DIETRO I TAGLIATORI DI TESTE CI POTREBBE ESSERE UN USO SMODATO, TRA I COMBATTENTI, DI SOSTANZE STUPEFACENTI. NON E’ PRATICA NUOVA. MA NEGLI ULTIMI ANNI E’ AUMENTATA
Negli ultimi anno il numero di guerre combattute nel mondo è aumentato. Solo raramente, però, qualcuno ha fatto notare che, contemporaneamente, è cresciuto il consumo di droghe proprio dove questi conflitti si stavano svolgendo.
Non droghe qualunque, ma droghe di e per la guerra. Droghe per i combattenti. L’utilizzo di droghe da parte dei militari non è una novità. Già ai tempi dei galli pare fossero noti gli effetti che provocava l’uso di certe erbe allucinogene con la birra. E in tutto il Nord Africa e in India in passato l’utilizzo della cannabis era diffuso tra i soldati. C’e addirittura chi fa risalire il nome assassini all’uso diffuso di hashish tra i sicari prezzolati.
Anche durante le due grandi guerre del secolo scorso pare sia stato più che dimostrato il ricorso alla grappa (Prima Guerra Mondiale) e alla cocaina (Seconda Guerra Mondiale).
E l’abitudine di consentire, se non di promuovere, il ricorso agli stupefacenti non è cessato durante le guerre che hanno caratterizzato la seconda metà del XX secolo. In Indocina pare fosse diffusa tra le truppe l’eroina (e c’è chi accomuna il nome di questa droga con il termine ”eroe”). O durante il conflitto in Afghanistan, dove un quarto delle truppe sovietiche pare sia diventato tossicodipendente.
Più di recente, nei vari conflitti che hanno caratterizzato il XXI secolo, la diffusione di sostanze stupefacenti diffuse tra le truppe pare sia cresciuto ancora. Il solo cambiamento riguarderebbe la tipologia di sostanze in un modo o nell’altro diffuse tra i soldati. Droghe come armi. Come nei numerosi casi riportati in un recente rapporto dell’intelligence USA e riportato su una rivista statunitense, di diffusione tra le truppe di stanza nei Paesi arabi di droghe pesanti alterate dai talebani o dai rappresentanti di Al quaeda per danneggiare le prestazioni dei marines.
Droghe come le anfetamine o la Dexitrina, poco costose e facili da produrre e somministrare, ma che presentano ”vantaggi” per un esercito: riducono il senso di stanchezza e aumentano l’aggressività. Sostanze il cui consumo a volte è invogliato altre volte è ”non scoraggiato”. Consumo di droghe e farmaci che, tra le truppe americane, è quasi invogliato, salvo poi, per tutelare legalmente lo Stato, far firmare ai militari che ne fanno uso una sorta di consenso tacito in cui dichiarano di essere a conoscenza del fatto che la Food and Drug Administration ”non ne approva l’utilizzo”.
Tra le truppe italiane la situazione potrebbe non essere molto diversa. Il generale Graziano, recentemente, ha denunciato alcuni comportamenti che lascerebbero pensare ad un eccessivo uso di stupefacenti tra le truppe. Stessa situazione nel Regno Unito, dove ogni anno un elevato numero di soldati vengono congedati proprio a causa dell’eccessivo uso di sostanze stupefacenti.
Un recente studio commissionato dal Ministero della Difesa USA ha dimostrato una situazione terrificante. Un quinto dei soldati fa un eccessivo uso di alcolici e di questi la metà si ubriaca regolarmente, mentre oltre l’11% delle truppe dichiara di fare uso regolare di sostanze stupefacenti. Ancora una volta ciò che emerge in modo sorprendente è la crescita di questi dati: l’utilizzo di farmaci psicoattivi è quintuplicato in pochi anni.
Nelle scorse settimane ha sorpreso la diffusione di molti filmati in cui si vedono miliziani usare una ferocia inaudita nell’uccidere i prigionieri e subito dopo gioire. Alcuni hanno visto dietro tanta esaltazione gli effetti di droghe.
Ormai non si deve più pensare ad esempio, ai terroristi islamici come a fanatici fautori del Corano, ma spesso ad esaltati strafatti di stupefacenti.
Droghe come il Captagon, un’anfetamina che riduce il senso di dolore e provoca euforia. Poche settimane fa l’esercito regolare siriano ne ha sequestrato una tonnellata. Sostanze che, spesso mischiate con hashish o altre droghe più convenzionali, sono all’origine degli stati di alterazione dei miliziani: in questo modo si sentono imbattibili e sempre nel giusto. Fino a compiere le peggiori atrocità ridendo.
Droghe per finanziare le guerre. In molti Paesi arabi il commercio di sostanze stupefacenti è spesso una fonte di denaro che ha consentito ai miliziani di acquistare armi. Nel 2013 il colonnello Ghassan Chamseddine, che comanda la narcotici di un Paese arabo ha raccontato alla rivista Time del coinvolgimento di bande sunnite siriane della zona di Homs: Con un paio di operazioni possono guadagnare fino a 300 milioni di dollari”.
Con quei soldi si possono comprare molte armi. Droghe che spesso vengono vendute agli stessi miliziani. Un agente della sicurezza ha riferito alla Reuters che molti dei prigionieri catturati sono sotto effetto di droghe: ”possiamo picchiarli e loro non sentono dolore, ridono sotto i colpi.
In realtà anche in questo caso, come per la maggior parte di queste sostanze, l’origine di queste droghe è sintetica. Non sono molti gli estremisti islamici drogati di Captagon che sanno che la sostanza che consente loro di essere tanto audaci e temerari è stata prodotta (udite, udite) dalla NATO in Bulgaria. Indovinate per quale scopo…..
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