Non aveva mai ritirato il suo Diploma di Laurea. Perché? È questa la domanda che tutti i giornalisti presenti alla cerimonia di consegna del Diploma alla famiglia di Maria Grazia Cutuli pongono alla madre; e ovviamente è anche la nostra. La risposta sembra quasi banale: “Non ne aveva mai il tempo”, impegnata com’era a dedicare i pochi giorni di riposo alla famiglia, agli amici.
Ma il 19 Novembre scorso, in occasione del terzo anniversario dalla morte della giornalista, che proprio alla facoltà di Lettere e Filosofia di Catania si era laureata nel 1985, questa piccola pratica burocratica ha assunto un forte valore simbolico. Non è stato solo un pretesto per vantare orgogliosamente le origini di una giornalista coraggiosa, che si era formata culturalmente qui a Catania, ma che Catania aveva voluto abbandonare consapevole di non avere possibilità di crescita professionale; è stato anche un evento voluto ed organizzato per commemorare una donna che senza pretese di essere un’eroina di fatto, lo è diventata, con la sua voglia di capire, conoscere e far conoscere.
Alla cerimonia hanno partecipato il Magnifico rettore F. Latteri, il Preside della facoltà di Lettere e Filosofia N. Mineo, il Professore G. Giarrizzo, preside ai tempi di Maria Grazia, e molti altri docenti, insieme alle Autorità civili, religiose e alla famiglia: commossa, emozionata e composta, ma mai rassegnata a questa perdita.
La facoltà l’ha ricordata come parte di una comunità, di una famiglia che la considera parte di sé, anche dopo anni dalla laurea. E la rende motivo di riflessione sul valore della conoscenza; conoscenza della guerra che Maria Grazia, come tutti gli inviati, odiava, e conoscenza attraverso la stampa; a volte distratta, a volte fieramente libera, ma fatale. Come per lei, che è stata la prima dispersa italiana della guerra in Afghanistan, vittima di un vile agguato preparato da un gruppo di talebani, sulla strada che portava da Jalalabad a Kabul, insieme ad altri tre colleghi.
La madre e gli amici ce l’hanno presentata invece come donna, interessata forse più alle questioni umanitarie che alla politica. “Comprava sempre caramelle e biscotti per i bimbi” ci ha detto la mamma; e abbiamo potuto vederlo con i nostri occhi, attraverso una delle foto della mostra allestita all’ingresso dell’Aula Magna. Foto di una Maria Grazia sorridente, stanca e… coraggiosamente felice.
Oltre alla consegna del Diploma è stato presentato il libro “Per ricordare Maria Grazia Cutuli”, una raccolta di articoli da lei pubblicati sul Corriere della Sera e curata dalla stessa facoltà.
È stata poi annunciata l’iniziativa di far costruire in Viale Africa un monumento alle vittime del terrorismo: Maria Grazia Cutuli, Orazio Maiorana e Fabrizio Quattrocchi.
Maria Grazia non continua ad essere ricordata con affetto solo nella sua città natale, ma anche a Milano, dove lavorava da tempo presso il Corriere della Sera. Lì infatti si trova, nella Sala Alberini, una targa in suo onore e ogni anno, per l’anniversario della sua scomparsa, si celebra un’affollatissima messa nella chiesa di San Marco.
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