Mentre tra gli operatori della Formazione professionale siciliana monta la protesta, il governo regionale ricorre al solito valzer delle promesse, con qualche cambio di scena. Fuori Nelli Scilabra, ad affermare che è tutto a posto è la nuova assessora Mariella Lo Bello che ieri sera, a Sala d’Ercole, si è esibita in una nuova serie di «tranquilli, non ci sono problemi». Roma? «Non ha tagliato i fondi del Piano Giovani», ha detto Lo Bello. In realtà, da indiscrezioni, si apprende che l’incontro andato in scena lunedì scorso nella capitale non sarebbe andato benissimo. In ballo, com’è noto, ci sono i 250 milioni di euro del Piano giovani non ancora utilizzati.
Sono le risorse finanziarie che fanno parte dei fondi Pac – 3,5 miliardi di euro in tutto il Sud, un miliardo e 200 milioni di euro solo in Sicilia – già requisiti dal governo Renzi. Al prelievo mancano ancora gli ultimi dettagli. Il governo nazionale deve ancora dire se se li prenderà tutti, se ne lascerà un po’ alla Sicilia o se – come ha affermato temerariamente ieri sera a Sala d’Ercole l’assessora Lo Bello – li lascerà tutt’e 250 alla Sicilia. A noi risulta che Roma, avendo saputo che a Palermo, nel mondo della Formazione professionale, si preparano scioperi a catena, ha deciso di rinviare la decisione. E risulta anche che, se andrà bene per la Sicilia, Roma si incamererà almeno la metà di questi 250 milioni.
Ma l’assessora alla Formazione ha affermato che il governo Renzi non scipperà un solo euro dai fondi del Piano giovani. Dunque non ci dovrebbero essere problemi per la terza annualità dell’Avviso 20. E neanche per i tirocini formativi. L’assessore ha detto che dopo i due click-day della scorsa estate, considerati validi (al netto di migliaia di ricorsi da parte di giovani disoccupati esclusi) ci sarà il terzo click-day. Insomma, si proseguirà assegnando i tirocini formativi sempre via internet, lasciando fuori i giovani disoccupati che non vanno sulla rete.
L’occasione per dare modo agli stessi ragazzi che non vanno sulla rete di confezionare un’altra caterva di ricorsi che si andranno ad aggiungere a quelli presentati. Stando a quello che ha detto ieri sera Lo Bello, i problemi con Ett – la società ligure che era stata chiamata a fornire e gestire la piattaforma informatica – dovrebbero essere stati risolti. A noi risulta che è ancora in corso una trattativa per definire i rapporti tra il dipartimento regionale della Formazione e questa società. E che l’accordo non è ancora stato trovato.
L’assessora ha detto inoltre che ripartirà anche il progetto Prometeo. Per la cronaca, è il progetto da 35 milioni di euro che la Regione ha affidato al Ciapi di Priolo. Operazione nata male tra il 2013 e il 2014. I soldi sono arrivati dalle economie dell’Avviso 20, il mega bando finanziato con il Fondo sociale europeo (Fse). Con queste somme non spese l’amministrazione regionale, legge alla mano, avrebbe dovuto finanziare enti che erano rimasti fuori dalla graduatoria dello stesso Avviso 20. Facendo, per l’appunto, scorrere la graduatoria. Ma il dipartimento Formazione – retto all’epoca dei fatti dalla dirigente generale, Anna Rosa Corsello – ha deciso di utilizzare questi 35 milioni per un bando destinato ai dipendenti del settore rimasti senza lavoro dopo la chiusura del Cefop e le disavventure dello Ial Sicilia e di altri enti e società della formazione (anche se non è chiaro come sia possibile, con i fondi europei, creare bandi ad hoc).
Un ente di Monreale – il Ted – che è primo in graduatoria e che è rimasto escluso ha presentato ricorso al Tar Sicilia, chiedendo la sospensiva del provvedimento (ha chiesto, in pratica, di bloccare il progetto Prometeo messo su, di fatto, con i soldi che sarebbero dovuti andare agli enti e alle società del settore con lo scorrimento della graduatoria). Il Tar ha respinto la richiesta di sospensiva, mentre il Cga – Consiglio di giustizia amministrativa, in Sicilia organo di appello del Tar – ha accolto la richiesta di sospensiva.
Morale: in attesa che il Tar entri nel merito della questione il progetto Prometeo è bloccato. Perché bisogna capire se i 35 milioni di euro debbono andare al progetto Prometeo o agli enti rimasti fuori dalla graduatoria (la seconda ipotesi è la più probabile, perché il Tar non dovrebbe smentire il Cga). Ieri, però, in Aula, l’assessora Lo Bello ha detto che il progetto Prometeo ripartirà, supponiamo a prescindere dal giudizio del Tar ancora pendente. Un atto di grande coraggio, perché in questa storia si potrebbe configurare un danno erariale. Resta da capire se la firma sulla ripartenza del progetto Prometeo la apporrà lo stesso assessore o i dirigenti del dipartimento. Tema centrale, questo, perché chi firmerà corre anche il rischio di rispondere in solido.
Intanto stamattina il gruppo parlamentare di Forza Italia all’Ars terrà una conferenza stampa proprio sulla formazione professionale. Già ieri il vice capogruppo, Vincenzo Figuccia, ha annunciato che il suo partito, già a partire da oggi, sarà in piazza con i lavoratori per manifestare contro un governo regionale «che da due anni promette, ma non mantiene gli impegni che assume».
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