Perché Telejato non deve chiudere

Chiudere Telejato è un delitto!

La piccola grande emittente televisiva di Partinico diretta dal giornalista Pino Maniaci insieme alla figlia Letizia è riuscita in pochi anni a sollevare e far luce su questioni politiche e mafiose che coinvolgono la Sicilia e l’intera nazione. Telejato si è trasformata in breve tempo in una potente cassa di risonanza per la verità più dura. Quella tagliente. Che fa paura. Eppure parliamo di verità!

Pino Maniaci è diventato un uomo temuto e scomodo, perché rifiuta soprusi e minacce, e sbatte la realtà in faccia alla gente con disarmante sarcasmo, irrompendo nel cuore dei suoi ascoltatori.

La verità, però, è diventata un’arma a doppio taglio: si è trasformata nel motivo principale di minacce, atti intimidatori, percosse, eppure Pino Maniaci non si ferma nemmeno dinanzi a questo. Dedica ogni attimo della sua giornata nella lotta contro la realtà mafiosa che è esistente in Sicilia come nel resto d’Italia.

Chiudere Telejato significherebbe spegnere quella dirompente cassa di risonanza che scuote gli animi di migliaia di persone. Che incoraggia la gente a ribellarsi, a non accettare il silenzio. L’omertà. La paura. La paura rende schiavi di un sistema iniquo e infame. Di un sistema corrotto che bisogna combattere.

Per combattere la realtà mafiosa serve un coraggio senza ripensamenti, o come direbbe il giornalista Maniaci “c’è bisogno di giornalisti missionari che amino questa terra e la vogliano libera”.

Per far conoscere la realtà mafiosa non servono impiegati del giornalismo, ma giornalisti. Veri. Servono parole libere di giornalisti che scrivono la verità. Ma se nessuno parla, se nessuno si indigna, se nessuno si ribella, come si può cambiare? Non siamo stanchi di piangere morti ammazzati e inneggiarne le vittime come eroi?

La Sicilia vuole combattere la mafia e Telejato è la cassa di risonanza di questa lotta in cui tutti indistintamente siamo coinvolti: tutta l’Italia è fatta di Sicilia.

Chiudere Telejato significa spegnere i riflettori, serrare gli occhi e soccombere.

Se lo Stato non tutela con ogni mezzo chi combatte la mafia, se non ne garantisce la sua incolumità, allora il 23 maggio non ha senso commemorarne le vittime della strage di Capaci.

Perché Telejato rischia di chiudere? Recita il documento che il comitato ‘Siamo tutti Telejato’ ha presentato e manderà agli organi istituzionali italiani.”Con la Legge di Stabilità 2011 (articolo 1, commi 8, 9 e 10) sono state, di fatto, abolite le televisioni comunitarie (250 in tutta Italia), e il Ministero dello Sviluppo Economico si è riservato il diritto di assegnare, a pagamento, tutte le frequenze del digitale terrestre, tranne 6 che saranno assegnate attraverso il sistema ‘Beauty Contest’, in parte ad aziende che già posseggono frequenze. In questo modo vengono sottratti al mercato circa 30 canali (6 mux) per le TV locali. Si sottolinea inoltre come in un momento di austerità economica lo Stato italiano stia di fatto regalando frequenze ad aziende private e pubbliche. (mentre ha venduto i canali dal 61 al 69)”.

Tra le tante televisioni colpite c’è anche Telajato, la tv animata a Partinico da Pino Maniaci. Un’esperienza importante che ha fatto luce sui tanti legami tra mafia, politica e imprenditoria. “Abbiamo resistito all’attacco dei boss – dice Maniaci – ma a farci chiudere è lo Stato”.

Come al solito, siamo davanti a uno dei paradossi italiani. Un’occasione che favorisce i grandi gruppi televisivi, che possono accaparrarsi gratuitamente nuove frequenze. A spese – è il caso di Telejato – di chi fa informazione dal basso all’insegna della libertà. Rischiando – come nel caso di Pino Maniaci – in prima persona.

“Noi – recita il documento – ci proponiamo di denunciare oggi la cecità con cui, nella normativa indicata, le nuove misure legislative predisposte non tengono conto del fatto che esse potrebbero rendere impossibile a piccoli gruppi editoriali, come Telejato, di rimanere attivi sul mercato della comunicazione. A tali realtà si impedirebbe così il loro ruolo insostituibile di vigilanza sulle attività e penetrazioni mafiose nel tessuto sociale dei singoli territori e nella dimensione culturale dei Cittadini. Tutto ciò si tramuterebbe quindi in un danno spaventoso al dichiarato progetto di contrasto alle mafie che, pur essendo costantemente declamato, viene di fatto disatteso nella concretezza di una simile azione politica”.

Ma se vogliamo veramente che le idee di grandi uomini che hanno lottato per tutti noi camminino ancora sulla nostre gambe, allora impediamo cheTelejato chiuda.


Foto di Pino Maniaci tratta da saveriotommasi.it

 

Margherita Ingoglia

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