La domanda però è questa: possono davvero opporsi alla realizzazione del progetto?

Alessandra Corica

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