Concentrazioni elevate di sostanze inquinanti, con ripetuti picchi, e mancato utilizzo delle migliori tecniche possibili per evitare di degradare la qualità dell’aria circostante. Questo è quanto emerso dall’indagine della guardia di finanza e dei carabinieri di Siracusa, insieme al Noe di Catania e al personale dell’Aspo, che ha portato al sequestro di quattro insediamenti nel polo petrolchimico di Priolo.
A essere interssati sono gli stabilimenti di Versalis spa di Priolo, Sasol spa di Augusta e ai depuratori Tas di Priolo Servizi s.c.p.a. di Melilli e Ias spa di Priolo. In totale sono 19 le persone indagate dalla procura aretusea. L’inchiesta, che copre un arco temporale compreso tra gennaio 2014 e giugno 2016, è partita da una serie di denunce. Per gli inquirenti «nei comuni di Priolo Gargallo, Augusta e in parte Melilli si registra una qualità dell’aria nettamente inferiore a quella degli altri Comuni della provincia, avuto riguardo ai vari inquinanti presi in considerazione».
Il provvedimento, di carattere preventivo, prevede il mantenimento della facoltà d’uso degli impianti e, quindi, la continuità di esercizio delle unità in sequestro, previa disponibilità dei gestori a produrre, entro 90 giorni, un programma attuativo per ricondurre nei limiti le emissioni in atmosfera nonché il versamento di una garanzia fideiussoria pari al costo delle opere di adeguamento che dovranno essere completate entro i prossimi 12 mesi.
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