Pesca siciliana, a Bruxelles incontro sulle prospettive

Nella sala “Altiero Spinelli” dell’Europarlamento di Bruxelles si è discusso  della prospettive per i pescatori europei ma, in particolar modo, di quelli siciliani. L’incontro promosso dall’Europarlamentare Rita Borsellino, si è svolto in un clima molto cordiale, e ha visto la partecipazione, come riportato  dal nostro giornale, del Commissario Europeo alla Pesca, Maria Damanaki, di Guido Milana e Paolo De Cascio, parlamentari, di Giovanni Basciano vice-presdiente dell’AGCI, e del “giardiniere” – come gli è piaciuto definirsi – Alberto Zaccagni, protagonista del comitato “No-Trivella day” (pazienza per l’anglicismo…) che ha impedito una sconcertante trivellazione al largo delle coste di Pantelleria tentata dalla ADX Energy

Se la Borsellino ha presentato l’incontro ricordando l’importanza del movimento dei Forconi nel portare alla ribalta il problema dei pescatori non solo siciliani, il momento più atteso è stato l’intervento del Commissario Damanaki. Molto affabilmente il Commissario – che ha l’imperdonabile colpa di non essere mai stata in Sicilia – ha ricordato che per quanto si possa promuovere la discussione con gli attori locali alcune “strette” saranno necessarie, perché a rischio c’è la sopravvivenza dei pesci. In modo molto efficace la Damanaki, ha prima tirato le orecchie a Camilleri e al suo Montalbano che mangia “calamari giovani” e ha poi ricordato un aneddoto. A chi le chiedeva se fosse per caso più interessata ai pesci che ai pescatori il commissario greco ha risposto che “senza pesci, non ci sarebbero pescatori”. Ha ribadito a lungo l’importanza di intervenire sulla dotazione “tecnologica” dei pescatori siciliani e su come evitare il fenomeno del “rigetto”, paradossale attività che consiste nel ributtare in acqua i pesci che sono finiti tra le maglie della rete e che non si possono pescare. Le nuove tecnologie, ampiamente presentate dal brillante intervento di  Giovanni Basciano, consentono non solo di limitare il fenomeno ma anche di salvaguardare le specie protette come la famosissima tartaruga Caretta Caretta. Sembrerebbe, dai dati a disposizione di Basciano e confermati dalla Damanaki, che parecchi studi confermino la bontà della variazione delle modalità di pesca. Il condizionale è dovuto al fatto che il vostro cronista non ha ancora potuto prendere visione personalmente degli studi in questione, ma non c’è motivo di dubitare delle versione concordanti dei due relatori.  Basciano ha presentato tre progetti LIFE che si prongono di realizzare una sorta di “gioco a somma positiva” tra il mantenimento delle biodiversità e le necessità produttive dei pescatori. Di particolare interesse ci è sembrata anche la considerazione che “i pescatori pescano quello che il consumatore richiede. È dal mutamento delle abitudini di chi consuma il pesce che può venire l’aiuto più grande per il mantenimento della fauna marina”. Nasce da qui il progetto “Fish Scale” teso a promuovere il consumo di pesce meno convenzionale in modo da “alleggerire” il peso su pesci di largo consumo come il tonno rosso.

Un momento di imbarazzo ha invece suscitato l’intervento del vicepresidente della commissione Pesca, Guido Milana, con la sua proposta di fermare per tre anni la pesca costiera. Tutti gli intervenuti hanno comunque concordato sia sulla necessità di costruire le politiche di riforma in modo concertato, cercando accordi con gli attori locali e considerando attentamente le specificità del Mediterraneo sia sulla necessità che alcuni interventi necessari che finiranno con l’incidere in modo significativo sul reddito di breve periodo dei pescatori siano ammortizzati dai Fondi europei, che però, ha assicurato la Damanaki, sembrano essere già disponibili.

All’incontro erano presenti anche Sergio Cofferati e Leonardo Dominici.

Roberto Salerno

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