Percolato e Tmb, Orlando firma due ordinanze Scongiurata la chiusura di Bellolampo

Il sindaco Leoluca Orlando ha emanato la nuova ordinanza su Bellolampo. Scongiurata, dunque, l’ipotesi di chiusura della discarica, anche se per dieci giorni i rifiuti continueranno a finire nella sesta vasca senza prima passare dal Tmb. Nei giorni scorsi il mancato funzionamento del macchinario aveva scatenato uno scontro feroce tra la Rap e il Comune, da una parte, e la Regione dall’altra. Perché l’impianto di trattamento meccanico biologico è obbligatorio per legge e finora Bellolampo è rimasta aperta in via straordinaria, grazie alle ordinanze sindacali.

Il limite dei provvedimenti d’emergenza, però, è tre, e per Palazzo d’Orleans le deroghe non erano più possibili. Per gli uffici di viale Campania il Tmb è stato consegnato in tempo, il 30 settembre, ma la Rap ne ha contestato le modalità e il Comune ha deciso di tirare dritto con una nuova ordinanza. Che scadrà il 15 luglio e che presenta una grossa novità di fondo: «Una speciale forma di gestione dei rifiuti distinta dalle ordinanze precedenti» – si legge nel testo – perché ieri «la Rap ha comunicato con una nota le attività poste in essere in ordine all’acquisizione di mezzi e attrezzature» per far partire l’impianto «precisando altresì che il 25 gennaio verranno avviate le prove con rifiuto». Per Palazzo delle Aquile, insomma, non si tratta dell’ennesima deroga (la nona ordinanza sul tema dal 2013) ma dell’inizio di una nuova fase. Ci sarà tempo fino al Festino di Santa Rosalia perché il macchinario «entri a completo regime».

Contestualmente Orlando ha firmato un’ordinanza sul percolato. Dato che finora non è stato individuato il soggetto incaricato della gestione post mortem delle vasche esaurite (quelle denominate I, II, III, III bis, IV, V e V bis), «anche alla luce dei contenziosi in atto pendenti tra la Rap, l’Amia, il commissario regionale delegato per l’emergenza rifiuti e il governatore della Regione Siciliana», finora è stata l’amministrazione comunale ad occuparsi, in deroga e con risorse proprie, del liquido prodotto dalla spazzatura, anche se ieri la Regione ha stanziato 4,6 milioni di euro. Tuttavia adesso c’è un altro problema: «Considerato che le previsioni meteorologiche in atto per i prossimi giorni annunciano avverse condizioni atmosferiche e intense precipitazioni, tali da aumentare la formazione del percolato nelle precipitate vasche dismesse, e quindi far ritenere altamente probabile il verificarsi di un danno ambientale di notevoli proporzioni», fino al 15 aprile sarà ancora la Rap a gestire le vasche dismesse e a provvedere «alla messa in sicurezza degli impianti di stoccaggio del percolato denominati Stazione Silos Nord, Stazione Silos Sud e vasche Valentini e allo smaltimento del percolato stesso».

Anche su questo terreno, però, i rapporti tra Comune e Regione restano tutt’altro che amichevoli. Il sindaco, infatti, avverte i suoi interlocutori sui costi dell’operazione: «Gli oneri di spesa saranno oggetto di specifica azione di rivalsa nei confronti del soggetto successivamente individuato quale titolare della gestione post operativa». Insomma, Palazzo delle Aquile intanto paga ma i soldi sono solo un «prestito». «Mi auguro che sia finalmente chiaro a tutti – commenta il primo cittadino – quanto fossero del tutto inutili le polemiche e gli annunci dei giorni scorsi, che hanno soltanto creato un ingiustificato allarme». 

«Da anni su Bellolampo, e più in generale sui rifiuti, assistiamo allo scaricabarile tra il Comune e la Regione – dice il consigliere del gruppo Misto Filippo Occhipinti -: non si capisce chi abbia responsabilità sulla gestione della discarica, sull’avvio del nuovo step del porta a porta, sui disastri ambientali collegati ala produzione e allo smaltimento di percolato. Bisogna attivare immediatamente l’impianto di Tmb e incentivare la differenziata, evitando di giocare con la salute dei cittadini e di trovare finte soluzioni a ridosso delle elezioni, e inoltre stabilire a chi compete il post mortem delle vasche sature che era in capo ad Amia». 

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