I ‘CAPI’ DELLA BANCA PENSANO CHE, FACENDO FUORI LA BASE DEL SINDACATO, POSSANO ‘CHIUDERE OPERAZIONI’ SULLA PELLE DEL LAVORATORI? “SE E’ COSI’ SO SBAGLIANO, PERCHE’ LA FABI NON TRADISCE GLI ISCRITTI”
Domani si terrà a Milano il primo incontro tra i Responsabili di Unicredit e le Organizzazioni Sindacali per lillustrazione del piano industriale e delle sue refluenze sul Personale.
“La settimana scorsa – afferma Carmelo Raffa della FABI – attraverso la stampa abbiamo appreso che la volontà di Unicredit, per ciò riguarda lItalia, è quella di disfarsi nellarco di pochi anni di 5.700 unità lavorative, oltre ad altri sacrifici che dovrebbero essere scaricati sempre sui lavoratori”.
“Stranamente – continua Raffa – lAzienda ha preteso che lincontro di domani si effettui solo ed esclusivamente con i massimi vertici dellOrganizzazione, tagliando fuori in tal modo le altre persone che, a pieno titolo, fanno parte della Delegazione ufficiale abilitata secondo le previsioni contrattuali alle trattative stesse”.
“Per quanto ci riguarda – prosegue Raffa, che è il Coordinatore Vicario FABI di Unicredit cioè il numero due dellOrganizzazione – non ci preoccupa essere assenti. Apprenderemo subito dopo tutte le informazioni fornite dallAzienda da parte del Segretario Nazionale di Riferimento e del Coordinatore che sono persone di assoluta fiducia. Però riteniamo difforme dalle regole questo tipo dincontro”.
“Perché – si chiede il sindacalista siciliano della FABI – Unicredit privilegia gli incontri di sacrestia o carbonari? Forse pensa di ottenere qualcosa in più? Se è così commette un grave errore, perché così facendo rischia di incorrere in un boomerang con le relative conseguenze”.
“E indispensabile – conclude Carmelo Raffa – che la Delegazione di Unicredit, che è una grande azienda bancaria internazionale, per il proseguo si attenga alle regole ed abbia il rispetto dovuto per tutti i soggetti abilitati alle trattative”.
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